Murdaugh - Morte in famiglia, su Disney+ dal 15 ottobre, non è una semplice serie true crime. È la cronaca della disintegrazione di un impero familiare costruito sul potere, sull’apparenza e sul controllo del sistema legale locale. Prodotta da Disney+ e Hulu, la miniserie in otto episodi porta sullo schermo l’incredibile vicenda dei Murdaugh: una delle famiglie più influenti del Sud Carolina, la cui reputazione è stata travolta da un doppio omicidio, frodi finanziarie, insabbiamenti e una lunga lista di sospetti.


Ispirata al podcast Murdaugh Murders della giornalista Mandy Matney (anche personaggio della serie, interpretato da Brittany Snow), la fiction si muove tra ricostruzione dei fatti, atmosfere cupe e tensioni familiari. Al centro, Alex Murdaugh, interpretato da Jason Clarke, e sua moglie Maggie (Patricia Arquette), immersi in una vita di privilegi che si trasforma in incubo dopo l’incidente nautico che coinvolge il figlio Paul. Da quel momento, niente sarà più come prima.

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Jason Clarke e Patricia Arquette nella serie 'Murdaugh - Morte in famiglia'.

Moselle: una scena del crimine, non una casa

La trama della serie Murdaugh – Morte in famiglia segue il punto di rottura: la notte del 7 giugno 2021. Maggie e Paul vengono trovati uccisi nel complesso agricolo della famiglia, noto come Moselle. La telefonata al 911 arriva da Alex alle 22:06. Dice di aver trovato i corpi vicino ai canili. Ma la sua versione crolla presto: dati telefonici e un video ripreso da Paul rivelano che Alex era presente sulla scena al momento degli spari. Due armi diverse, molteplici colpi. E un solo sospettato: il capofamiglia.


Da lì, la narrazione della serie si allarga, seguendo la lunga scia di crimini che precedono e seguono i delitti. La caduta di Alex Murdaugh, accusato non solo degli omicidi ma anche di frodi multimilionarie e altri reati, è al centro di un processo mediatico e giudiziario che si trasforma in una saga nazionale.

Il figlio che resta: la solitudine di Buster

Buster Murdaugh, il figlio maggiore, interpretato nella serie Murdaugh – Morte in famiglia da Will Harrison, è il volto di una giovinezza schiacciata dalla vergogna familiare. Dopo la morte di madre e fratello, e la condanna del padre, Buster si ritira dalla scena pubblica, abbandona gli studi di legge e si rifugia in una vita discreta con la compagna Brooklynn White.


Ma la serie mostra come anche lui resti avvolto nelle ombre: legato a casi come la misteriosa morte di Stephen Smith nel 2015, coinvolto nelle conseguenze della causa per l’incidente in barca del 2019, e testimone chiave nella difesa del padre. Il suo sguardo, a metà tra protezione e dubbio, regge alcune delle scene più ambigue del racconto.

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Johnny Berchtold nella serie 'Murdaugh - Morte in famiglia'.

I mattoni che crollano: soldi, bugie e giustizia

Il cuore tematico della serie Murdaugh – Morte in famiglia non è solo il crimine, ma il sistema che ha permesso che tutto questo accadesse. La famiglia Murdaugh ha dominato per generazioni la giustizia nella contea di Hampton: controllava tribunali, influenzava polizia e procuratori, decideva chi finiva sotto processo e chi no. Ma, quando iniziano a emergere le frodi compiute da Alex (milioni sottratti ai clienti, fondi manipolati, assicurazioni truccate), il castello crolla.


Il processo del 2023, trasmesso in diretta nazionale, mostra un uomo che non solo ha mentito su dov’era quella notte, ma che ha manipolato per anni amici, colleghi e persino il sistema legale. La sua dipendenza da oppioidi viene evocata come scusa. La verità, suggerisce la serie, è più scomoda: il potere, quando si sente minacciato, diventa violento.

Mosse false, processi veri

La serie Murdaugh – Morte in famiglia affronta anche le controversie successive alla condanna. Il sospetto di manipolazione della giuria da parte della cancelliera del tribunale, Becky Hill, diventa un nuovo scandalo, culminando con l’arresto della donna per condotta scorretta e falsa testimonianza. Ma nonostante queste nuove ombre, il verdetto resta: Alex Murdaugh è condannato all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale.


Tuttavia, il processo non chiude la questione. Il pubblico continua a chiedersi se tutta la verità sia davvero venuta a galla. Il nome Murdaugh resta sinonimo di misteri e zone grigie. La serie, più che offrire risposte, mette in discussione il senso stesso di giustizia quando questa è intrecciata al potere e al privilegio.

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Jason Clarke nella serie 'Murdaugh - Morte in famiglia'.

Una dinastia in frantumi: il vero caso Murdaugh

La vicenda che ha ispirato la serie Murdaugh – Morte in famiglia è documentata in modo approfondito nel podcast da cui prende spunto. La realtà è ancora più complessa della finzione. Alex Murdaugh, un tempo avvocato potente e rispettato, viene smascherato da un video ripreso dal figlio e da una rete di frodi così vasta da travolgere l’intera contea. Le morti misteriose che circondano la famiglia, dalla domestica Gloria Satterfield a Stephen Smith, sono solo la punta di un iceberg fatto di omertà e manipolazione.


Nonostante la condanna definitiva nel 2023, l’appello è ancora in corso. E le accuse di corruzione e irregolarità processuali continuano a emergere. Intanto, la memoria di Maggie e Paul resta sospesa in una narrativa che cambia a ogni nuova rivelazione.

Un Sud che non dimentica

Murdaugh – Morte in famiglia non è una serie che cerca il colpo di scena. È un’esplorazione chirurgica di come il potere possa corrompere tutto: la legge, la famiglia, la verità. Mostra come una dinastia possa autodistruggersi quando la verità inizia a farsi strada. La serie funziona perché non cerca redenzioni né assoluzioni: lascia che siano i fatti, le testimonianze, e le bugie smentite dalla tecnologia a parlare.


È un racconto su una caduta verticale, ma anche un monito. In una società dove il privilegio si confonde con l’immunità, il caso Murdaugh è un avvertimento: nessuno è intoccabile. Nemmeno chi porta il nome sulla porta del tribunale.

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Redazione

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