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I bambini li guardano: The Dangerous Lives of Altar Boys
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I bambini li guardano è una rubrica settimanale di Cinerepublic in cui gli autori raccontano, in forma di cronaca dal salotto di casa, la visione di un film per grandi ad altri genitori audaci desiderosi di allargare gli orizzonti cinematografici dei propri figli.

 


The Dangerous Lives of Altar Boys  (USA, 2002)
di Peter Care
con Jodie Foster, Kieran Culkin, Emile Hirsch, Vincent D'Onofrio, Jena Malone, Tyler Long
Genere: Commedia

 

Visto da Immorale e Yasmine, insieme ad Asia (11 anni).

 

Asia e sua madre, Yasmine, sono appena tornate dalle compere e lei, tutta contenta, mi fa vedere tutte le cose che ha comprato: un costume a due pezzi e delle scarpe con gli immancabili teschi ai lati (“sto crescendo una Dark ?” - penso fra di me e mi rispondo “beh, sempre meglio che Emo”). Da un po’, infatti, ha una vera predilezione per abiti neri e preferibilmente addobbati con teschi di varia foggia e dimensione. Credo sia una cosa passeggera dovuta, principalmente, a questioni modaiole, ma vedremo come andrà in futuro. La guardo, “sta crescendo” – mi dico, i 12 anni si avvicinano e le si fa sempre più donnina, con il suo fisico longilineo, slanciato per la sua età.

Credo che a breve dovrò iniziare ad esercitarmi con il “Metodo Reggie” per i suoi eventuali spasimanti.

 

Avrò bisogno di una spalla, ma il mio amico Leonardo (con la barba incolta ha un’inquietante somiglianza con Giovanni Brusca) o Emidio dovrebbero andare bene per l’eventualità, con la promessa di ricambiare il favore quando toccherà alla loro prole…

Ma non divaghiamo, il film di questa sera si intitola “The Dangerous Lives of Altar Boys” del 2002, unico lungometraggio drammatico dell’allora esordiente Peter Care, narrante il percorso formativo e di crescita di un gruppo di ragazzi in un istituto cattolico, nel profondo sud degli Stati Uniti d’America, negli anni 70.    

Io ed Asia ci accomodiamo sull’incandescente divano, mentre Yasmine sulla sedia a dondolo e iniziamo la visione.

 

Credo che questa non sia  serata, Asia mi appare distratta ed assente; non voglio forzarla e mi concentro sulla visione, le bislacche avventure di questi ragazzotti hanno il tipico incedere “indipendente”, con battute veloci e scurrilità varie ad argomento prettamente sessuale.

La passione per  i fumetti del quartetto di protagonisti fa da contraltare alla rigida educazione cattolica che viene loro comminata dalla loro insegnante, suor Assunta, personaggio poco sviluppato interpretato da una seriosa Jodie Foster; i loro alter ego video/cartacei, “The Atomic Trinity”, che come i tre moschettieri sono però in quattro, vivono nella mente (e nella penna) di Francis le loro eroiche avventure, rappresentazioni fantasiose delle sue vicissitudini reali, sia amorose (è innamorato della silenziosa Margie Flynn) che scolastiche. I nomi dei supereroi sono tutto un programma: Brakken (Francis), Muscle (Tim), Captain Asskicker (Wade), tradotto in Capitan Spaccaculi, e Major Screw (Joey), tradotto in Maggiore Scopatutti, ai quali si aggiunge Sorcerella (Margie), tradotto in Sortilegia. Ovviamente non può mancare un supercattivo, in questo caso la “pinguina” zoppa, chiamata Nunzilla (suor Assunta), Suorzilla in italiano. 

 

La relazione tra Francis e Margie occupa la parte centrale del film, i loro approcci adolescenziali all’amore e i primi contatti fisici (Asia, ahime, si fa più interessata, anche se con fare imbarazzato) si contrappongono all’amicizia con Tim, sempre più “Like a Rolling Stone”, perso nella sua ammirazione per William Blake e nella sua disastrosa vita familiare.

“Papa ! Quel quadro è identico al nostro !”, effettivamente è vero, ho una copia appesa in salotto, fatta dal padre pittore di un mio amico, dell’Incisione di Blake intitolata “Ancient of Days”.

   

 

Vengono introdotti, successivamente, argomenti più crudi e adulti (Asia non sembra reagire alla cosa e non fa nessuna domanda) che fanno vacillare i rapporti di amicizia e mettono in dubbio gli amori (supereroi con superproblemi), conducendoci per mano alla fase drammatica della pellicola.

 

Poi si giunge all’apogeo del dramma ed al finale vagamente reazionario ma comunque valido, il tutto intervallato dalle ottime parti animate ad opera di Todd Mc Farlane, disegnatore, tra gli altri, di albi dell’Uomo Ragno, Batman e Spawn, e dalle musiche scritte o scelte da Joshua Homme dei Queen of The Stone Age.

 

Il mio giudizio sul film è positivo, la visione è piacevole e propone spunti interessanti, a dispetto di canoni cinematografici abbastanza consueti (il solito percorso formativo di crescita adolescenziale) e di alcune divagazioni non sufficientemente sviluppate o solo accennate, quali la passione viscerale di Tim per Blake o la breve variante soprannaturale nella casa di Margie.

 

Asia non commenta, sembra sovrappensiero. Mi si chiarifica tutto il giorno dopo, quando accendo il mio cellulare, detto anche “il cellulare della meretrice” poiché, a causa dell’ottima tariffa telefonica praticata, viene utilizzato da tutta la famiglia (e pochissimo dal suo proprietario). C’e un messaggio che recita: “Ty volevo chiedere un cs quando ty posso chiamare per organizzarci uscire insieme fammi sapere ty amo”…..cavolo, il “mood” illetterato e preadolescenziale della scrittura è chiarissimo. O è un errore o…Interpello l’interessata la quale mi dice, soavemente, di un ragazzino della sua età conosciuto all’oratorio che gli ha chiesto di diventare la sua ragazza. “Tu cosa hai risposto ?” – le chiedo e lei “ho detto di si”. Si incomincia, penso fra di me….dovevamo guardare un altro film. 

 

“Asia”- faccio io, “Si, papà ?”, “Digli di non mandarmi più messaggi amorosi, mi raccomando”.

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