Il 19 settembre arriva su Netflix Il rifugio atomico, nuova serie ideata da Álex Pina ed Esther Martínez Lobato, noti per La casa di carta, Berlin e Sky Rojo. Prodotta da Vancouver Media, la serie si articola in otto episodi e si svolge interamente all’interno di un bunker sotterraneo di lusso: il Kimera Underground Park. La struttura, progettata per resistere a ogni tipo di catastrofe, viene scelta da un gruppo di miliardari come rifugio in risposta alla minaccia di un conflitto globale imminente.
Lo scenario post-catastrofico funziona come cornice per una narrazione ambientata in uno spazio chiuso, dove le relazioni tra i personaggi diventano il principale motore degli eventi.

Bunker d’oro, vita al piombo
Il Kimera Underground Park della serie Netflix Il rifugio atomico è descritto come una micro-città esclusiva, dotata di tutti i comfort: campi da basket, ristoranti, giardini zen, cocktail bar, palestra, spa e persino uno spazio dedicato alla consulenza psicologica. In questo contesto, due famiglie con un passato irrisolto si trovano a condividere la stessa clausura, isolati dal mondo esterno e senza possibilità di uscita.
La narrazione si concentra sulle dinamiche interne al bunker: tensioni relazionali, conflitti personali, alleanze impreviste e segreti che riemergono. Il tempo non è scandito dalla sopravvivenza materiale, ma da una convivenza forzata che porta alla luce ciò che normalmente resta nascosto.
Anime murate: chi vive sotto Kimera
Nel cast della serie Netflix Il rifugio atomico figurano Miren Ibarguren nel ruolo di Minerva, Joaquín Furriel nei panni di Guillermo e Natalia Verbeke in quelli di Frida. A loro si affiancano Carlos Santos, Montse Guallar (Victoria), Pau Simón (Max), Alicia Falcó (Asia), Agustina Bisio (Mimi) e Álex Villazán (Ciro). I personaggi fanno parte di due nuclei familiari centrali alla trama.
Ciascuno porta con sé un bagaglio di esperienze, ruoli sociali e conflitti pregressi. La convivenza nel bunker obbliga a una rinegoziazione continua delle posizioni e delle relazioni. Il contesto chiuso agisce come acceleratore narrativo: ogni interazione ha conseguenze dirette e spesso imprevedibili.

Ricchi e (dis)umani
La serie Netflix Il rifugio atomico esplora il concetto di isolamento in un ambiente di privilegio estremo.
Ma affronta anche tematiche legate al potere, alla gestione della crisi, ai limiti del controllo personale e collettivo. I personaggi devono confrontarsi con una nuova condizione esistenziale, in cui i consueti meccanismi di influenza, ricchezza e status si riformulano in un contesto chiuso e separato dal mondo esterno.
L’ambientazione sotterranea diventa funzionale all’indagine su ciò che resta delle strutture sociali in condizioni eccezionali. Il bunker è rappresentato come un luogo sospeso, in cui la normalità viene riformulata giorno per giorno, e dove la memoria del mondo esterno convive con la necessità di adattamento.
Un buco nero di coscienza
La regia della serie Netflix Il rifugio atomico è affidata a Jesús Colmenar, David Barrocal e Jose Manuel Cravioto, mentre la direzione della fotografia è curata da Migue Amoedo. La narrazione alterna presente e passato, con l’utilizzo di flashback e progressivi svelamenti. Il ritmo e la struttura degli episodi sono concepiti per scandire l’evoluzione dei rapporti tra i personaggi e il graduale emergere di eventi e verità precedentemente taciute.
Lo spazio chiuso del bunker si presenta come un ambiente narrativamente denso, in cui i confini fisici coincidono con quelli emotivi e psicologici. Le dinamiche evolutive interne prendono il posto dell’azione esterna, in una progressiva ristrutturazione delle priorità individuali e collettive.
Il silenzio dopo l’esplosione
La serie Netflix Il rifugio atomico si muove tra thriller psicologico e dramma relazionale. La dimensione claustrofobica, l’assenza di contatto con il mondo esterno e l’intreccio di storie personali definiscono la traiettoria della narrazione. La serie propone una riflessione su cosa significhi adattarsi, convivere e ridefinirsi in un contesto di emergenza, senza riferimenti certi.
In questo spazio isolato e altamente codificato, ogni gesto, ogni parola e ogni alleanza acquisisce un peso specifico. Non si tratta solo di sopravvivere, ma di comprendere quale forma può assumere la convivenza in un tempo sospeso e in un ambiente che non concede vie di fuga.
Filmografia
Il rifugio atomico
Thriller - Spagna 2025 - durata 0’
Titolo originale: El refugio atómico
Con Miren Ibarguren, Joaquín Furriel, Natalia Verbeke, Carlos Santos, Montse Guallar, Omar Banana
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