Espandi menu
cerca
Duello a Berlino. Versione integrale

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

Recensioni

L'autore

jonas

jonas

Iscritto dal 14 gennaio 2008 Vai al suo profilo
  • Seguaci 166
  • Post -
  • Recensioni 2741
  • Playlist 14
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Duello a Berlino. Versione integrale

di jonas
8 stelle

Un ufficiale inglese e uno tedesco attraversano 40 anni di storia ricevendo qualche ammaccatura, ma restando sempre fedeli a sé stessi. Un’opera-fiume di oltre due ore e mezza, che ha la forza della semplicità e il coraggio di usare ingredienti archetipici. In primo luogo è la storia di un’amicizia: due uomini si guardano attraverso la cortina di convenzioni che dovrebbe dividerli e si riconoscono simili (“è strano organizzare un duello fra due persone che non si conoscono” “succede così anche col matrimonio”). Poi è la storia di un amore, nato per caso, cresciuto in silenzio e inseguito per tutta una vita passata alla ricerca di un certo tipo di donna (sempre incarnato da Deborah Kerr, in quattro ruoli diversi). Infine è un film di propaganda bellica che ha le idee ben chiare sulla ragione e sul torto (“la giustizia trionfa sempre. I tedeschi hanno bombardato ospedali, affondato navi neutrali, usato gas velenosi, ma abbiamo vinto noi. La correttezza ha vinto”): elemento contingente, che però si traduce nella velata celebrazione dell’imperialismo britannico (simboleggiato dai trofei animali provenienti da tutte le parti del mondo, che si dispongono a riempire le pareti del salotto) proprio nel momento in cui è arrivato al canto del cigno. Il tutto è racchiuso dentro una cornice sorridente, che apre e chiude il flashback e che manca nella versione italiana. Giusto il rinvio di Morandini a La grande illusione: come il film di Renoir, anche questo mostra la solidarietà vigente all’interno di una casta sovranazionale, che può ritrovarsi incidentalmente da parti opposte della barricata ma condivide uno stesso sistema di valori. Ma quella casta e quel sistema di valori sono ormai in via di estinzione, il che costituisce il fascino amabilmente démodé del film. E il titolo italiano è a suo modo azzeccato, perché focalizza l’attenzione su qualcosa che non si vede, cancellato da un’ardita ellissi: bisogna saper guardare al di là delle apparenze, come fanno i due potenziali nemici.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati