Espandi menu
cerca
liberi di scegliere
di boychick
post
creato il

L'autore

boychick

boychick

Iscritto dal 28 gennaio 2016 Vai al suo profilo
  • Seguaci 34
  • Post 28
  • Recensioni 239
  • Playlist 38
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

Parliamo di qualcosa di bello. Di una storia vera, i cui protagonisti utilizzano la cultura come arma per diffondere diritti, amore e socialità e che vede anche il cinema coinvolto in prima persona in un nuovo ruolo: uno strumento per diffondere cultura.

Partiamo da una premessa. Dopo ormai più di un anno in cui i nostri stili di vita sono stati messi in discussione, dopo un anno di ansia, di limitazioni di libertà e di buoni propositi, ora ci troviamo davanti ad un bivio. Riprendere la propria vita là dove l’avevamo lasciata con buona pace per tutte le buone intenzioni, oppure provare a mettere in pratica, senza ipocrisia, quei propositi di nuova socialità, rispetto e amore a cui tanto si era inneggiato nei momenti bui della pandemia. Purtroppo, da giorni, le pagine dei giornali e la conseguente attenzione delle persone è sempre rivolta a notizie che non solo non lasciano trasparire nulla di buono ma che alimentano ancora di più quella sensazione di rabbia, frustrazione, odio, sfiducia che rimane fine a se stessa. Sfogliando le prime pagine dei quotidiani ci si imbatte nelle violenze del carcere di Santa Maria Capua Vetere, tragedia del Mottarone, strage nel Mediterraneo, polemiche sull’eurodeputata Kyenge che si è offerta come medico di base nel quartiere senza dottore, l’ondata terribile di caldo che in Canada ha già portato a centinaia di morti, ricorsi al tar su obblighi vaccinali. Solamente sfogliando i titoli viene voglia di chiudere tutto, abbandonare le speranze e rassegnarsi. Invece, credo che in sia proprio in questo contesto storico di profonda incertezza e crisi che occorra, ancor più maggiormente, soffermarsi su notizie che lasciano trasparire speranza, fiducia nelle istituzioni, socialità e dignità.

La storia che vorrei sottolineare è la storia di Roberto di Bella. Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, che in più di vent’anni di attività ha sottratto alla mafia diversi ragazzi che, per eredità familiare, avrebbero avuto un destino già segnato, privandoli dell’esperienza traumatica del carcere e provando a dare loro l’opportunità di una vita diversa… provando a dare loro una possibilità di scelta. Credo che di fronte a tutto ciò che è avvenuto in Calabria negli ultimi mesi, parlare di Roberto Di Bella sia importante. Sia perché ha mostrato a tutti che non si deve avere paura di svolgere con impegno e determinazione il ruolo a cui si è stati assegnati e per cui si è studiato, e sia perché ha mostrato perfettamente come utilizzare la legge. Una legge attuata con il fine di aiutare, venire incontro, risolvere un problema… e non con il fine ultimo di punire.

L’impegno di Roberto Di Bella è stato raccontato sia nei giornali ma anche nel cinema. Ed è su quest’ultimo punto che vorrei soffermarmi. Sono numerose, infatti, le pellicole che complementano nozioni teoriche o fenomeni sociali (pensiamo a bullismo, droga, desiderio di cambiare vita) e ritengo che in futuro assumeranno sempre più rilevanza. Perché nei mesi scorsi il settore del cinema è stato in profonda crisi e sta provando a rialzarsi con le nuove aperture, però urge trovare una nuova dimensione, un ulteriore utilizzo del cinema. Ad oggi “il cinema visto come strumento di diffusione della cultura”è stato un aspetto minoritario , ma in futuro svolgerà un ruolo chiave. Soprattutto in questo periodo contrassegnato da “lockdown”, “dad”, di isolamento sociale e personale, il cinema (soprattutto ai più piccoli che non l’hanno ancora fatto) può far scoprire un mondo di ambienti, valori e racconti, che i singoli, ad oggi, per via dell’emergenza sanitaria non possono scoprire. Perché l’isolamento sembra finire (anche se questa emergenza sanitaria non ha fatto altro che accelerare i tempi del lavoro da casa e didattica a distanza, cose che, per risparmi e tagli, sarebbero comunque diventate realtà) ma non ci si potrà permettere il lusso di dire, ancora una volta, che non si è fatto nulla per trasmettere cultura.

È proprio grazie al cinema che sono venuto a conoscenza del lavoro di Di Bella, e mi riferisco al film italiano “Liberi di scegliere”, (film del 2019 diretto da Giacomo Campiotti) ispirato, appunto, a Roberto Di Bella, che mostra l’applicazione pratica di teorie che solitamente si studiano solo sui libri e che purtroppo rimangono tali: e mi riferisco, fra le tante, alle teorie dell’associazione differenziale di Edwin Sutherland, la “Labeling Theory” elaborata dalla scuola di Chicago, la teoria della subcultura di Cohen.

Il film, come detto, è totalmente ispirato ad una storia vera, e riesce ad illustrare quelle teorie magari da molti studiate senza porci troppa attenzione, magari in modo superficiale. La pellicola “Liberi di scegliere” attraverso la storia di Domenico (ragazzo a cui avevano arrestato il padre e a cui l’attendeva  un futuro criminale certo), cerca di far comprendere le scelte del Magistrato Di Bella. Il suo obiettivo è duplice: allontanare il ragazzo dalla criminalità e, allo stesso tempo, cercare di colpire la mafia. Non è semplice, ma ci ha provato. Perché, spesso, quando si parla di “lotta alla mafia” e “lotta al crimine”, le soluzioni che si credono efficaci sono le operazioni della polizia, si crede che solamente inasprendo le pene si risolva il problema o che, arresti una persona e tutto finisce. Così non è. L’arma più potente che si possiede è la cultura. Certamente è un vaccino che richiede tempo, ma se non lo si inizia mai a produrre, gli effetti non si vedranno mai. Il film spiega bene i concetti evidenziati, per esempio, da Edwin Sutherland: il comportamento criminale si apprende all’interno di un ambiente sociale (si apprendono le tecniche ma anche le motivazioni psicologiche), perciò l’unico modo per non far diventare criminale una persona è allontanarla dall’ambiente criminale circostante. Se ci pensiamo, al giorno d’oggi, siamo invasi e spaventati dal coronavirus che è indifferente a qualunque legge, punizione, decreto. L’unico modo per non farlo diffondere è allontanarlo, isolarlo. Lo stesso può valere per un’organizzazione criminale. Spesso si crede che sia sufficiente il carcere per risolvere un problema ma così non è. Anzi. Il carcere diventa il luogo in cui spesso i propositi criminali si rafforzano, si stringono relazioni e si entra in contatto con altre persone portatrici di valori non conformi alla legge. Perciò, ecco, che diventa fondamentale la cultura. Se non si effettua un investimento di lungo periodo sulla cultura della legalità e il rispetto degli altri, fra vent’anni saremo (ad essere ottimisti) nella stessa identica situazione di oggi. Certo, non ci saranno gli stessi criminali o gli stessi portatori di valori difformi alla legalità di oggi, ma ci saranno altri ancora peggio che avranno appreso le tecniche dei primi e si saranno fatti ancora più furbi.

Tutto questo il film lo mostra. E pure bene. Il messaggio della pellicola lo si capisce anche se non si conoscono minimamente le teorie sociologiche e criminologiche, ma, (e penso, per esempio, ad uno studente), se a scuola si stanno affrontando queste teorie, o più in generale i temi della criminalità, della libertà personale, la visione di questo film è uno strumento aggiunto per veder rappresentato ciò che si è finora studiato e far apparire il tutto sotto un’altra luce. Perché ormai è ovvio: il cinema trasmette cultura. Così come in economia ci sono alcuni beni che vengono definiti complementari in quanto utilizzati in modo congiunto per la soddisfazione di un determinato bisogno (zucchero e caffè; energia elettrica ed elettrodomestici), le rappresentazioni cinematografiche possono definirsi complementari ai libri per la trasmissione di un determinato fenomeno o la spiegazione di un concetto. Accanto alla spiegazione teorica di un libro (che assai spesso appare astratta, senza senso, di difficile interpretazione e noiosa), per apprendere bene una situazione non c’è nulla di meglio di una pellicola. Il cinema, secondo me, può definirsi senza dubbio complementare ai libri in quanto sono entrambi interdipendenti e collegati tra loro: l’uno descrive, l’altro mostra. Il cinema in questo senso è fantastico perché svolge due funzioni: da una parte aiuta a meglio comprendere un concetto (rispetto a tanti esempi scritti) e dall’altro aiuta a diffondere un esempio, una storia. In rete si trovano numerose interviste e articoli di giornale su Roberto di Bella. Molto interessante l’articolo di un paio di mesi fa pubblicato su “Il Corriere della Sera” [“Il giudice Di Bella e l’allarme sui bambini che non vanno a scuola: «Dirigenti e insegnanti non devono aver paura di denunciare» Giudice del tribunale dei minorenni di Catania, ha fondato il progetto Liberi di scegliere per salvare i ragazzi cresciuti in contesti malavitosi. E ora gira per le scuole: «Demistifico i miti mafiosi e spiego ai ragazzi che c’è sempre un’altra opportunità».... [...lo dimostra l'esperienza con Liberi di scegliere. La prima volta che ho allontanato un minorenne dalla sua famiglia, ormai molti anni fa, avevo tutti contro, nessuna risorsa ed ero sotto minaccia, come mostra bene il film Rai e il libro in cui racconto la mia esperienza: ora la rete creata con l’associazione Libera di don Ciotti è una realtà consolidata, abbiamo avuto ottimi risultati, oltre 80 minori allontanati, 25 nuclei familiari, moltissime donne. Abbiamo siglato un protocollo con i ministeri della Giustizia, Interno, Pari opportunità, e anche Istruzione e università: perché l’istruzione è fondamentale per offrire ai ragazzi una nuova visione della vita che potrebbero avere. Quando capiscono che esiste un modo diverso di pensare e agire, che con lo studio possono emanciparsi e scegliere la propria strada, che le ragazze possono sposare chi gli pare e non l’uomo imposto dalla famiglia per suggellare sodalizi criminali, inizia il cambiamento».]

È sufficiente digitare “liberi di scegliere” sul motore di ricerca Google per saperne di più sia sul film, sia sul protocollo d’intesa tra Miur, Giustizia, Pari opportunità, Cei e Libera per dare una rete di supporto alle famiglie che decidono di dissociarsi dalla vita criminale. Si è da poco concluso il concorso nazionale “liberi di scegliere” a.s 2020/2021 che, come riportato sul sito del Ministero dell’Istruzione “nell’ambito del Protocollo d’Intesa per la realizzazione del progetto Liberi di scegliere e concorso di idee per le scuole, il Ministero dell’istruzione invita gli studenti e le studentesse delle istituzioni scolastiche secondarie di ogni grado, statali e paritarie, a partecipare al concorso in oggetto, per riflettere sull’importanza della libertà di scelta, partendo dalla visione del film “Liberi di scegliere”, promosso dalla Rai, diretto da Giacomo Campiotti, sul tema della ’ndrangheta e fruibile gratuitamente, dopo la registrazione sul Portale RaiPlay...]

[Così come molto interessante il colloquio tra Roberto Di Bella e Carmine Fotia, pubblicata sul settimanale l’Espresso del 11 agosto 2019. (Consigliata a chi vuole saperne di più]

Per chiudere, consiglio fortemente di approfondire la storia di Roberto Di Bella, persona che con coraggio ha saputo usare la legge non per punire, ma per aiutare, si è impegnato per trovare una soluzione e ha aperto le menti dando attuazione pratica a principi che tutti studiano ma che pochi, in fin dei conti, attuano.  Una di quelle storie che si dovrebbero sentire più spesso, che magari una volta ogni tanto dovrebbero occupare la prima pagina di un quotidiano nazionale per far capire che la volontà di costruire un Mondo diverso c’è, che trasmettono speranza, trasmettono fiducia nelle istituzioni e che lasciano almeno sognare che, come nei film, possa esserci un finale felice. E tutto questo, anche grazie al cinema, può essere divulgato e può essere portato a conoscenza di tutti. Il cinema come un indispensabile strumento per far conoscere, diffondere un pensiero ed istruire: ecco quale potrebbe essere il suo primo grande ruolo nel futuro.

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati