Il tempo, quando non lo si spreca, può diventare un alleato inaspettato: Balene – Amiche per sempre, serie in quattro serate da 100 minuti (o otto episodi da 50) in onda su Rai 1 dal 21 settembre, nasce da questa idea.
Con la regia di Alessandro Casale e la scrittura di Fabrizia Midulla, Barbara Cappi, Grazia Giardiello e Giorgio Nerone, la serie porta sullo schermo una storia che parla di seconde possibilità, di amicizia ritrovata e di quel momento preciso in cui, dopo una vita di scelte (e rinunce), si ha finalmente il coraggio di diventare la versione più autentica di sé.
Un dramedy a incastro, tra emozione, ironia e mistero, che segna il ritorno televisivo di Veronica Pivetti e Carla Signoris in una forma narrativa che punta in alto.

Un giallo che apre vecchie ferite
Tutto nella serie di Rai 1 Balene – Amiche per sempre comincia con una morte. Adriana, ambientalista convinta e attivista per la protezione delle balene, perde la vita in un incidente subacqueo apparentemente banale. Ma la sua scomparsa è il primo tassello di un puzzle che non combacia.
Evelina e Milla, amiche inseparabili un tempo, oggi estranee da oltre un decennio, si ritrovano al funerale della donna che un tempo era stata il collante tra loro. Da quel momento, la serie si apre in due direzioni: da un lato, un’indagine non ufficiale che esplora la possibilità di un omicidio; dall’altro, il percorso personale e relazionale delle due protagoniste, costrette a confrontarsi con ciò che sono diventate o con quello che hanno evitato di diventare.
La scomparsa del computer di Adriana, un vedovo ambiguo, documenti cancellati e silenzi sospetti rendono il mistero qualcosa di più di un semplice pretesto narrativo: diventa lo specchio delle zone d’ombra delle due protagoniste. Le falle nelle relazioni, le verità taciute, i ruoli imposti e accettati passivamente emergono a ogni passo di questa inchiesta personale e affettiva.
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Due donne, due vite da riscrivere
Evelina (Pivetti) e Milla (Signoris), le due protagoniste della Balene – Amiche per sempre, sono agli antipodi. Evelina è un’ex pittrice in blocco creativo, un’insegnante d’arte eccentrica, allergica alla tecnologia e madre single di Emanuele, un uomo pratico che cerca stabilità. Milla è l’esatto contrario: una donna borghese, ex casalinga, che ha passato la vita a sostenere la carriera del marito, Walter, e a soffocare le proprie ambizioni.
Il loro riavvicinamento non è una nostalgica rimpatriata, ma un confronto diretto con quello che sono diventate: due sessantenni pronte a riprendersi la scena. Milla si libera da un matrimonio fallito e prende le redini dell’azienda di famiglia, il pastificio, rischiando tutto. Evelina, spinta dall’arrivo di un nuovo direttore nell’Accademia, riscopre il suo lato emotivo e artistico, mettendo in discussione i propri limiti.
Entrambe non cercano la perfezione ma la verità, anche a costo di scomporre l’equilibrio apparente delle loro vite.

Figli, genitori e identità in transito
Attorno alle due protagoniste nella serie di Rai 1 Balene – Amiche per sempre si muove un gruppo di personaggi che riflette e moltiplica i temi della serie. Emanuele (Filippo Scicchitano) , figlio di Evelina, è un padre single che lavora come ingegnere e vive un’esistenza costruita su basi solide, ma deve imparare ad accettare l’imprevedibilità dell’amore. Flaminia (Laura Adriani), figlia di Milla e donna di successo, è bloccata da un’incapacità di vivere relazioni autentiche, come se il peso dell’efficienza avesse eroso la sua vulnerabilità. Entrambi si ritrovano, come le loro madri, a fare i conti con l’altro e con se stessi.
Zina (Vittoria Morizzo), la nipote di Evelina, rappresenta la generazione che cresce tra le fratture degli adulti. La sua passione per la danza, sostenuta in segreto dalla nonna, è un piccolo gesto di ribellione e speranza. Anche qui, la serie non si rifugia in soluzioni facili: ogni relazione è attraversata da incomprensioni, scelte sbagliate, ma anche dalla possibilità concreta di cambiare rotta.
Uomini che servono da contrappunto
Walter e Riccardo sono agli antipodi, ma entrambi rappresentano ostacoli e, in un certo senso, strumenti nel percorso di trasformazione di Milla ed Evelina. Walter (Paolo Sassanelli) è il passato che resiste, una figura solida solo in apparenza. Da marito traditore e padre distratto, si rivela per ciò che è sempre stato: un uomo che ha dato tutto per il lavoro senza capire che stava perdendo la famiglia.
Il tradimento con l’impiegata della banca non è solo la rottura di un legame coniugale, ma l’esplosione di un equilibrio ipocrita che Milla aveva tollerato troppo a lungo. Quando lei si prende il suo posto alla guida del pastificio, Walter si ritrova a fare i conti non solo con un fallimento economico, ma con la propria irrilevanza domestica. È una resa dei conti più amara che violenta.
Riccardo (Giorgio Tirabassi), invece, è il futuro che spiazza. Uomo concreto, moderno, pieno di idee, si presenta come un avversario naturale per Evelina, che vive ogni suo cambiamento come una minaccia. Eppure, la loro opposizione si rivela fertile.
Da quella tensione nasce qualcosa che mette in discussione entrambi. Riccardo non è un uomo perfetto (ha una compagna più giovane, che pesa come una nota dissonante nella storia), ma è un personaggio che rompe gli schemi e obbliga Evelina a uscire dalla sua comfort zone, anche emotivamente. Se Walter rappresenta ciò da cui ci si deve liberare, Riccardo incarna ciò che si può ancora scegliere se si ha il coraggio di rischiare.
Cosa resta di Adriana
Dietro il mistero della morte di Adriana (Manuela Mandracchia) c’è una verità meno clamorosa ma più universale: chi siamo davvero quando smettiamo di essere quello che gli altri si aspettano? Adriana, che sembrava essere il punto fermo del trio, viveva una crisi profonda, forse già separata dal compagno, forse già lontana dalla donna idealista che era stata.
Il suo attivismo per la salvezza delle balene, da cui la Balene – Amiche per sempre prende il titolo, non è solo un riferimento narrativo. Le balene, con la loro lentezza, la loro profondità e la loro voce misteriosa, sono simbolo delle vite sommerse delle protagoniste. Sono creature inascoltate che però, quando emergono, costringono tutti a fermarsi.

Una commedia che non consola
Balene – Amiche per sempre non è una serie rassicurante. Pur adottando i toni brillanti della commedia, evita il sentimentalismo e costruisce il racconto attorno a un nucleo emotivo ruvido ma sincero. Il dramma è reale, ma mai patetico. L’umorismo esiste, ma non serve a stemperare, piuttosto a resistere. Il mistero è accattivante, ma non domina: è un acceleratore, non un fine.
Le Marche fanno da cornice visiva a tutto questo, con paesaggi che esaltano il contrasto tra esterno e interno, tra la bellezza del mondo e le battaglie invisibili che ognuno combatte. La regia, ispirata alla commedia di situazione inglese e alla tradizione sentimentale americana, costruisce un equilibrio tra verosimiglianza e costruzione narrativa, lasciando spazio a personaggi sfaccettati e vivi.
Sessant’anni, mica male
La serie di Rai 1 Balene – Amiche per sempre è una storia che non ha paura del tempo. Non lo rincorre, non lo nega, lo abita. E lo fa attraverso due donne che si rifiutano di farsi da parte. Racconta la fine di un’amicizia, la sua rinascita, e tutto quello che ci sta in mezzo: l’amore, il disincanto, la famiglia, la libertà, il lutto, la vergogna, il coraggio.
In una tv spesso affollata da gioventù obbligata e drammi amplificati, Balene – Amiche per sempre sceglie la maturità come campo di gioco e la fragilità come chiave d’accesso. Non è mai troppo tardi per iniziare davvero. Nemmeno a sessant’anni. E se servono delle balene per ricordarcelo, ben vengano.
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