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Giornate Cinefile Torinesi - Capitolo 7
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A Woman and a War (2013): locandina

Mancano ancora due giornate piene per visionare le ricche proposte offerte dalle varie rassegne presenti qui a Torino, ma al TFF la stampa ha già la possibilità di stendere qualche riflessione, tentare qualche pronostico, dato che tutti e 14 i film presenti in concorso sono stati visionati. Diciamo subito che le considerazioni che seguiranno sono frutto di una valutazione soggettiva e personale, che come tale è sintesi di un gusto ed una sensibilita' soggettive che non hanno alcuna pretesa o logica per divenire metro di giudizio. E comunque se l'anno scorso in qualche modo azzeccai il vincitore, quest'anno c'e' da dire che il film in concorso erano tutti mediamente di buona qualità, in media migliori di quelli del 2012; o comunque tra essi non si distingue così nettamente quell'opera che si posiziona nettamente più in alto delle altre. Comunque assegnerei i seguenti premi:

 

 

-migior film: A WOMAN AND A WAR di Junichi Inoue Giappone;

-premio speciale: VANDAL di Helier Cisterne, Francia;

-migliore attrice: Samantha Castillo in Pelo Malo, Venezuela

-miglior attore: Vincent Macaigne per 2 automnes, 3 hivers e per La bataille de Solferino, Francia

-miglior regia (premio di fantasia direi): Sebastien Pilote per Le demantelement, Canada.

 

 

Qui di seguito una classifica personale dei migliori sette film del concorso 2O13.

 

A WOMAN AND A WAR: E'il film più potente, tragico, efferato e devastante del Concorso, quello che più mi ha scosso ed emozionato. Una pellicola sulla resa incondizionata, sulla fine inevitabile, sulla scelta di percorrere la via degli orrori e della morte per anticipare una fine imminente, quella del Giappone sconfitto in guerra. Sesso e morte senza amore, vittima caduta prima di ogni altro valore o sentimento. VANDAL: Un film sul disagio ed il disadattamento di una gioventù ai margini che sfrutta una figura quasi eroica e misteriosamente anonima del più abile (e ricercato) autore di graffiti,  per dimenticare una vita che non presenta altra opportunità che quella di un lavoro umile e faticoso, in alternativa alla delinquenza e alla latitanza. Una leggenda di cui improvvisamente ci si può impadronire quando il destino te ne fornisce l'occasione. Appassionante, teso, asciutto e quasi avventuroso, resta perfettamente ancorato alla realtà (urbana) di oggi. CLUB SANDWICH: Le difficoltà di mantenimento di un rapporto quasi complice tra una madre giovane ed un figlio'adolescente con ormoni a mille, imprigionati ed in ostaggio in un club vacanze deserto. Ma una ragazza all'improvviso cambia le regole di un gioco che non può più continuare. Intimo, semplice, tenero e sincero e un po' malizioso...quel che basta.LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE : Si può piangere, riflettere, ma anche ridere sulla mafia e le sue sanguinose stragi senza essere blasfemi. Un film intenso ed intelligente, un Pif dirompente già al suo primo riuscitissimo film. LE DEMANTELEMENT: Dal regista canadese de Le vendeur, un film sulle angosce di un padre che ha sempre affrontato decisioni che lo hanno portato ad essere solo in una fattoria di pecore, a condurre una vita agra e faticosa senza nemmeno riuscire ad arricchirsi. Una figlia viziata ed ingrata che chiede un aiuto è l'occasione per il padre di andare ben oltre,  di svendere tutto per trovare un riscatto che sente di dovere alle proprie figlie, e per poter impadronirsi degnamente di un ruolo che ritiene di aver troppo a lungo trascurato: quello di padre presente e rassicurante. Un film che emoziona e tocca il cuore. PELO MALO: La volontà tenace di un piccoletto determinato undicenne che vuole fare il cantante e non accetta i propri capelli arruffati semina il panico nella madre, che interpreta il comportamento del figlio come un segnale di una sessualità deviata che potrebbe condannarlo ad una vita da emarginato. In una Caracas di palazzoni di cemento come alveari, una storia intima trattata in tono allegro e colorato che non frascura i risvolti cinici e drammatici lasciati in sottofondo 

LA PLAGA : La piaga non è solo la mosca bianca che compromette le colture biologiche del contadino protagonista, ma è anche e soprattutto la vecchiaia e l'inesorabile decadenza del corpo, accentuata qui dall'antitesi tra il fisico forte ed armonioso del wresler moldavo che lavora come bracciante, e il corpo che si sfalda dell'ottuagenaria Maria, ancora lucida e desiderosa suo malgrado di continuare a combattere.

 

 

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