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Buon compleanno, Adriana Asti
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CENTO (e più) DI QUESTI GIORNI!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"La cosa più importante è sentirsi bene in un posto. Se ti senti a casa, quello è il tuo destino."

(è un pensiero di Adriana Asti che rivela molto di quello che è sempre stato il suo approccio alla vita, sin dai tempi del "Carrozzone", il teatro itinerante di Fantasio Piccoli, 1949) (♣) 

 

 

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Sono fotogrammi tratti dal film del '64 "Prima della rivoluzione". 

Francesco Barilli aveva ventuno anni, ditemi voi se Adriana non dimostrasse all'incirca la stessa età.

Sembra proprio una delle mie compagne di classe più carine. 

...................... 

 

Che tu, cara Adriana, compia oggi i novanta è stata per me una vera sorpresa: da quando ti conobbi - ti ammirammo sul palco del Carignano nell'ottobre del '64, decennale dello Stabile di Torino - ero convinto fossimo più o meno coetanei, io avevo ventidue anni (e gli ultratrentenni li consideravo già vecchi). 

E invece è proprio vero che eri nata nel 1931, non è una bufala del web del tipo di quella che tu sia alta metri 1,82!

 

Di te non sapevo neppure il nome (♦). Eravamo una coppia da appena tre mesi e stavamo cominciando a conoscerci meglio, avevamo scoperto per esempio che entrambi eravamo già stati a teatro diverse volte (lei a Torino aveva visto Gassman e poi un "Masaniello" ed anche alcune operette, io a Bologna ricordo Modugno in "Rinaldo in campo" e poi Paul Anka e anche Odoardo Spadaro, mi interessava a quell'epoca la musica leggera...).

Ora so bene che ha una memoria di ferro, è inutile che io mi sforzi, basta chiedere. Ed è stato facile arrivarci: "lei aveva la frangetta e lunghi capelli neri lisci"; e dunque... ma sì, CESARE E CLEOPATRA, con Gianni Santuccio (una volta tanto senza la Brignone) e questa giovinetta a noi sconosciuta nel ruolo della fatale regina d'Egitto. 

 

Cesare e Cleopatra (1964/65) - Spettacolo - 4 fotografie, FOTOWALL

Scusate per la scarsa nitidezza della prossima foto (scattata durante le prove):

 

 

  

... e permettetemi di pensarla ancora come quella prima volta:
                               complimenti e sinceri auguri Cleopatra!

 

 

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(♦) È vero che non conoscevo il tuo nome ma - ho scoperto poco fa - conoscevo già la tua voce:

Eri stata Claudia Cardinale in "La ragazza con la valigia" nel 1961 e in "I delfini" nel 1960.

Stefania Sandrelli in "La bella di Lodi" (1963). 

Nel '57, in "I sogni nel cassetto", eri Lea Massari (88 tra due mesi esatti).

E nello stesso anno Marisa Allasio "Susanna tutta panna" (85 il prossimo 14 luglio). 
 
Ho appreso pure che era tua la voce della indimenticabile Gradisca (Magali Noël in "Amarcord", 1973): il romagnolo di una milanese che entusiasmò Federico. 
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a proposito del 1973... avevi quarantadue anni e Luchino Visconti decise che era giunto il momento di farti vedere nuda (a teatro, nella piece "Vecchi tempi", di Harold Pinter, che il nudo non prevedeva). Applausi a scena aperta sin dall'esordio all'Argentina di Roma. Ma alla fine della 35.a replica anche un sonoro fischio: era arrivato da Londra l'autore.
 
E' passato quasi mezzo secolo, durante il quale - anche se qui non ne ho proprio parlato - sei meritatamente diventata famosa. 
Per il tuo indiscusso talento, naturalmente, ma in una certa misura, per non poco tempo, anche perchè una schiera di altri registi (e produttori) capirono subito che Luchino aveva avuto ragione. E lo capì anche il pubblico.
Un'immagine per ricordarlo: 
 
Adriana Asti: un futuro infinito – Articolo21

 

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(♣) Da una intervista di Dagospia del 2015:

 

Come arrivò al teatro? 

Ero in vacanza. In montagna. A 17 anni. Incontrammo la compagnia del Carrozzone. Fantasio Piccoli e i suoi andarono a parlare con mio padre. “Manderebbe Adriana a recitare con noi?” 

Suo padre la ostacolò? 

“Prendetevela” disse. “Non è assolutamente capace di fare niente, tempo tre giorni tornerà a casa”. Invece andai per non tornare. Quelli del carrozzone viaggiavano davvero e io avevo una voglia pazza di perdermi in giro e scappare di casa. I ruoli erano piccoli. Feci uno schiavo ubriaco nel Miles gloriosus e, prima ancora, il debutto assoluto nei panni di un paggio ne La dodicesima notte. Avevo una sola battuta: “Vieni a me, vieni morte”. 

Dicembre 1950. Teatro Stabile di Bolzano. All’improvviso manca la luce. Lei illumina la scena con una candela. 

C’era un destino, ma la fiamma del mestiere non l’ho mai avuta. Nessuna pulsione verso il teatro. Nessun sacro fuoco. Nessuna voglia di fare l’attrice. Ero timidissima, recitavo la poesia di Natale nascondendomi dietro la porta. 

Ha recitato in decine di film e spettacoli teatrali. Ha vinto molti premi. È sul palco da più di sessant’anni. 

La mia condanna, penso, per aver voluto lasciare a tutti i costi casa mia. La mia punizione. Gli spettacoli sono l’ultima cosa a cui penso nella vita. Io sto bene soprattutto quando non faccio niente. Quando ozio, leggo un libro, sto con gli amici.

 

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cherubino,

30 aprile 2021

 

 

 

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