Con la serie Death by Lightning, disponibile dal 6 novembre, Netflix rimette in discussione il concetto stesso di biografia politica. In quattro episodi carichi di tensione e visione, la miniserie creata da David Benioff e D.B. Weiss. noti per Il trono di spade, illumina un angolo buio della storia americana: l’assassinio del ventesimo presidente degli Stati Uniti, James A. Garfield.


Non si tratta di una cronaca asciutta o di un’agiografia; è piuttosto un viaggio psicologico tra ambizione, fede distorta e l’instabilità di un sistema democratico appena consolidato. Al centro della narrazione: due uomini destinati a incontrarsi per cambiare – e distruggere – le vite l’uno dell’altro.

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Michael Shannon e Betty Gilpin nella serie Netflix 'Death by Lightning'.

La spirale incrociata di Garfield e Guiteau

Michael Shannon nella serie Netflix Death by Lightning dà corpo a James Garfield come un uomo che non cercava il potere, ma che non si tirò indietro quando gli venne consegnato. Veterano dell’Unione, professore, e rappresentante dell’Ohio, Garfield è ritratto come una figura riservata, intellettuale, spesso riluttante, ma dotata di un senso morale e politico che lo spinge a farsi carico di una nazione in crisi d’identità. La serie lo segue nei pochi mesi che vanno dall’inaspettata candidatura alla presidenza al giorno in cui viene colpito da un colpo di pistola in una stazione ferroviaria.


Sul lato opposto, Matthew Macfadyen interpreta Charles Guiteau, un uomo che oscilla tra delirio e convinzione religiosa, e che incarna il lato oscuro del mito dell’elezione divina. Evangelista fallito, scrittore mediocre e narcisista convinto di una missione celeste, Guiteau non è solo un assassino: è il prodotto di un’America ossessionata dal successo individuale, disposta a confondere la voce di Dio con quella della propria frustrazione. Il rapporto tra lui e Garfield non è fatto di interazioni frequenti, ma si costruisce su una tensione ideologica e spirituale che esplode nell’atto finale.

Lucretia, Chester e gli altri: l’umanità attorno alla tragedia

Betty Gilpin, nei panni di Lucretia Garfield, offre nella serie Netflix Death by Lightning un contrappunto fondamentale al dramma politico. La sua interpretazione della First Lady non è quella di una figura decorativa, ma di una donna che affronta con lucidità e dolore l’inevitabile. Intorno a lei si muove un sistema politico cinico e spaccato, rappresentato dal vicepresidente Chester Arthur (che succederà a Garfield) e dal senatore Roscoe Conkling, incarnato da Bradley Whitford: due volti di un Partito Repubblicano ancora in guerra con sé stesso.


Il mondo che circonda Garfield è quello di una nazione divisa, dove la politica è fatta tanto di idealismo quanto di clientelismo, e dove anche il più onesto dei presidenti deve navigare tra compromessi, tensioni e tradimenti. La serie riesce a rendere visibile l’atmosfera del tempo senza trasformarla in puro costume, lasciando spazio all’universalità dei meccanismi di potere.

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Matthew Macfadyen nella serie Netflix 'Death by Lightning'.

Oltre la cronaca: ossessione, fede e destino

La serie Netflix Death by Lightning non si limita a raccontare un fatto storico. Al centro c’è l’indagine su due temi intrecciati: la fede e l’ossessione. Garfield incarna un’idea laica di missione, un progressismo lento ma costante, che cerca di spostare l’interesse pubblico dalla divisione al progresso. Guiteau, al contrario, incarna l’individuo che si sente abbandonato dalla Storia e tenta di rientrare a forza nel suo corso, attraverso un atto violento, convinto che Dio stesso gliel’abbia ordinato.


La fede, in questa serie, non è mai neutra: è carburante, strumento, alibi. Ma è anche specchio di una società in cui il confine tra destino personale e ambizione politica è sfumato. C’è una domanda ricorrente nella serie – implicita, ma potente: che cosa succede quando un sistema permette a chiunque di credere che il proprio delirio sia una chiamata?

Una tragedia americana rimossa

Mark Whitaker, ideatore della serie, ha dichiarato che Garfield è stato “bersaglio della storia” – e ha ragione. Raramente il suo nome compare nei libri scolastici o nei dibattiti pubblici, se non come nota a piè di pagina. La serie Netflix Death by Lightning recupera non solo il suo ruolo, ma la complessità del suo tempo, in un racconto che non chiede al pubblico di parteggiare, ma di comprendere.


La morte di Garfield non fu solo l’azione di un folle. Fu la conseguenza di un sistema fragile, di un’ideologia impazzita, di una società in fermento. La sua storia è un monito sul prezzo dell’ambiguità democratica, sull’incapacità delle istituzioni di proteggere chi le serve, e sulla sottile linea che separa l’eroe dal martire, il patriota dal fanatico.

L’attualità di un colpo dimenticato

Nel portare in scena una vicenda ottocentesca, Death by Lightning parla al presente. Lo fa con uno stile teso, essenziale, ma profondamente umano. La serie dimostra che il potere non è mai solo una questione di poltrone: è un campo di battaglia tra visioni del mondo, tra chi crede nel cambiamento e chi vuole forzarlo a colpi di rivelazioni personali. Garfield e Guiteau, in modi opposti, sono due specchi deformati dello stesso sogno americano.


In un’epoca in cui la politica è sempre più teatro e meno progetto, Death by Lightning offre qualcosa di raro: una riflessione senza fronzoli sul costo reale del potere e sulla follia che può nascere dal credere troppo, o nel posto sbagliato.

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Redazione

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