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Che c'entriamo noi con la rivoluzione?

Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film

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La recensione su Che c'entriamo noi con la rivoluzione?

di marcopolo30
5 stelle

Sergio Corbucci prova a intersecare western e commedia sullo sfondo della rivoluzione zapatista in Messico. Il risultato è un film ritmato e ricco di azione ma che non centra appieno il bersaglio, soprattutto considerando i nomi illustri della coppia protagonista. VOTO: 5

Brevissime 'escursioni' a parte, western e commedia sono i due generi nei quali si mosse sempre Sergio Corbucci. “Che c'entriamo noi con la rivoluzione?”, anno di grazia 1972, voleva forse rappresentare nelle sue intenzioni l'ideale trait d'union tra i suoi sopracitati 'amori'. Attingendo a piene mani dai classici sulla rivoluzione zapatista e allo stesso tempo strizzando l'occhio a “La grande guerra” di Monicelli, Corbucci e gli sceneggiatori Massimo Franciosa e Sabatino Ciuffini costruiscono attorno a Vittorio Gassman e Paolo Villaggio tutta una serie di avventure semiserie che sembrano esser state messe lì al solo scopo di permettere alle due superstar (Villaggio nel 1972 ancora non lo era, a dirla tutta) di gigioneggiare a piacere. Il plot vede un capocomico e un prete, entrambi Italiani, invischiati loro malgrado nella rivoluzione zapatista in Messico e sballotati continuamente dal caso dalle grinfie di un partito a quelle dell'altro, cercando sempre di uscire indenni da tali incontri/scontri. Ritmo e azione non mancano, anzi, e qualche buona trovata comica pure c'è, ma resta questo un film che lascia il tempo che trova, e con un cast del genere sembra un po' un peccato accontentarsi del minimo sindacale. Della coppia protagonista Villaggio è secondo me quello che rende meglio, mentre Gassman sembra troppo spesso impegnato a riproporre, appunto, il suo personaggio di “La grande guerra”. Il film venne girato in Spagna e conta infatti su un buon numero di attori iberici, alcuni dei quali come Eduardo Fajardo veri habitué degli spaghetti-western. Colonna sonora -carina ma non memorabile- dell'immenso Ennio Morricone.

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