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Il commissario Montalbano: Due nuovi episodi su Rai 1
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Luca Zingaretti

 

Torna in onda il prossimo lunedì, 29 febbraio, alle 21:10 su Raiuno il commissario Montalbano, il personaggio creato dalla penna di Andrea Camilleri e divenuto in breve tempo un fenomeno di costume, oltre che letterario e televisivo. Lo dimostrano, ad esempio, gli ascolti dei precedenti film tv che trovate in calce, mai scesi sotto i sei milioni e capaci di vincere le serate televisive anche quando trasmessi in replica.

Lontano dagli schermi dal 2013, il commissario torna con due nuove episodi, diretti da Alberto Sironi. Si parte con Una faccenda delicata e si prosegue il lunedì successivo, 7 marzo, con La piramide di fango, tratti dalle raccolte Un mese con Montalbano e Gli arancini di Montalbano il primo e dal romanzo omonimo il secondo, editi da Sellerio Editore.

A vestire i panni di Salvo Montalbano è ancora una volta l'attore Luca Zingaretti, circondato dai volti noti della serie, da Cesare Bocci a Peppino Mazzotta e Angelo Russo. New entry della saga è invece l'attrice Sonia Bergamasco, nuovo volto di Livia, storica fidanzata del commissario. Vediamoli nel dettaglio.

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Una faccenda delicata

Trama: Sono passati mesi dalla morte di François, Livia sembra avere finalmente superato il difficile lutto, pare tornata quella di sempre. Salvo è da lei, in Liguria, e Livia è davvero felice di averlo tutto per sé per qualche giorno. Purtroppo però Montalbano riceve una chiamata dal suo commissariato: c’è stato un omicidio e Fazio gli chiede di tornare subito a Vigata. Anche perché del caso ha già cominciato a occuparsene Augello, che ha imboccato però una pista d’indagine totalmente assurda e non c’è modo di dissuaderlo. Non c’è niente da fare, Montalbano deve partire. Livia è assai dispiaciuta, ma non può che avere pazienza, per l’ennesima volta. Non appena tornato a Vigata, Salvo apprende del caso: è stata uccisa una prostituta, Maria Castellino, strangolata con una cintura da uomo nel miniappartamento dove lavorava. Era un personaggio piuttosto singolare Maria: tanto per cominciare, aveva quasi settant’anni, ma era ancora in piena attività. Non solo, Maria era così buona, gentile, generosa, che era stimata e benvoluta da tutti, nessuno in paese era prevenuto o la giudicava per il suo mestiere. Inoltre era felicemente sposata, e per suo marito Serafino - ora distrutto dal dolore - il fatto che lei fosse una prostituta non era mai stato un problema. Augello è convinto che si tratti del delitto di un maniaco, un gerontofilo, e Maria, secondo lui, sarebbe morta per incidente nel corso di una bizzarra pratica erotica. Montalbano è ovviamente persuaso che la tesi di Mimì non stia né in cielo né in terra, ma, per non mortificarlo, gli lascia condurre autonomamente un’indagine parallela alla propria. Il commissario, intanto, insieme a Fazio, si butta sul caso, e grazie a Teresita Gaudenzio, amica e vicina dell’assassinata, e al preside Vasalicò, amico fraterno di Maria, scopre che da tempo Maria era spaventata, a causa di un cliente che evitava in ogni modo di incontrare. Anche i reperti trovati sul luogo del delitto portano a pensare che sia proprio questo misterioso e pericoloso cliente l’assassino della prostituta. Bisogna trovare il modo di identificarlo, ma gli elementi a disposizione sono pochissimi, non sarà affatto facile. Il preside Vasalicò, inoltre, chiede aiuto al commissario per un angosciante problema sorto da qualche giorno nella sua scuola: la madre di una delle bambine sostiene che un maestro abbia molestato sua figlia; l’insegnante, sconvolto, invece si dice assolutamente innocente. Il preside non sa che fare, perché, se la donna ha ragione, allora vuol dire che nella sua scuola c’è un pericoloso mostro, ma se invece la signora sbaglia, rischia di far mandare in prigione un innocente. Per fortuna Montalbano saprà fare luce su questa faccenda quanto mai delicata. Nel frattempo Mimì arresta un giovane gerontofilo, Mimmo Tavano, un tipo dall’aria buffa e bizzarra, cliente di Maria; è convinto che sia lui il colpevole. Salvo capisce immediatamente che Mimmo non è l’assassino e, malgrado l’ostinata convinzione di Augello, riesce a farlo scagionare. Nel corso di questa indagine Livia viene a Vigata, per far vedere a Salvo “Selene”, la cagnetta che ha appena adottato e che semina subito scompiglio e allegria nella casa del commissario. Ma non è solo per questo che è venuta: benché Livia appaia serena, la morte di François ha lasciato in lei segni profondi; ha più che mai bisogno di Salvo, di sentirlo vicino e di sentirsi amata. Montalbano riesce finalmente a identificare il misterioso cliente della Castellino: è un folle, dal tragico passato, ossessionato da Maria, ma per quanto tutto sembri indicare lui come assassino, il suo alibi pare davvero inattaccabile. Comunque sia il commissario, scavando sempre più a fondo, scopre nella vita e nel mondo di Maria risvolti sempre più ambigui e inquietanti: forse non era affatto così amata e benvoluta da tutti come si voleva far credere; la sua vita, in cui tutto sembrava limpido e chiaro, è in realtà un mistero sempre più fitto e intricato. E mentre Montalbano si fa strada in questo labirinto, un nuovo e brutale delitto pare incredibilmente rilanciare le bislacche ipotesi di Augello. Ma Montalbano riuscirà abilmente a riportare Mimì alla ragione, a risolvere il caso e a dare finalmente giustizia alla povera Maria Castellino.

Luca Zingaretti, Sonia Bergamasco

Il commissario Montalbano - Una faccenda delicata (2016): Luca Zingaretti, Sonia Bergamasco

Note di regia: «Montalbano è a Boccadasse in compagnia di Livia quando la voce dell'ineffabile Catarella rompe l'incantesimo: “Hanno stranguliato una bottana settantina”. Montalbano protesta: “Ma che volete da me? Non c'è Mimì Augello?”. La voce di Catarella si arrochisce come il verso di un pappagallo... “Dottori dottori...”.   Il problema è proprio Mimì, che alle prese con il delitto della bottana, ha imboccato una pista a dir poco discutibile.  Fazio reclama la presenza di Montalbano perché la faccenda è particolarmente delicata. Il commissario torna a malincuore a Vigata, dovrà porre un freno alle strane ipotesi investigative di Mimì Augello, senza colpire la sua suscettibilità, muovendosi quindi con molta delicatezza tra i personaggi di questo strano presepe vigatese. Camilleri si è divertito in questa storia a  sovvertire allegramente i canoni della morale borghese. Hanno ammazzato una bottana settantina che continuava a professare con profitto il mestiere,  e scopriamo che tutti a Vigata le volevano bene, a cominciare dai figli della vicina, che la chiamavano nonna.  

Il marito della bottana, interrogato, protesta: “Che vulite da me? La mia  è una famiglia normale  e normale è il lavoro di mia  moglie. Io l'ho conosciuta che  faceva il mestiere, che diritto avevo io di farle cambiare lavoro?”. Tutti i personaggi raccontano candidamente la loro storia. Scopriamo che il preside Vasalicò, consigliere finanziario della bottana, frequenta il catoio della signora,  come  si può frequentare il circolo di conversazione di Vigata. Scopriamo che il disoccupato gerontofilo ha un alibi inattaccabile: il giorno del delitto  stava dando assistenza  al centro anziani, e così via...

Il mio compito è stato prima di tutto questo: dare un volto credibile alla bottana settantina, al marito innamorato, al disoccupato gerontofilo, al preside/protettore, al cliente impazzito, alla vicina troppo bella e intraprendente e alla lunga serie di caratteri che la penna di Camilleri ci regala. Nella ricerca dei caratteri camilleriani abbiamo affinato una tecnica collaudata negli anni: setacciamo la Sicilia nei teatrini di provincia, negli stabili delle grandi città, nei gruppi amatoriali, nelle compagnie di dilettanti. Trovate le figurine del presepe resta il compito di muoverle sulla scena. Mi sono dato alcuni obiettivi: una mano lieve nelle scene più crude, il tono di Montalbano meno duro, più cauto  davanti agli indagati, più attento alle diversità  di questo mondo borderline, in modo da poter entrare nella vita di personaggi apparentemente estremi e allo stesso tempo molto semplici, per renderli credibili allo spettatore».

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La piramide di fango

Trama: È notte fonda e piove a dirotto. Un uomo, in mutande e canottiera, gravemente ferito, sanguinante, corre disperatamente su una bicicletta, fino a entrare in un cantiere che ormai è tutto un pantano. Con le ultime forze che gli restano, va a infilarsi in una grossa tubatura della condotta idrica in costruzione. È là che viene trovato cadavere, la mattina seguente. È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco. Montalbano capisce che quell’uomo deve essere stato sorpreso nella notte, mentre dormiva; l’assassino gli ha sparato, lui ha cercato di fuggire con la bicicletta, si è nascosto in quella tubatura, ma la ferita era troppo grave ed è morto. Quindi doveva vivere nelle vicinanze del cantiere. Il commissario riesce dunque a trovare la sua abitazione e a identificarlo: si tratta del trentacinquenne Gerlando Nicotra, contabile della stessa impresa edile di quel cantiere dove è morto; viveva con la bellissima moglie tedesca, Inge. È un caso assai complesso, e strano, il commissario se ne rende subito conto: tanto per cominciare di Inge non c’è più nessuna traccia, sparita. Inoltre Gerlando e Inge non vivevano soli, come tutti credevano: nell’abitazione ci sono tracce di una terza persona, che stava là con loro, un uomo che nessuno conosce, probabilmente anziano. E nella casa vi erano anche delle pistole, sia nella camera dei Nicotra, sia in quella del misterioso ospite. Cosa assai sorprendente è che di questo “terzo uomo” non vi è alcuna impronta, indossava giorno e notte un paio di guanti di filo, e quindi è chiaro che si tratta di una persona schedata che non voleva farsi identificare. Si potrebbe pensare a un latitante, ma Montalbano non è affatto convinto di quest’ipotesi. Anche perché il caso Nicotra s’intreccia ben presto col tentato omicidio subìto da Saverio Piscopo, un muratore che aveva cominciato a parlare con la giornalista Lucia Gambardella delle irregolarità commesse dall’impresa presso cui lavorava. La Gambardella è una cronista coraggiosa e combattiva e da tempo lavora a un’inchiesta sugli appalti truccati a Vigata. L’edilizia è spesso il terreno fertile per accordi segreti fra politica e criminalità, ma il commissario capisce al volo che la donna ha messo le mani in qualcosa di molto, molto pericoloso e cerca in ogni modo di suggerirle cautela e di proteggerla. Si rende anche conto che, chi ha tentato di fare fuori Piscopo, ci proverà ancora e miracolosamente riesce a salvare il muratore da un nuovo attentato. Ormai è più che sicuro: la morte di Nicotra e i tentativi di uccidere Piscopo hanno a che fare con un enorme giro di corruzione e malaffare riguardante varie imprese edili della provincia. E certo, c’entra anche la mafia. Difatti varie forze cominciano a muoversi per costruire un colossale depistaggio, con il quale si vuole fare credere in ogni modo che la morte di Gerlando non sia stata altro che una storia di corna: Nicotra avrebbe trovato la moglie con un amante, avrebbe quindi tentato di ucciderlo, ma l’amante, durante la colluttazione avrebbe sparato a Gerlando. Montalbano, però, riuscirà a non cadere nei vari tranelli che gli vengono messi davanti, a smascherare falsi testimoni, false prove, false confessioni, e, con acume e coraggio, troverà il modo di penetrare all’interno di quella “piramide di fango” che pareva inespugnabile - un fango fatto di sangue, corruzione e malaffare - e ad arrivare finalmente al vertice, facendo così crollare una volta per tutte questa vasta e ingegnosa organizzazione criminale.

Luca Zingaretti, Teresa Mannino

Il commissario Montalbano - La piramide di fango (2016): Luca Zingaretti, Teresa Mannino

Note di regia: «C'è una sequenza ne La piramide di fango in cui Montalbano lascia il commissariato per raggiungere uno dei cantieri sui  quali sta  indagando. Sta infuriando il  temporale e Montalbano ferma l'automobile in uno spiazzo fangoso, a ridosso di un'enorme montagna di detriti. La pioggia aumenta di intensità e il commissario è costretto ad abbassare il finestrino appannato. Ora la montagna è davanti a lui, enorme, minacciosa. La pioggia  battente ha scavato  la terra lungo i fianchi fino a formare una specie di piramide. Montalbano sembra atterrito davanti a quel mostro. L'immagine e la sequenza racchiudono l'enigma e il senso profondo del film.  

Montalbano ha messo le mani negli appalti di alcuni cantieri dopo la morte misteriosa di un uomo che sembra essersi trascinato a morire in uno di questi. L'inchiesta procede a fatica, avvolta nella ragnatela degli intrighi, nel dedalo delle pratiche pubbliche, nel labirinto della burocrazia. Davanti a Montalbano non si materializza nessun volto, nessun colpevole, tutto è avvolto nella nebbia dell'anonimato. Soltanto alla fine un misterioso faccendiere, deus ex machina di questi giganteschi imbrogli, svela la diabolica macchina  garantita e protetta dalla politica nel nostro disgraziato paese.  

Questa volta ho dovuto imboccare una strada nuova. Niente personaggi, niente caratteri, niente volti. Soltanto ombre che si palesano nelle parole di una coraggiosa giornalista. L'inchiesta avanza faticosamente senza prove, sorretta  dalle elucubrazioni di Montalbano.  C'è un unico cadavere in tutta la vicenda: il corpo dell'impiegato che, nella sequenza iniziale del film, si è trascinato a morire all'interno di uno dei cantieri. Al di là del dovere morale di dare corpo e immagine a una storia esemplare La piramide di fango ha dato nuova linfa al mio lavoro. Raccontare le ipotesi di Montalbano, indagare nelle macchinazioni senza volto, leggere le ombre, mostrare  lo sgomento e l'indignazione del commissario davanti ai muri di gomma dove si nasconde il malaffare... tutto ciò mi ha confermato nella convinzione che ogni volta per me Montalbano è una nuova avventura che sono lieto di affrontare».

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Gli ascolti di Montalbano

 

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Clip video

NB: Per vedere le clip dei due nuovi episodi, inserire la password montalbano2016

 

CLIP 1https://vimeo.com/palomar2/review/155834011/f4d1284605

CLIP 2https://vimeo.com/palomar2/review/155834065/3ed9afc210

CLIP 3https://vimeo.com/palomar2/review/155834161/a2311619ba

CLIP 4https://vimeo.com/palomar2/review/155834661/4bfd36f91a

CLIP 5https://vimeo.com/palomar2/review/155834932/fb8ccf71e9

CLIP 6 https://vimeo.com/palomar2/review/155835188/f09f26e16d

CLIP 7https://vimeo.com/palomar2/review/155835912/53b2bff90e

CLIP 8 https://vimeo.com/palomar2/review/155835958/73a6888088

CLIP 9 https://vimeo.com/palomar2/review/155836200/25a1085686

CLIP 10https://vimeo.com/palomar2/review/155836890/3419c543f8

CLIP 11https://vimeo.com/palomar2/review/155956881/39871bbd06

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