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Amici, amanti e...

Regia di Ivan Reitman vedi scheda film

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La recensione su Amici, amanti e...

di darkglobe
7 stelle

Ma insomma! Dove sta scritto che un’opera cinematografica per avere un suo senso debba necessariamente superare i confini della prevedibilità? Esistono film che personalmente ascrivo alla categoria degli svuotapensieri: commediole innocenti, allegre, senza troppe pretese, recitate con il giusto mestiere e capaci di offrirti un po’ di sano alleggerimento dai canonici affanni che tempestano le nostre vite spesso inutilmente complicate.

Ebbene il pregio di Amici, amanti e… sta proprio nella sua totale assenza di elementi innovativi quanto piuttosto nel navigato mestiere della ricomposizione, con il necessario garbo stilistico e con il diletto della citazione omaggio, di canovacci e percorsi diegetici copiosamente reperibili in decine di altre opere che la precedono, un po’ come il recitare a memoria e per puro diletto i “cento passi” della commedia leggera americana.

A cimentarsi nell’impresa è Ivan Reitman, forse nome meno famoso rispetto alle tante scomparse che hanno caratterizzato il nefasto 2022, ma pregevole regista noto per i due celeberrimi Ghostbusters oltre che - tra i tanti - per i vari Pericolosamente insieme, Evolution e La mia super ex-ragazza.

Tutto nel plot di Amici, amanti e… (il titolo originale sarebbe molto più esplicitamente un Senza impegni) è dunque un già visto. Così incontriamo il giovane assistente televisivo dal talento inespresso (Ashton Kutcher è per certi versi impeccabile nel suo mono-ruolo in cui pare calarsi fin da inizio carriera) a causa della incombente e perenne aura di successo del padre famoso e puttaniere (Kevin Kline impersonerebbe un cinquantottenne ma l’aspetto è quello di un fatiscente ultrasessantenne); la donna in carriera che a causa di trascorsi traumi familiari non riesce a costruire legami affettivi (Natalie Portman, pur minuta, sfoggia la sua incommensurabile bellezza oltre che una duttilità recitativa che le consente di navigare dal sublime all’infimo); la combriccola di amici (bene Ludacris) che incitano il protagonista maschile a scopacchiare qualsiasi bonazza di turno; gli immancabili gay sguaiati e/o repressi; il rivale in amore odiosamente spocchioso (Cary Elves); le classiche amiche/colleghe sfigate e romantiche (spicca la adorabile Greta Gerwig); la sorella impalmata (Olivia Thirlby) che con la sua genuinità apre gli occhi alla single impenitente; perfino la corsa finale per il coronamento del canonico epilogo romantico per una coppia che ha trasformato un legame fisico in un rapporto affettivo, il quale conserva comunque la propria effervescenza grazie al tortuoso percorso relazionale che ne ha consentito il conseguimento.

Non manca una ricca dose di gag tra cui sicuramente le meglio riuscite sono quelle sul rapporto, con annessi pugni nello stomaco, tra un padre irrealisticamente scriteriato ed un figlio pedantemente romantico, sull'overdose di sciroppo, sulle assurde inversioni di ruolo figlio-padre in tema di amanti e su altri frizzi e lazzi che contribuiscono ad alleggerire in maniera un po’ dissacrante (terribilmente cinico il ruolo della giovane allergica agli anziani) il tono di una commedia priva di velleitarie ambizioni innovative ma che si pone semplicemente l'obiettivo di far sorridere.

Azzeccata la colonna sonora zeppa di brani che vanno dal rap al romatico.

In sintesi questi i motivi per cui mi permetto di assegnare una piena sufficienza al penultimo lavoro di Reitman.

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