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STAR WARS SEQUEL TRILOGY
di Oracolo85
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Durante le recenti vacanze natalizie, ho avuto la possibilità di vedere per la prima volta, in sequenza, tutti i tre film. Ecco il mio lungo (definitivo?) commento:
 
Vorrei cominciare questa mia lunga recensione sull’ultima trilogia di Star Wars, definendo, L’Ascesa di Skywalker, un pessimo film. Perché? Perchè questo film finale rovina tutto il percorso iniziato discretamente bene con Il Risveglio della Forze e portato a un punto altissimo (un vero apice) con Gli Ultimi Jedi. J.J Abrams e Lawrence Kasdan (regista e sceneggiatore di Ep VII) erano partiti bene. Certo, si inizia nuovamente su pianeta deserto, alla ricerca di un droide,BB-8, simpatico e tenero come un Winnie the Pooh cibernetico ma senza il carisma e il cinismo che caratterizzava R2-D2. Ottimo per i bambini ma deludente per gli adulti. Aggiungo che i droidi, in questa trilogia, non emergono, non sono memorabili. E di fare interagire C-P30 maggiormente con il gruppo (Rey, Finn, Chewie e Poe), in Ep IX, è provocare risate forzate e inutili. Sull’ idea di fargli cancellare la memoria per avere un forte momento drammatico per rifiutarlo è davvero anticlimatico (quanto sono ingannevoli i trailer?). Quindi EP VII inizia similmente a Ep IV, con una nuovo nemico, sorto dalle ceneri dell'Impero, con i suoi stessi obiettivi: il dominio della galassia. E’ chiamato il Primo Ordine. Andando avanti nel film, si capisce bene che è una versione schizzata e malata dell’ Impero Galattico, colma di fanatismo. E una particolare scena nel Risveglio della Forza, su un simil- pianeta ghiacciato rappresenta bene questo. Andava sviluppata meglio e raccontata la sua nascita in modo più dettagliato. Tuttavia, l’elemento più discordante con l’impero è l’uso del controllo mentale, una coercizione su uomini e donne per costruire un esercito (i suoi assalitori). E’ una grande differenza rispetto all’ Impero , che idolatrava la tecnologia, la ricerca ingegneristica e genetica. E’ l’aspetto più interessante che caratterizza il nuovo nemico nella Saga, scivolando poi dolorosamente nel riproporre un copia ingigantita della Morte Nera: la base Starkiller (il simil pianeta ghiacciato)
E’ una trilogia, questa, molto più cupa delle precedenti. Il finale di gioia e di speranza alla fine di Ep IX, sa di posticcio e Rey che guarda i due soli, su Tatooine, significa giocare con la nostalgia dello spettatore ma anche tradire la caratterizzazione del personaggio. Non ha alcun senso quel finale, su quel pianeta. E’ esclusivamente un gioco metacinematografico con gli spettatori.
Eppure la stessa Rey, che vediamo all’inizio del Risveglio della Forza si presenta come un personaggio profondamento diverso da quelli passati. Solitaria, rottamatrice di vecchi pezzi di navi imperiali e ribelli per del cibo, vive in una “baracca” riciclata da un vecchio camminatore imperiale, attendendo il ritorno della sua famiglia. La sua introduzione in Episodio VII, è una delle cose migliori della nuova trilogia. Sicuramente J.J Abrams ama più Rey che Rian Johnson. Infatti, in Ep IX, è lei che emerge sugli altri personaggi. La sua ambiguità introdotta dallo stesso Abrams e amplificata da Johnson sparisce completamente. Viene rivelato che lei è la nipote di Palpatine, tornato inspiegabilmente dall’aldilà e diventando, alla fine, il vero deus ex machina di tutta la Saga. Un ritorno pesante, perchè stravolge completamente lo sviluppo che i personaggi avevano avuto in Ep VIII. I principali protagonisti Rey, Kylo Ren/ Ben Solo / Finn sono stati presentati come personaggi tormentati che non sanno cosa fare del loro futuro. Non conoscono bene i loro ruoli. E questa loro caratterizzazione iniziale promettente viene sviluppata da Johnson in Episodio VIII, che risulta essere ancora più oscuro e tragico del precedente ( i Jedi possono fallire) ma definisce meglio il percorso dei tre (e in parte anche Poe): Rey che autodetermina il suo destino, essendo figlia di nessuno; Kylo Ren / Ben Solo che dopo aver ucciso suo padre e il suo maestro e infine rigettato la sua devozione per Vader, ha eliminato il suo passato e pronto a costruire un futuro diverso, il suo. Alla fine di Ep VIII, Rey e Ben sono davvero uguali. E anche Finn, vincendo le sue paure, impara lo spirito del sacrificio e diventa da ex-assalitore a eroe della Resistenza.
E invece con Abrams questi personaggi tornano a essere dubbiosi, indefiniti. Abrams e Terrio creano su di loro nuovi misteri: Finn è sensibile alla Forza? Qual è l’eredità genitoriale di Rey? Cosa ha fatto Poe in passato? E inoltre introducendo Palpatine riporta il personaggio di Ben Solo alla fine di Ep VII, non considerando il suo percorso in EP VIII. E poi, tanto fan-service in EP IX. Davvero fastidioso.
Anche registicamente i tre film non potrebbero essere più diversi. Ep VII e Ep IX caratterizzati da un ritmo indiavolato, quasi a nascondere le pecche della sceneggiatura e lo sviluppo psicologico dei personaggi. In Ep VIII il ritmo è volutamente più lento, con un'impennata nel finale, con l’obiettivo da parte di Johnson di raggiungere qualcosa di nuovo, di inedito, al contrario di J. J Abrams che riempie i suoi due film con il fan -service e un senso di circolarità. Terminando con la scena di Rey che guardo i due soli emerge la definitiva trasformazione di Star Wars operata dalla Disney: la saga mistica- fantascientifica costruita dalle passioni giovanili di George Lucas a un immenso contenitore a cui attingere per creare infinite storie. Una infinita ripetizione. Quel finale su Tatooine rappresenta l’inizio del nuovo ciclo e non la fine di tutto.

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