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Dante

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

Commenti brevi
  • Ho visto il film la sera di Martedì grasso: quindi il naso finto dell'insulso Dante è l'unica cosa che mi ha stimolato in questa confusa, verbosa e tediosa rappresentazione del solito medioevo deprimente di Avati. Le belle immagini dell'ottima fotografia - a parte la disgustosa cacata in riva al fiume -non bastano a salvare il film.

    commento di gherrit
  • Attraverso il personaggio di Giovanni Boccaccio, Pupi Avati ripercorre la vita di Dante, segnata dall'esilio e dall'ingiustizia.

    leggi la recensione completa di Baliverna
  • Visto di recente. Aldilà di una ricostruzione sontuosa la storia è piatta e confusa, il film non decolla anche se il finale è commovente. Nella sostanza una bella occasione persa…

    commento di Brunoarceri
  • Un occasione sprecata. Consigliato a chi soffre d'insonnia.

    commento di gruvieraz
  • Parto subito col dire che non è affatto praticabile l'intenzione di fare di questo "Dante" di Pupi Avati un prodotto didattico da promuovere nelle scuole. Troppo verboso per poter fungere da primo approccio col Sommo Poeta. Non bastano una buona fotografia e una scenografia che si rifà alla grande pittura del tempo. E neanche il mestiere di Avati.

    commento di Peppe Comune
  • Un film serio e ben fatto,ma troppo verboso e lento fino allo sfinimento...per me un 5.5

    commento di ezio
  • Avati non riesce nella difficile impresa di avvicinare Dante al pubblico mostrandolo come un ragazzo qualsiasi, che come tanti vive un amore impossibile. Dove il film funziona molto meglio è nel racconto dell'eredità del Sommo Poeta e del suo mito, filtrato dallo sguardo del suo più grande ammiratore: Boccaccio. Visivamente molto ricercato. 6,5

    commento di rickdeckard
  • Spiace per Avati, ma la sua lettura di Dante non è all'altezza: non bastano delle meravigliose idee visive per allontanarsi dal modello para-televisivo rai. Alcune ottime idee galleggiano, isolate, dentro una sceneggiatura priva di mordente, incapace di suscitare un interesse intellettuale o emotivo e che a malapena sfiora l'arte della poesia.

    commento di r.237