Nel mondo delle serie crime, l’elemento che distingue una narrazione incisiva da una mera replica di schemi noti è la capacità di esplorare i dilemmi morali senza perdere tensione: Legenden – L’infiltrata, la serie disponibile su Netflix dal 27 ottobre, si muove esattamente su questo crinale.
Nata dalla collaborazione tra alcuni dei nomi più solidi della scena scandinava – tra cui i registi Samanou Acheche Sahlstrøm e Kasper Barfoed – la serie punta i riflettori non solo su una rete criminale difficile da smantellare, ma soprattutto sullo spaesamento identitario che può colpire chi decide di combatterla da dentro.

Un’identità ricostruita
Nella serie Netflix Legenden – L’infiltrata, Tea (Clara Dessau) non è una poliziotta affermata. È un’aspirante cadetta, con un passato complicato e una determinazione feroce nel voler riscrivere il proprio futuro. La sua occasione arriva sotto forma di una proposta rischiosa ma irripetibile: entrare in incognito come finta gioielliera all’interno di un’organizzazione criminale che opera indisturbata da tempo, aggirando i radar dei servizi segreti danesi. A offrirle questa missione è Folk (Nicolas Bro) e, veterano della PET (i servizi segreti interni), che intravede in lei il mix ideale di ambizione, coraggio e disperazione.
Tea accetta. Ma infiltrarsi in quel mondo significa perdere se stessa: nuovo nome, nuova casa, nuova vita. Nessun margine per l’errore. Il suo obiettivo è chiaro: avvicinare Ashley, la compagna del boss Miran, e ottenere le informazioni necessarie a far crollare l’impero criminale dall’interno. Ma una volta dentro, le linee diventano sempre più sfocate.
Due donne, un solo punto cieco
Il fulcro emotivo e narrativo della serie Netflix Legenden – L’infiltrata ruota attorno alla relazione tra Tea e Ashley. Da un lato, Tea interpreta la parte della nuova amica fidata, offrendo ascolto e comprensione a una donna che, al di là delle apparenze dorate, vive prigioniera sotto il controllo di un uomo potente e violento. Dall’altro lato, Ashley, interpretata da Maria Cordsen, è un personaggio intrappolato tra complicità e paura, tra dipendenza e desiderio di fuga.
La chimica tra le due è reale. Ma questo è il problema. Perché ciò che inizia come una missione si trasforma progressivamente in un rapporto vero, e per Tea ogni passo verso la verità è anche un passo verso la perdita del controllo. Dove finisce il dovere e dove inizia il legame umano? Quanto può resistere una copertura, quando a vacillare è l’identità stessa?
Miran: il volto che non cerca perdono
Afshin Firouzi nella serie Netflix Legenden – L’infiltrata interpreta Miran, boss carismatico e glaciale, che guida la sua rete con un misto di fascino e terrore. È un personaggio che non cerca di essere compreso, né redento. Non c’è umanità da scoprire sotto la superficie: c’è solo potere e manipolazione. Eppure, non è l’antagonista a sorprendere, ma il modo in cui ogni sua azione diventa un test per i personaggi che lo circondano.
Miran non è il motore della storia: è lo specchio distorto davanti al quale Tea e Ashley devono continuamente interrogarsi su chi sono e cosa vogliono davvero. È il catalizzatore silenzioso di ogni frattura emotiva.

Una città come maschera
C’è un altro personaggio che la serie Netflix Legenden – L’infiltrata mette in scena senza mai nominarlo direttamente: Copenaghen. Non la città da cartolina, ma un ambiente urbano livido e angoloso, fatto di club oscuri, magazzini, interni claustrofobici. Ogni location sembra riflettere il conflitto interiore dei protagonisti, come se anche la città si stesse fingendo qualcosa che non è. In questo senso, l’ambientazione non è un semplice sfondo, ma un’estensione del tema centrale: la doppiezza.
La pressione della scelta
Quello che rende la serie Netflix Legenden – L’infiltrata interessante all’interno del panorama delle serie crime contemporanee non è tanto la trama investigativa, quanto il modo in cui questa viene utilizzata per interrogare la natura della lealtà. La serie non cerca facili risposte né eroi incontestabili. Ogni personaggio è messo davanti a decisioni che non permettono redenzione totale, ma solo conseguenze. E ogni scelta ha un prezzo che va ben oltre la giustizia.
Per Tea, il dilemma non è solo “a chi devo essere leale?”, ma anche “chi sono diventata, dopo tutto questo?”. E in fondo, la vera domanda è un’altra: può esistere un ritorno a sé stessi, dopo aver vissuto troppo a lungo nei panni di qualcun altro?
Legenden – L’infiltrata non offre soluzioni comode, ma costruisce un’esperienza che si nutre di ambiguità e conflitti morali. In sei episodi tesi e serrati, la serie mette alla prova sia i suoi personaggi che lo spettatore, sfidandolo a non cedere al giudizio facile.
Nel cuore della narrazione non c’è solo la criminalità, ma il prezzo dell’identità. Non si tratta di sapere se Tea riuscirà o meno nella sua missione, ma se, alla fine di tutto, sarà ancora in grado di riconoscersi. E forse è proprio qui che la serie colpisce più a fondo: quando ci ricorda che anche la verità, a volte, è solo una storia che raccontiamo per non perderci del tutto.
Filmografia
Legenden - L'infiltrata
Poliziesco - Danimarca 2025 - durata 50’
Titolo originale: Legenden (2025)
Con Samanou Acheche Sahlstrøm, Afshin Firouzi, Soheil Bavi, Maria Cordsen, Nicolas Bro, Dan Boie Kratfeldt


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