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The Great

3 stagioni - 30 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2020-2020
  • 10 episodi

L'autore

supadany

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La recensione su The Great

di supadany
8 stelle

«È possibile tagliare una testa o cambiarne il contenuto. Optando per la seconda soluzione, si otterrà un nuovo alleato, mentre con la prima non avrai altro che una testa dalla quale sgorga un sacco di sangue».

Se scegli di rimanere posizionato nel posto che ti è stato assegnato dal destino, non avrai problemi ma neanche grosse soddisfazioni. Se invece decidi di prendere il toro per le corna, devi prepararti a combattere.

La prima stagione di The great rilegge a suo piacimento – non per niente, il sottotitolo recita an occasionally true story – l’avvento nella corte di Russia della giovanissima Caterina, scegliendo un linguaggio inequivocabile senza ricorrere ad attenuanti o alleggerimenti, in linea con il pensiero odierno che vede le donne combattere con ardore per i loro diritti e le minoranze ribellarsi ai soprusi. Due fazioni svantaggiate, entrambe desiderose di vivere in un mondo migliore per tutti.

E, diciamocelo, ci vuole (e voleva) veramente poco.

Caterina (Elle Fanning) parte dalla Germania per approdare in Russia e sposarsi con l’imperatore Pietro (Nicholas Hoult). I suoi sogni d’amore vengono precocemente sconvolti dai comportamenti dittatoriali e scostumati di suo marito, mentre la corte non fa altro che assecondarlo e vedere in lei, la nuova arrivata, un incomodo da osteggiare in ogni modo.

Con l’aiuto di Marial (Phoebe Fox), la sua serva perennemente arrabbiata, di Orlo (Sacha Dhawan), un pavido funzionario, di Velementov (Douglas Hodge), un comandante militare con il vizio dell’alcol, e di Leo (Sebastian De Souza), il suo amante superdotato, architetterà un piano per eliminare Pietro e diventare imperatrice.

 

Elle Fanning, Nicholas Hoult

The Great (2020): Elle Fanning, Nicholas Hoult

 

The great manipola la Storia e definisce nettamente il perimetro che intende seguire fin dalle prime battute, senza poi ritirarsi, senza indietreggiare anche quando potrebbe essere accusata di essere oltraggiosa o semplicemente gratuita.

In questo modo, distrugge gli stilemi di rito sui film in costume e pretende che lo spettatore prenda posizione, senza fare prigionieri involontari (o ti solletica da subito, oppure in ugual modo la detesti).

Quindi, il linguaggio – più scurrile di quanto sia possibile immaginare (!!!) - e i comportamenti – di rara crudeltà - sono talmente debordanti da divenire una linea di demarcazione apodittica, con il sesso e il sollazzo, spesso riconducibile allo sterminio di animali, esplicitati con la stessa semplicità con cui si beve uno shot di vodka.

Contestualmente, procede un piano rivoluzionario che contempla vittorie e sconfitte, una progressione affine alla politica dei piccoli passi, con accenni all’inutilità della guerra, all’esercizio del potere, allo scontro tra scienza e ragione, alla necessità di attribuire dei diritti a tutti i cittadini (volendo, anche se in altre forme, vale anche per la Russia di oggi).

Un insieme che vede splendere come non mai la stella di Elle Fanning, costantemente sugli scudi, prestante a 360 gradi, capace di spremere il mosaico delle espressioni, convincente allo stesso modo quando è tenera come un tonno, decisa come una leonessa, distrutta dal dolore o debole come un agnellino che sta per essere sgozzato. Ed è altrettanto smagliante Nicholas Hoult, che ha perennemente scolpita l’espressione da bifolco, viziato, dissoluto, puerile e inetto.

 

Elle Fanning

The Great (2020): Elle Fanning

 

Aggiungendo un gran finale, che scatena un autentico putiferio e dà il là a un cliffhanger che aggancia la seconda stagione (per il sottoscritto, già imperdibile), The great offre un’azione incessante e costante (la qualità non accusa alcun vuoto pneumatico), lavorando in un sovraccarico permanente, con una fisionomia netta e sconveniente nei modi, sferzante, acida, spudorata e graffiante, comunque integrata da tatticismi elaborati e dai significati contemporanei, che vedono nel ruolo della donna una speranza di rivoluzione ed emancipazione nella direzione di un futuro migliore.

Prendere o lasciare, senza sotterfugi.

Huzzah!

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