1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie
Tamarreide all'ennesima potenza (con in dono un "click" xhosa per ogni occasione).
Super-cafona, iper-etnica, poli-ginica e ultra-marxista: “Savage Beauty”, creata per Netflix South Africa da Lebogang Mogashoa, è una tamarrata sesquipedalica in 6 episodi da 45 minuti l’uno che si conclude con un cliffhanger (ad oggi la serie è ancora in attesa di un eventuale rinnovo).
Comunque un merito indiscutibile – oltre ad insegnare che un “click” xhosa può essere anche un insulto pesante, a sdoganare l’espressione “(selling your) pussy for peanuts” e a ricordar(ci) che il mondo è pieno di Ruby, mogli n. 3 – ce l’ha, “Savage Beauty”: ti lascia addosso un’insopprimibile voglia di correre a comprare una Jaguar.
Sì, poi si potrebbe ulteriormente argomentare che anche prodotti come questo servono a dimostrare che il razzismo è diventato un problema secondario in tutto il SudAfrica, dalla suburba di Johannesburg ai frangenti marosi di Cape Town, in quanto le persone sono tutte talmente uguali dal PdV epidermico (e non certo da quello economico) che anche i possessori di un alto livello di melanina possono essere ritratti come cattivi duri e puri senza rimedio alcuno, ma il vero punto è che – oltre a Dumisani Mbebe, Nthati Moshesh, Mpho Sebeng, Jesse Suntele, Oros Mampofu, Nambitha Ben-Mazwi, Angela Sithole e John Ncamane, poi – c’è, oh!, lei: Rosemary Zimu…
* * ½/¾ - 5.25
Guilty Pleasure precedente: "From" (2022, stag. 1) - "Not Penny's Boat".
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E infine, per dare un senso a questo pezzo, Miriam Makeba (Johannesburg, 4 marzo 1932 – Castel Volturno, 9 novembre 2008) con the "Click" Song (perché "noi" non lo sappiamo pronunciare, "Ngqothwane").
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