In un paese dove le armi da fuoco sono praticamente inesistenti, cosa succede quando improvvisamente cominciano a comparire in massa, senza un’origine chiara e con conseguenze devastanti, è al centro di Trigger, la nuova serie coreana in uscita su Netflix il 25 luglio. Ideata, scritta e diretta da Kwon Oh-seung (già acclamato per Midnight al Fantasia International Film Festival), Trigger non è solo un action-thriller: è un esperimento narrativo e sociale su come una società disarmata affronta l’improvvisa comparsa della violenza armata.
L’arrivo delle armi
Nella Corea del Sud fino a quel momento libera dalle armi della serie Netflix Trigger, esplodono episodi di violenza legati alla circolazione improvvisa e misteriosa di armi da fuoco. Nessuno sa da dove provengano. Nessuno sa chi le stia distribuendo. Ma tutti ne subiscono le conseguenze. La tensione cresce a ogni pacco consegnato, a ogni sparo che riecheggia in quartieri dove fino a poco tempo prima regnava l’ordine.
Al centro della storia ci sono due uomini molto diversi tra loro. Lee Do (interpretato da Kim Nam-gil) è un ex cecchino dell’esercito diventato detective, impegnato in una corsa contro il tempo per fermare l’escalation di sparatorie e risalire alla fonte delle armi. Moon Baek (interpretato da Kim Young-kwang), figura ambigua, affascinante e pericolosa, nasconde invece i propri obiettivi dietro un’apparente leggerezza.
I loro cammini si incrociano, ma non per combattere dalla stessa parte. O forse sì. Già come si vede nel teaser trailer, entrambi hanno un’arma in mano e i motivi che li spingono a impugnarla non potrebbero essere più diversi.
Diversi
Lee Do non è il classico poliziotto d’azione. È un ex tiratore scelto, con un passato militare che pesa sulle sue scelte e sui suoi metodi. Non cerca vendetta né gloria, ma risposte. In un contesto dove le armi iniziano a parlare più forte delle leggi, la sua missione diventa anche personale: capire chi sta mettendo in pericolo un paese intero, e perché.
Moon Baek è l’enigma della serie Netflix Trigger. Sorridente, imprevedibile, non è chiaro se sia un burattino o il burattinaio. Non si presenta come un villain, né come un eroe, ma rappresenta quella zona grigia che in uno scenario come questo può diventare esplosiva. Le sue vere intenzioni sono il cuore di una tensione narrativa che cresce episodio dopo episodio.
La possibilità della violenza
Il cuore pulsante della serie Netflix Trigger non è la violenza, ma la possibilità della violenza in un contesto dove fino a quel momento sembrava impensabile. Il racconto mette al centro un tema cruciale: cosa accade a una società che scopre la facilità con cui si può uccidere, quando gli strumenti per farlo vengono improvvisamente messi a disposizione di tutti?
Kwon Oh-seung sposta l’attenzione dalla solita dicotomia bene/male per concentrarsi su meccanismi culturali, psicologici e politici. Le armi diventano simbolo, oggetto di potere e vulnerabilità allo stesso tempo. Ogni personaggio che ne entra in possesso rivela un lato diverso della società sudcoreana: il desiderio di controllo, la paura, la vendetta, il bisogno di protezione.
Non è un caso che il regista abbia dichiarato: “È una storia su una situazione che tutti abbiamo immaginato almeno una volta”. In effetti, Trigger affronta un incubo collettivo trasformandolo in thriller contemporaneo.
Produzione e aspettative
La scelta di affiancare due protagonisti rodati dell’action-thriller coreano, come Kim Nam-gil e Kim Young-kwang, non è casuale. Entrambi portano carisma, fisicità e profondità emotiva a personaggi che, per quanto lontani, sono collegati da una stessa realtà che li trasforma.
L’estetica della serie Netflix Trigger suggerisce un’attenzione particolare alla costruzione visiva della tensione, più che all’esplosione fine a se stessa.
Netflix punta forte su Trigger anche a livello internazionale: è una storia localizzata, ma con un messaggio globale. In un momento storico in cui la diffusione delle armi è al centro del dibattito in molti paesi, la serie sudcoreana si inserisce in modo potente e originale, offrendo un punto di vista lontano dalle solite narrazioni occidentali.
Ed è per questa ragione che promette di essere più di una serie d’azione. È un’indagine sul potere distruttivo della paura e sul significato della sicurezza, ambientata in un contesto dove l’uso delle armi rappresenta una frattura culturale e morale. Non si tratta di capire chi spara, ma perché si arriva a farlo. E una volta che il grilletto viene premuto, nulla può più tornare com’era prima. E lo spettatore si ritrova di fronte a una domanda scomoda: cosa faresti tu, con una pistola in mano?
Filmografia
Trigger
Poliziesco - Corea del Sud 2025 - durata 46’
Titolo originale: ???
Con Oh-Seung Kwon, Park Hoon, Kim Young-kwang, Kim Won-Hae, Kim Nam-Gil, Foster Burden
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads
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