Regia di James Gunn vedi scheda film
Sono tempi particolarmente duri/tremendi per chiunque, soprattutto per tutto quanto è strettamente correlato ai concetti di giustizia, di verità e di liceità. Tanto per cominciare, le divisioni sono sempre più ampie/irrecuperabili, il dialogo tra le diverse posizioni sta diventando insostenibile/impossibile (nemmeno cercato veramente), ogni aspetto finisce per essere polarizzato/discrimato e di conseguenza gettato in un tritacarne che punta sullo scandalo, senza pensare a come porre rimedio ai problemi reali. Un contesto divenuto estremamente fragile, nel quale si può precipitare - in un battito di ciglia - dalle stelle alle stalle, con gli stessi eroi a rischio di estinzione, potenzialmente esposti a una gogna mediatica creata ad hoc dalla parte opposta di turno, con la macchina del fango pronta a entrare in funzione e a essere seguita a furor di popolo, tra scroscianti applausi.
Insomma, al di là delle sterminate considerazioni che si possono apporre di volta in volta, ci sono vari modi di vedere/capire ogni singola questione.
Con l’ennesima versione di Superman, che segna anche un nuovo inizio per la malandata/tartassata galassia Dc, James Gunn sa perfettamente dove collocarsi e cosa guardare. Contemporaneamente, mette in atto tutte le (contro)misure necessarie per ampliare al massimo il bacino d’utenza della sua nuova creatura, consapevole delle enormi responsabilità derivanti dal primo passo, dal quale ormai – in un mondo che non perdona alcunché a nessuno – dipende un progetto che, in teoria, vorrebbe essere redditizio e di lunga durata.
Dopo aver sventato un’invasione subita da un piccolo Stato da parte di una nazione alleata degli Stati Uniti, Superman (David Corenswet – We own this city, The Politician) accusa una pesante battuta d’arresto da Ultraman, a sua volta manipolato dallo spietato Lex Luthor (Nicholas Hoult – Giurato numero 2, Nosferatu), disposto a compiere qualsiasi diabolica azione pur di eliminare dai giochi il suo rivale numero uno, l’unico in grado di fermare i suoi piani.
Messo all’angolo da Luthor, che nel frattempo ha trovato un modo per renderlo sgradito agli occhi dell’opinione pubblica e per avere il supporto della politica, Superman potrà comunque contare sulla forza di volontà dell’amata Lois Lane (Rachel Brosnahan – La fantastica signora Maisel, Manhattan), che riuscirà a ottenere l’aiuto di Mister Terrific (Edi Gathegi – Dr. House, The Blacklist), per uscire da una situazione che lo vede partire da una condizione di enorme svantaggio.
Mentre il mondo si trova a un passo dal definitivo collasso, toccherà a Superman evitare che il peggio diventi una perenne/irreversibile realtà.
Superman (2025): Nicholas Hoult, David Corenswet
Diretto e sceneggiato da James Gunn, Superman ha il gravoso compito di rianimare e di svecchiare quello che era il Dc extended Universe, nonché tutto quanto riguarda il panorama in crisi dei supereroi (pure la Marvel sta messa male, reduce da delusioni cocenti come Ant-man and the Wasp: Quantumania e The Marvels, nonché dal modesto risultato commerciale di Thunderbolts*).
Prende nettamente le distanze da Man of steel e da Superman returns, tenendo vivo giusto qualche sporadico legame con l’originale diretto da Richard Donner, si rimbocca le maniche e riparte da zero, ma con una memoria storica assodata (un altro recap totale sarebbe stata un’inutile perdita di tempo), e identifica il suo ovvio/sacrosanto centro di gravità, per poi premiare un intraprendente e flessibile gioco di squadra (Guardiani della galassia), aggiungendo un pizzico di scanzonata – per quanto ordinata e con qualche perdonabile compromesso - impertinenza (Suicide squad – Missione suicida) e cercando luminosità nella componente umana (Super), volteggiando - con un’innata agilità e un dinamismo inarrivabile - tra pirotecniche scene d’azione e un’impronta marcatamente comedy, tra travagli interiori e temi di attualità, ammonendo sui rischi derivanti da un sistema che sta andando fuori controllo, facendoci credere che sia tutto normale/accettabile.
Dunque, la sfida viene affrontata a tutto campo e di slancio, tra balzi felini e capitomboli orchestrati di giustezza, con tante definizioni puntuali (un po’ troppe, anche se quasi tutte hanno un senso compiuto e/o utile alla causa) e un complesso generale che solo in rari casi smarrisce momentaneamente la bussola, per un contenitore sgargiante ed estroso che, con destrezza, pesca a destra e manca, che riconosce nella sconfitta un punto da cui rinascere con il coltello tra i denti e che vede nell’altruismo, nella fiducia verso il prossimo e nell’apertura mentale, dei capisaldi da tenere bene a mente.
Un film aerodinamico e trasversale, che va di corsa, ma che sa anche - come e quando – rifiatare, senza per questo perdere mai di vista il pallino del gioco, con tanti effetti speciali, favoriti dalla fotografia pulita/strutturata di Henry Braham (The Flash, La bussola d’oro), ma anche una generale leggerezza, ruspante e un po’ ingenua, spalmata in lungo e in largo per controbilanciare le sorti.
Infine, il cast fornisce un frizzante assortimento. Da una parte ci sono le prime linee, scelte al risparmio (il budget è di circa 225 milioni di dollari, i tre protagonisti pesano una striminzita manciata di milioni) ma sul pezzo e funzionali, con un villain interpretato da un glaciale/ferreo Nicholas Hoult, mentre Rachel Brosnahan mette in risalto un piglio brillante e David Corenswet assolve al ruolo cardine con lodevole disciplina. Parimenti, le seconde linee sono quantomai folte e non fanno mancare il loro apporto, con alcune chicche, come un solido Edi Gathegi, un Nathan Fillion che esibisce un taglio di capelli particolarmente evidente/stravagante e il temperamento agguerrito di Maria Gabriela de Faria.
Superman (2025): Rachel Brosnahan, David Corenswet
In definitiva, Superman è dotato di una sana e robusta costituzione, sfoggia un arsenale al gran completo e straccia la concorrenza dei tanti blockbuster usciti negli ultimi mesi. Pensa in grande ma non perde di vista quei dettagli secondari in grado di fare la differenza, crede nei suoi mezzi ma conserva una buona fede di fondo, prende posizione e segue l’istinto della sua guida, quel James Gunn che mostra una competenza/attitudine/versatilità di chi è arrivato a essere il primo della classe partendo dal basso.
Con una notevole potenza di fuoco e il petto sempre in fuori, con un’anima nerd & geek e un’identità multipla (terrestre e aliena), inclusiva e fiduciosa, portando in grembo la forza della speranza, auspicando futuri migliori e possibili (a portata di mano, anche se tutto sembra sul punto di collassare), per un parco giochi volubile e voluminoso, con tanto pop e un po’ di rock, una mascotte d’eccezione (Krypto, da buon cane, marca il territorio) e un pannello multitasking, in grado di saziare svariati palati.
Frenetico e spassoso, empatico e propositivo.
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