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La rivincita di Natale

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su La rivincita di Natale

di sasso67
4 stelle

Pupi Avati aveva in mano delle buone carte ma le spreca malamente, perdendo tutta la posta in palio. Il regista bolognese, autore di un discreto cinema medio - proprio quello che più manca in Italia -, si riallaccia ai personaggi del suo film "Regalo di Natale" (1986), che aveva lasciato una buona impressione, e li rimette al tavolo da gioco in una nuova notte di Natale, per un'improbabile rivincita. I personaggi, però, tradiscono il regista, perché non sono più credibili, con l'eccezione, forse, di quello interpretato da Montefiori, che è un po' il testimone muto dell'operazione. Gli snodi narrativi sono forzati (Abatantuono si è rimesso in sesto grazie a una buonuscita dell'ex suocero reso euforico dalla separazione della figlia? suvvia, siamo seri) e i colpi di scena scontati e prevedibili. Perfino l'ambientazione risulta posticcia: non sembra nemmeno Natale. Resta un'amara visione dell'amicizia tra persone mature (di anni), del tutto inaspettata in uno come Avati che lavora da anni con le stesse persone. Le interpretazioni degli attori lasciano a desiderare, come se nemmeno loro si sentissero a proprio agio in un film che non ha ragione d'essere. Abatantuono vede ogni giorno di più tramontare la propria stella, già sorta due volte, prima con il personaggio del terrunciello e poi con quello del milanese rampante inaugurato proprio con "Regalo di Natale". Carlo Delle Piane dà esile vita a un personaggio che non è credibile, e non si capisce perché parli continuamente sottovoce. Haber è il solito perdente nevrotico e si capisce lontano un chilometro che nasconde qualche imbroglio. Un filmetto.

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