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Soffocare

Regia di Clark Gregg vedi scheda film

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La recensione su Soffocare

di FilmTv Rivista
6 stelle

Il quarto romanzo di Chuck Palahniuk è in parte un ribaltamento speculare di Fight Club: dove Tyler Durden sostiene che se quasi si uccide un uomo per poi lasciarlo andare gli si donerà una nuova spinta vitale, Victor Mancini rischia la vita in prima persona lasciandosi soffocare nei ristoranti per farsi salvare dal prossimo. Con la convinzione di aver praticato un atto eroico, i suoi soccorritori raccontano di aver migliorato la propria esistenza, ma anche lo stesso Victor ci guadagna: i “salvatori” si sentono responsabili e accettano di aiutarlo, spedendo per posta assegni o contanti, a fronte delle difficoltà che lui racconta di attraversare. Così, come il protagonista senza nome di Fight Club si ritrova al centro di un vero e proprio culto (il progetto Mayhem) che gli sfugge di mano, allo stesso modo Victor Mancini è figura di riferimento per un vasto gruppo di persone, delle quali però non saprà soddisfare le attese. Nel romanzo, infatti, Victor – insieme alla propria compagna come il protagonista di Fight Club con Marla - trova la catarsi di fronte alla distruzione scatenata dai suoi adepti. Il film di Gregg, con il beneplacito dello scrittore, alleggerisce il culto che circonda il protagonista e cambia il finale, con un colpo di coda banalotto e meno soddisfacente della conclusione letteraria. Privilegiando l’aspetto romantico e il gusto per le situazioni bizzarre (la dipendenza sessuale, l’impiego in un parco a tema dal costume ottocentesco e l’ossessione dell’amico per la raccolta di grosse pietre da giardino), Gregg indovina alcuni passaggi divertenti ma rimane piuttosto superficiale. Unico alibi: le limitazioni economiche della produzione indipendente (il film è stato girato in soli 25 giorni e in 16 mm.) che, per esempio, hanno impedito le ricostruzioni delle geniali sedute di ipnotismo sessuale di Ida Mancini, dove i clienti immaginavano di fare sesso con dive del cinema e personaggi storici. Ne risulta una pellicola godibile, ma nemmeno poi tanto, che ha il retrogusto di un’occasione mancata.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 19 del 2009

Autore: Andrea Fornasiero

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