Con All Her Fault, la serie su Sky Atlantic e Now dal 17 novembre, Sarah Snook lascia alle spalle i grattacieli e i giochi di potere di Succession per entrare in una zona grigia più quotidiana, ma non meno velenosa: quella delle apparenze familiari, della fiducia tra amici e dei segreti che si nascondono nei gesti di tutti i giorni. Tratta dal romanzo omonimo di Andrea Mara, la miniserie in otto episodi affonda le radici in un incubo plausibile, costruito sulla frattura improvvisa tra ciò che si crede di sapere e ciò che si rivela essere vero.

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Saeah Snook e Michael Peña nella serie Sky 'All Her Fault'.

Un messaggio, una porta sbagliata, e tutto crolla

La serie Sky All Her Fault si apre con una premessa semplice ma destabilizzante: Marissa Irvine, madre in carriera e donna abituata a gestire mille incastri tra lavoro e famiglia, arriva alla casa di una nuova conoscente per recuperare suo figlio Milo dopo un pomeriggio di gioco. Ma quella casa non è quella giusta. E la donna che le apre non ha mai sentito parlare di suo figlio.


Quel messaggio che Marissa aveva ricevuto, apparentemente dalla sua nuova amica Jenny, era falso. Il numero è scomparso, la fonte è ignota, e Milo è sparito. Da qui si innesca una catena di eventi che mette in discussione ogni relazione e ogni certezza. La serie si muove su un terreno instabile, in cui nulla è affidabile, nemmeno i ricordi.

Nessuno è innocente

Sarah Snook dà corpo a una Marissa Irvine spaccata in due: pubblicamente competente, internamente disorientata. Marissa non è solo una madre disperata; è una donna che, sotto la pressione sociale del “saper fare tutto”, vede il suo castello di controllo sgretolarsi. Accanto a lei, Jake Lacy interpreta Peter, marito deluso, furioso e incapace di comprendere se sua moglie sia vittima o corresponsabile. La loro tensione è il termometro di una crisi più ampia.


Jenny, interpretata nella serie Sky All Her Fault da Dakota Fanning, è un fantasma costruito sulla fiducia mal riposta: il suo nome viene usato per ingannare, ma la sua vera posizione nei fatti resta a lungo sfuggente. Poi c’è la cerchia ristretta: Lia (Abby Elliott), Carrie (Sophia Lillis), e Colin (Jay Ellis), amica, collega, socio. Tutti potenziali complici, tutti con qualcosa da perdere. La loro ambiguità alimenta un clima paranoico dove anche la solidarietà diventa sospetta.


Il detective Alcaras (Michael Peña) non è l’eroe rassicurante delle crime series tradizionali. È più uno specchio della comunità che indaga: scettico, ostinato, ma anche vulnerabile alla manipolazione. È l’elemento che serve a spostare l’asse del dubbio ogni volta che si pensa di aver trovato un colpevole.

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Dakota Fanning nella serie Sky 'All Her Fault'.

Colpa, controllo, comunità

La serie Sky All Her Fault è prima di tutto un’esplorazione della colpa. Il titolo non è solo un richiamo a un colpevole da individuare: è un gioco di specchi tra responsabilità soggettiva e sistemica. A chi appartiene davvero la colpa quando un bambino sparisce? Alla madre che ha seguito il messaggio senza verificare? A un amico che ha taciuto un dettaglio? Al sistema che normalizza la disconnessione tra le persone?


La serie mette a nudo il mito della comunità solidale: amici che si conoscono da anni si trasformano in possibili traditori, e la vicinanza fisica non garantisce affatto fiducia. Marissa, che all’inizio appare come una donna circondata da affetti e alleanze, si ritrova sola a combattere con il sospetto e la vergogna.


Ma il vero centro tematico è il controllo: quello che le madri cercano di esercitare su una realtà imprevedibile, quello che i padri rivendicano per sentirsi utili, quello che le istituzioni promettono ma non mantengono. Il fallimento di questo controllo apre lo spazio a una riflessione più ampia sulla vulnerabilità umana in un mondo che ci chiede di essere infallibili.

Un mistero che non vuole solo intrattenere

Sarah Snook lo dice chiaramente nelle interviste: All Her Fault non vuole replicare Succession, ma il finale (per lei, potente e inaspettato) le ha reso impossibile dire di no. La serie non si limita a creare tensione o a sorprendere lo spettatore con un colpo di scena. Costruisce un labirinto emotivo in cui ogni uscita porta a un’altra stanza piena di dubbi.


È un thriller psicologico in cui le indagini vanno di pari passo con l’erosione della fiducia. Lo spettatore viene spinto a chiedersi continuamente: di chi posso fidarmi? Ma, soprattutto: cosa succede quando la persona di cui ti fidi di più... sei tu, e anche tu potresti sbagliarti?

Una storia che brucia lentamente

La serie Sky All Her Fault non insegue il colpo ad effetto, ma costruisce una tensione costante fatta di relazioni che si incrinano, verità che affiorano a fatica, e un senso di minaccia che cresce da dentro. Non è solo la storia di un bambino scomparso: è la storia di quanto siamo disposti a perdere o a sacrificare per tenere insieme le nostre vite.


Con questa serie, Snook dimostra di non essere incasellabile. E noi spettatori, mentre ci chiediamo chi sia davvero “colpevole”, finiamo per guardare anche dentro noi stessi. Forse, in fondo, è proprio questo il vero colpo di scena.

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Redazione

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