Espandi menu
cerca
Kevin Can F**k Himself

2 stagioni - 16 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

L'autore

mck

mck

Iscritto dal 15 agosto 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 208
  • Post 133
  • Recensioni 1081
  • Playlist 312
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Kevin Can F**k Himself

di mck
8 stelle

“Sognare è inutile con lui accanto.”

 

• Prima Stagione (8 ep., 2021).

 

Ripugnante, insostenibile, annichilente.
Lo ripeto, allora: “Sognare è inutile con lui accanto.”
E la recensione potrebbe terminare in questi dati punto e momento.
Quindi, ancora una (non ultima) volta, invece: “Sognare è inutile con lui accanto.”

Fra le "non" violente, quale constatazione peggiore per chiosare un matrimonio e quale migliore scusante per auto-giustificare un omicidio. (No question mark.) 

 

Annie Murphy, Eric Petersen

Kevin Can F**k Himself (2021): Annie Murphy, Eric Petersen


Poi, verrebbe anche da chiedersi, in tempi di “WandaVision”, che opera, in parte, quasi la stessa ricorsiva coercizione sincretica dei generi, ma diegeticamente in rapporto alla trama e al contesto, mentre “Kevin Can Fuck HimSelf” realizza e sfrutta il cortocircuito a livello extradiegetico…

[premesso e fatto salvo il fatto che il genere sit-com, così estremizzato, aiuta a rendere il co-protagonista (in realtà una figura del tutto, per l’appunto, sostituibile, vale a dire…. sacrificabile) ancor più, se possibile, tossico, rivoltante, indigesto, ché (forse) se fosse stato rappresentato dal solo genere “drama” avrebbe avuto dalla sua un filo di empatia in più]

…rispetto alla narrazione: come mai nessuno (non è vero: infatti alcuni, a loro modo… “Rabbits” di David Lynch!) ci aveva pensato prima a mettere in scena questo campo / contro-campo fra i generi?

 

Annie Murphy

Kevin Can F**k Himself (2021): Annie Murphy


Perché l’idea di innestare l’impianto principale drammatico à la “Breaking Bad” e/o “Fargo” con “According to Jim” (piuttosto che - da intendersi nell’unico senso corretto di anziché - “Married... with Children” e “Roseanne”) di/con James Belushi e/o i cartoon più-veri-del-vero di Matt Groening (Homer & Fry/Bender), Seth MacFarlane (Peter Griffin / Stan Smith), Parker & Stone (CartMan) e/o l’ottusa stupidità compulsiva del Mr. Bean di Rowan Atkinson è tanto “coraggiosa”, “folle” e “pericolosa” (in termini di riuscita concreta della manovra) quanto, semplicemente, bella: due tipi (black/dark dramedy + situation comedy) di opprimente, pigro, quotidiano orrore domestico creano un prodotto di ulteriore valore insorgente.

- “Ci sono persone che quando mi guardano non vedono un caso umano. Alle quali piaccio e che mi apprezzano per come sono.”
- “Per come sei. Dimmi come sei: così! Avanti! Lo sai di meritare molto di più di questo posto, di quegli idioti. Potresti essere… di più!”
- “Questo non è un complimento. Dio, una volta pensavo che lo fosse, ma sono così stanca di dover essere di più! Sono stanca! Eccomi qua: questa sono! Dovrei essere abbastanza così come sono.”

 

Annie Murphy

Kevin Can F**k Himself (2021): Annie Murphy


Note sparse. Due momenti.
Il primo, alla fine del pilot, avviene nell’occasione deflagrante in cui si rompe la netta barriera dentro/fuori fra i due generi (quando Kevin - un “perfetto” Eric Petersen - è in campo la situation comedy spazza via la realtà, ma non solo per opera sua: la vita vera, drammatica, concreta di Allison (un’eccellente Annie Murphy: “Schitt’s Creek” e la prossima 2ª stag. di “Russian Doll”) viene infatti da lei stessa ciecamente blindata - per una questione di sopravvivenza, senza virgolette - dentro alla “rassicurante” cornice della sit-com: agisce, come difesa, oltre che, principalmente, venire agita, essendo perennemente “sotto attacco”, e la sua vita ridotta a costrutto epifenomenico del d’intorno a sè), e Kevin viene, nell’immaginazione di Allison, neutralizzato: la sit-com evapora, sublima, trascende, ma il cinéma vérité, dopo essere riuscito a rompere l’incantesimo ordito dall’Homo insapiens divanensis e dalla società che lo protegge essendo costruita, per motivi contingenti, insiti, costitutivi, a sua misura e a uso e consumo (post-modernamente mitopoietico, da questo PdV, l’episodio 8.23 del 1997, “Homer’s Enemy”, dei già citati Simpson, che vede la partecipazione speciale e…

 

 

…transitoria di Frank “Grimmione” ("...come a lui piaceva essere chiamato...") Grimes, “un uomo - così come lo descrive lo stesso Groening - del mondo reale catapultato nel mondo dei Simpson, dove non può far altro che impazzire”), non prende il sopravvento definitivamente, e si trasforma invece in un pulp irreale, manifestandosi sin da subito come fantasia irreal(izzabi)le (o, meglio, fino ad ora, irrealizzata).
Il secondo, dopo che per tutti gli 8 episodi da 40 minuti l’uno non si vedeva l’ora di poterlo osservare dal vero, nella realtà, accade in una circostanza similare, ma parzialmente inversa, alla precedente: la sit-com si trasforma in dramma, ma questa volta è Allison a subire violenza, e Neil (Alex Bonifer), l’amico ancora-più-idiota di Kevin [e fratello di Patty (Mary Hollis Inboden), la vicina di casa di Kevin e Allison, il cui nascente rapporto di amicizia con la protagonista è una delle più pregevoli storie “collaterali”, oltre che la principale, della serie, assieme a quelle che vedono coinvolti Raymond Lee, Candice Coke, Justin Grace, Robin Lord Taylor, Meghan Leathers, Kevin Chapman], da innocua spalla demente si trasforma in orco.
L’unico personaggio, quindi, a non apparire, mai, compiutamente e pienamente nell’universo “reale”, è il padre di Kevin (un bravo Brian Howe).

 

Annie Murphy

Kevin Can F**k Himself (2021): Annie Murphy


Creata da Valerie Armstrong per AMC (“Mad Men”, “the Walking Dead”, “Breaking Bad”, “Halt and Catch Fire”, “Better Call Saul”) e da essa showrunnerizzata scrivendo da sola pilot e final season e con la collaborazione di altri 8 sceneggiatori i restanti 6 episodi, fotografata (e la differente resa cromatica - saturazione pastello vs. iperrealismo desaturato - è gran parte del tutto, qui) da Adrian Peng Correia (la 2ª stag. di “GLOW”), musicata da Keegan DeWitt (“Listen Up Philip”, “Queen of Earth”, “Golden Exits”, “the Hero”, “Bokeh”, “Hearts Beat Loud”, “Little Fish”) e diretta da Oz Rodriguez (“Vampires vs. the Bronx”), i primi 2 episodi, e da Anna Dokoza, gli ultimi 6, “Kevin Can Fuck HimSelf” è un esperimento riuscito: perché non vedo l’ora - pur con una forte dose di repulsione ancora in circolo - di assistere ad una necessaria seconda stagione (già confermata).

 

Annie Murphy

Kevin Can F**k Himself (2021): Annie Murphy


Adorabile come Allison (Annie Murphy) prenda una ciambella, si lecchi le dita pulendole dello zucchero a velo e poi se le passi tra le ciocche di capelli che le arredano le scapole.

Multi-Camera (SitCom) + Single-Camera (Serial) = One Life.

“Sognare è inutile con lui accanto.”

* * * ¾ - * * * * (7.75)

 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

• Seconda (ed Ultima) Stagione (8 ep., 2022).

 

Fake Your Own Death (and Die Alone Together). 

 

Quel che doveva accadere [forse con una stagione d’anticipo, nel senso che, da come si affastellano gli avvenimenti in questa seconda annata (in particolar modo dal - e in particolare nel - 6° ep., nel quale gli avvenimenti si succedono a frotte, con un continuo utilizzo di ellissi narrative: "Non lo famo, ma lo dimo!") sembra quasi che lo sviluppo della serie fosse stato in un primo momento previsto lungo un arco di tre gruppi composti da 8 episodi ciascuno, per un totale di 24 puntate, e poi invece AMC, dopo il primo volume, abbia deciso non di cancellare “Kevin Can Fuck HimSelf”, ma di rinnovarla per una soling’altr’unica volta: e in questo passaggio, per forza di cose, il giudizio s’acquieta un po’, anche se il finale, con la dipartita dell’effetto sit-com dall’aura che circonda Kevin, pur se inevitabil(ment)e (telefonatissima), è brutalmente riuscito], accade.

 


I primi sei episodi sono diretti da Anna Dokoza, il penultimo da Craig Di Gregorio (che lo scrive, dopo aver sceneggiato il secondo) e l’ultimo dalla creatrice e sviluppatrice/showrunner Valerie Armstrong (che lo scrive, dopo aver sceneggiato il primo). Gli altri copioni sono opera di Sean Clements, Kate Loveless, Grace Edwards e Jasmyne Peck.


Accanto ad Annie Murphy e a tutti gli altri, alcune partecipazioni speciali: Lauren Weedman (la fidanzata del padre di Kevin, il quale rimarrà l’unico personaggio principale a non comparire, mai, al di fuori del medium sit-com), Rachel Dratch (la talpa al comune) ed Erinn Hayes (la nuova ragazza temporanea di Kevin).

Dialogo tra comprimari.
- Quando ho incontrato Chuck [personaggio che non compare, mai, nella serie; NdR] è stata… È stata una scelta. Capisci? Ho scelto di amarlo. Ma con Neil, è…
- Aspetta, tu… Ami Neil?
- Non lo so! Forse è solo che non voglio stare da sola. E forse non sempre c’è differenza.

* * * ½ - * * * ¾ (7.25)          

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati