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Kinds of Kindness

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Kinds of Kindness

di steno79
6 stelle

Kinds of Lanthimos: il nuovo film del regista greco è stato girato durante la post-produzione di "Povere creature", arriva a Cannes a meno di un anno dal Leone d'oro veneziano incassato dalla favola di Bella Baxter, ma forse risente di una certa fretta nell'elaborazione concettuale e nella realizzazione. 

Si tratta di un trittico di storie che oscillano fra il grottesco/surreale, il tragico e il nonsense, tre episodi di circa 50 minuti l'uno con gli stessi attori, tre varianti per un linguaggio filmico che sembra tornare alle origini dei suoi primi lungometraggi come "Kynodontas", e non a caso qui torna la presenza dello sceneggiatore Efthymis Filippou. Difficile giudicarlo in termini oggettivi perché si tratta di una pellicola anarchica e poco ortodossa, tuttavia si può provare ad affermare che Lanthimos, dopo essere stato accusato dai più di essersi "commercializzato", qui tenta una strada troppo impervia per il grande pubblico e ugualmente criptica per i suoi fan e per la critica a lui più favorevole.

Kynodontas traeva il suo potere di suggestione da una progressione narrativa nei territori dell'assurdo e del surreale implacabile e perfettamente giustificata, e inoltre durava solo 90 minuti. Qui invece Lanthimos si dilunga su quasi tre ore, francamente troppe, e i tre episodi non sono così felicemente risolti come il film greco del 2009, anzi rischiano di apparire quasi scollegati, con un'ottima partenza con il primo, interpretato da un magistrale Jesse Plemons, ma poi un netto calo di interesse già nel secondo, dove tutta la storia del poliziotto che non si fida della moglie e le chiede sacrifici estremi appare alquanto gratuita, non se ne coglie il senso più profondo e finisce per mettere in difficoltà lo spettatore, solo parzialmente appagato anche dal terzo episodio. Nonostante la struttura episodica con diverse scritte iniziali dedicate a un certo R.M.F. (forse un omaggio a Fassbinder), sembra di procedere di palo in frasca, con Lanthimos e Filippou che vogliono esporci un loro trattatello bizzarro su dinamiche di potere alienanti, sulla follia conseguente al dubbio amoroso sull'anima gemella e sulla ricerca impossibile di una spiritualità che superi anche la barriera della morte, ma che restano un po' troppo spesso nel limbo delle buone intenzioni, con personaggi e dialoghi che non incidono come dovrebbero. Visivamente spesso affascinante, meno pittorico di "Poor things" ma altrettanto controllato nella composizione dell' inquadratura e nel montaggio,"Kinds of kindness" può contare almeno su buone prove della musa Emma Stone, vincitrice dell'Oscar grazie al pigmalione Yorgos, qui protagonista di due episodi con un piglio comunque meno espansivo rispetto a Bella, di un Plemons efficacissimo nel body language della depressione e della sconfitta esistenziale, nonché nella follia, di un Dafoe ormai maschera un po' troppo prevedibile della malvagità umana, ma per favore non dimentichiamo Margaret Qualley.

Nel complesso, opera minore di un un autore fra i più interessanti e provocatori degli ultimi 20 anni, "Kinds of kindness" merita tuttavia una visita, e non sarà tempo perso.

Voto 6/10

Jesse Plemons, Hong Chau

Kinds of Kindness (2024): Jesse Plemons, Hong Chau

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