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Madri pericolose

Regia di Domenico Paolella vedi scheda film

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La recensione su Madri pericolose

di mm40
2 stelle

Se già Mogli pericolose, girato due anni prima da Luigi Comencini, era un lavoruccio di scarso appeal, imbastito come una sorta di raccolta di barzellette su vizi (tantissimi) e virtù (pochissime) del maschio italico medio, questo Madri pericolose giunge ancor più in ritardo e con un retrogusto di già visto, di stantio ben evidente. Questa volta il copione firmato da Sandro Continenza, Sergio Sollima e dal regista Domenico Paolella va a ironizzare sul rapporto madre-figlia (e futuro genero), ma lo fa con toni tanto blandi e leggerini da non corrispondere a quelli contemporanei, a quelli di un'Italia 'svezzata' dalla ricostruzione e dal boom economico in corso. La pellicola rappresenta inoltre l'occasione per portare sul grande schermo due stelle del panorama televisivo (Delia Scala) e canoro (Mina), che se la cavano discretamente, ben circondate da buoni o ottimi caratteristi: Ave Ninchi, Riccardo Billi, Nando Bruno, Luisa Rivelli, Gabriele Tinti, Walter Santesso e, soprattutto, Riccardo Garrone, che riveste il doppio ruolo di personaggio di una delle storie e di narratore esterno. Paolella, esperto di film musicali dell'epoca (proto-musicarelli, sostanzialmente), inserisce doverosamente, nel bel mezzo della narrazione, anche qualche esibizione di Mina. 3/10.

Sulla trama

Alcune ragazze in cerca di marito vengono indirizzate dalle madri, attente a combinare il matrimonio più conveniente. Che, chiaramente, non è mai quello che interessa alle figlie.

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