La trama di Too Much, la serie Netflix disponibile dal 10 luglio,è semplice solo in apparenza: Jessica, trentenne newyorkese in crisi, accetta un trasferimento a Londra dopo la fine rovinosa di una relazione durata sette anni. Ma quello che doveva essere un nuovo inizio si rivela invece un territorio minato fatto di malintesi culturali, autoboicottaggi, nostalgie e nuove complicazioni.
Creata da Lena Dunham e co-scritta col marito Luis Felber, Too Much è una serie che parte dalla grammatica del romcom per poi tentare di decostruirla in dieci episodi, con un tono oscillante tra il comico e il malinconico. Non cerca mai il lieto fine facile, ma esplora come la ricerca di sé possa diventare più caotica di qualsiasi relazione.

Jessica e Felix
Nella serie Netflix Too Much, Megan Stalter interpreta Jessica, una professionista del settore pubblicitario che ha costruito tutta la propria identità su due pilastri: il lavoro e Zev, il compagno che l’ha appena lasciata per un’influencer che confeziona shorts all’uncinetto. Quando quel castello crolla, Jessica si ritrova a fluttuare in uno spazio indefinito. Londra le sembra la cornice perfetta per un reboot alla Notting Hill, ma si rivelerà qualcosa di molto più ruvido.
Jessica è un personaggio che non cerca simpatia, ma verità. Spesso sbaglia. È disorientata, a tratti eccessiva, altre volte tragicamente lucida. La sua voce narrante può essere ironica ma anche spietata, e attraversa l’intera stagione come un diario emotivo costantemente in aggiornamento.
Il suo opposto, o forse la sua controparte, è Felix (Will Sharpe): musicista punk, sobriamente in crisi, eternamente indeciso tra isolamento e connessione. L’incontro tra Jessica e Felix è immediato, ma mai convenzionale. Non si tratta di “chimica” nel senso canonico: è più una collisione lenta, fatta di scambi strani, intimità intermittente, e un continuo oscillare tra bisogno e paura.
Felix non è solo un interesse amoroso. È un altro personaggio in fuga da se stesso, dal passato e da una vita che non gli somiglia più. Come Jessica, cerca di cambiare qualcosa, ma si scontra con la propria incapacità di lasciar andare.
Oltre il cliché del “nuovo inizio”
La serie Netflix Too Much gioca con l’idea del restart personale, ma lo fa ribaltando ogni premessa. Londra non è un rifugio: è alienante, piena di codici sociali oscuri, accenti incomprensibili, e aspettative frustrate. Dunham sfrutta il cambio di continente per raccontare non tanto lo scontro culturale tra USA e Inghilterra, quanto la distanza tra ciò che vogliamo diventare e ciò che continuiamo a essere.
Il tema portante è la disfunzione affettiva: non solo tra partner, ma tra genitori e figli, sorelle, amici, colleghi. Quasi tutti i personaggi di Too Much sono in fase di ricostruzione, alcuni lo sanno, altri no. E ognuno porta con sé una forma diversa di bagaglio emotivo.
Il mondo che ruota intorno a Jessica e Felix è fatto di figure eccentriche, riconoscibili e stratificate. La madre Lois (Rita Wilson) e la nonna Dottie (Rhea Perlman) formano un coro greco di ironia e apprensione, mentre la sorella Nora (interpretata dalla stessa Dunham) e il figlio tredicenne Dash offrono un riflesso alternativo della crisi esistenziale di Jessica.
Ci sono poi i colleghi londinesi: Kim (Janicza Bravo), expat alle prese con la scoperta tardiva della propria identità queer; Josie (Daisy Bevan), assistente imperturbabile e affascinante; Boss (Leo Reich), incarnazione vivente del sarcasmo della Gen Z. E ancora: Zev (Michael Zegen), l’ex insopportabilmente “woke”, ora fidanzato con la carismatica ma fragile Wendy Jones (Emily Ratajkowski), oggetto di un’ossessione social passivo-aggressiva da parte di Jessica.
Ogni personaggio ha un proprio arco narrativo, anche quando appare per una singola puntata. Da Richard E. Grant a Naomi Watts, da Stephen Fry a Adèle Exarchopoulos, gli episodi diventano ritratti di fragilità diverse, che si intrecciano alla storia centrale senza mai rubarle la scena.

Autoboicottaggio, ironia e riconoscimento
Secondo Lena Dunham, la serie Netflix Too Much vuole esplorare “come l’ostacolo maggiore nella nostra vita romantica siamo spesso noi stessi”. E con Too Much vuole provare non tanto a raccontare come superare il dolore quanto a mostrare come ci si inciampa dentro, anche quando si pensa di esserne usciti.
Jessica non è un’eroina in cerca di un uomo: è una donna che tenta disperatamente di non perdersi di nuovo. L’amore, in Too Much, è presente, ma mai come panacea. È invece una lente attraverso cui i personaggi guardano le proprie nevrosi, le aspettative familiari, le ferite non chiuse.
La serie non chiede al pubblico di credere nelle favole, ma di riconoscersi nei pasticci. Too Much esplora dinamiche affettive, relazioni familiari e processi di trasformazione personale in un contesto che mette in discussione le strutture convenzionali del racconto romantico. Attraverso un intreccio frammentato e un cast eterogeneo, la serie offre un’indagine sulle difficoltà del cambiamento e sulle resistenze interiori che spesso lo accompagnano.
Filmografia
Too Much
Commedia - USA, Gran Bretagna 2025 - durata 36’
Titolo originale: Too Much
Con Megan Stalter, Lena Dunham, Will Sharpe, Aylin Scott, Emily Ratajkowski, Antonio Aakeel
in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads
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