Con Strike – La via del male, terza trasposizione televisiva della saga investigativa firmata Robert Galbraith (pseudonimo di J.K. Rowling) in onda su Warner Tv il 26 settembre, ci si allontana dallo schema classico del caso da risolvere per entrare in un territorio più cupo, viscerale, personale. Cormoran Strike (Tom Burke) non è solo chiamato a scoprire chi sia il colpevole, ma a capire perché il colpevole ce l’ha proprio con lui. E perché adesso.
La miccia si accende con un pacco macabro recapitato alla sua assistente Robin Ellacott (Holliday Grainger): contiene una gamba umana mozzata. Il messaggio è chiaro, o almeno lo è per chi conosce la storia personale di Strike. Una citazione dei Blue Öyster Cult accompagna il reperto: la stessa band tanto amata dalla madre dell’investigatore, morta in circostanze mai del tutto chiarite.
Nel giro di poche ore, un cadavere viene ritrovato nello stesso edificio in cui Strike aveva appena avuto un incontro di lavoro, ed è subito chiaro che lui è il bersaglio: l’indagine diventa un conto aperto con il passato. Le autorità sembrano incerte, il pubblico lo addita, i clienti spariscono. A questo punto, Cormoran e Robin decidono di indagare da soli, scavando tra i fantasmi del passato dell’ex soldato.

I fantasmi nella vita di Strike
A differenza dei casi precedenti, in Strike - La via del male il movente non è nascosto nella scena del crimine, ma nelle cicatrici di Cormoran Strike. Tre nomi emergono dal suo passato come potenziali colpevoli: Donald Laing, ex soldato che Strike fece incarcerare per violenze domestiche; Noel Brockbank, pedofilo rovinato fisicamente da un intervento dell’investigatore; Jeff Whittaker, ex patrigno di Strike e figura oscura ritenuta da lui responsabile della morte della madre.
Questi sospetti non vengono solo ricordati: appaiono in flashback densi e talvolta affrettati, che però gettano luce su una parte dell’identità di Strike rimasta finora in penombra. Il suo passato militare, le sue relazioni familiari, il modo in cui è diventato ciò che è. Ma proprio questa scelta narrativa (condensare una storia complessa in due soli episodi che l’emittente manda come unico film) limita l’efficacia dei ritratti psicologici. I tre sospetti rimangono figure accennate, quando avrebbero meritato più spazio per diventare veri antagonisti.
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Robin: luce e ferita nella stessa figura
Robin Ellacott è il cuore pulsante di Strike - La via del male. Se in precedenza era l’assistente entusiasta e capace, qui emerge come personaggio autonomo, stratificato, eppure costantemente frenato. Il pacco con la gamba mozzata non è solo un incipit narrativo, ma il punto di frattura tra la sua vita professionale e quella privata.
Il suo rapporto con Matthew, fidanzato geloso e infedele, si sgretola mentre quello con Strike si fa più intimo e complicato. Ma l’interesse tra i due non esplode mai in una relazione vera e propria: è un filo teso che vibra costantemente, e che proprio per questo mantiene una carica drammatica altissima.
La rivelazione del passato traumatico di Robin (vittima di violenza sessuale) rischia di cadere nel cliché narrativo della “donna forte perché ferita”, ma evita la trappola. Robin non viene mai definita dalla sua sofferenza, ma dal modo in cui sceglie di reagire. La sua determinazione a continuare le indagini anche quando è personalmente in pericolo, la sua lucidità, e la sua empatia fanno di lei molto più di una spalla. È un personaggio protagonista a tutti gli effetti, con un arco narrativo autonomo e coerente.

Violenza, controllo, identità
Strike - La via del male non è solo un giallo: è anche una riflessione, nemmeno troppo velata, sulla violenza di genere, sul controllo maschile e sulle cicatrici (visibili o invisibili) che il potere esercitato con la forza lascia sulle vittime. In un’epoca segnata dal movimento Time’s Up, la scelta di affrontare apertamente temi come l’abuso sessuale, il trauma post-violenza e le dinamiche tossiche di coppia è tanto rischiosa quanto necessaria.
Strike è circondato da uomini che, in modi diversi, rappresentano archetipi di mascolinità distorta: chi esercita la violenza in famiglia, chi usa il sesso come strumento di dominio, chi manipola attraverso il vittimismo. A fare da contrappeso, non c’è l’eroismo muscolare di Cormoran, ma la resistenza quotidiana e la tenacia di Robin.
Altro tema centrale è quello dell’identità, non solo nel senso di “scoprire chi è il colpevole”, ma di capire chi siamo diventati a causa di ciò che abbiamo vissuto. Questo vale per Strike, costretto a fare i conti con le sue origini e con l’eredità tossica della sua famiglia, ma anche per Robin, che trova nella sua vocazione da investigatrice una forma di rivincita personale.
Oltre la caccia all’uomo
Il vero motore narrativo di Strike - La via del male non è il crimine, ma la tensione tra Cormoran e Robin. Non si tratta semplicemente di “chimica”, ma di un legame profondo costruito sulla fiducia, sull’affinità, sull’esperienza condivisa in situazioni limite. Il loro rapporto resta sospeso tra rispetto professionale e attrazione irrisolta, senza mai trasformarsi in una banale love story.
Paradossalmente, è proprio questa tensione a generare energia. Entrambi sono segnati, entrambi hanno qualcosa da perdere. E in questo equilibrio precario tra il desiderio di avvicinarsi e il timore di rovinare tutto, la narrazione trova il suo spazio più autentico.
La strada del male, il bivio delle scelte
Strike - La via del male avrebbe potuto essere un crime perfetto, ma ha scelto un’altra via: quella del rischio. Ha sacrificato la chiarezza narrativa per raccontare qualcosa di più profondo e disturbante. Ha tralasciato il classico gioco degli indizi per concentrarsi sulle ferite aperte dei suoi protagonisti.
Forse il mistero risulta meno avvincente rispetto agli episodi precedenti, forse l’adattamento ha sofferto per la mancanza di respiro. Ma la forza emotiva della storia, la complessità dei personaggi e il coraggio dei temi trattati fanno di questo capitolo un momento centrale nella saga di Cormoran Strike.
È un thriller che lascia domande più che risposte, e personaggi che restano impressi più del colpevole di turno. Per una saga che vuole durare nel tempo, è forse questo il vero colpo da maestro.
Filmografia
Strike - La via del male
Giallo - Gran Bretagna 2018 - durata 120’
Titolo originale: C.B. Strike: Career of Evil
Regia: Charles Sturridge
Con Tom Burke, Holliday Grainger, Fern Deacon, Antonia Kinlay, Kerr Logan, Nicholas Agnew
in TV: 26/09/2025 - Warner Tv - Ore 21.30
Strike - Il richiamo del cuculo
Giallo - Regno Unito 2017 - durata 180’
Titolo originale: Strike: The Cuckoo's Calling
Regia: Michael Keillor
Con Tom Burke, Holliday Grainger, Kerr Logan, Jack Greenlees, Ruth Sheen, Natasha O'Keeffe
in TV: 01/10/2025 - Warner Tv - Ore 23.20
Strike - Il baco da seta
Giallo - Regno Unito, USA 2017 - durata 120’
Titolo originale: C.B. Strike: The Silkworm
Regia: Kieron Hawkes
Con Tom Burke, Holliday Grainger, Monica Dolan, Tamsin Topolski, Natasha O'Keeffe, Dominic Mafham
in TV: 26/09/2025 - Warner Tv - Ore 23.55
Detective Cormoran Strike
Giallo - Gran Bretagna 2017 - durata 58’
Titolo originale: Strike
Con Emma Fielding, David Westhead, Liza Sadovy, Tom Burke, Holliday Grainger, Mirren Mack
in streaming: su Now TV
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