Strike – Il richiamo del cuculo arriva su Warner Tv il 12 settembre con un pedigree ingombrante: nasce dalla penna di J.K. Rowling, sotto lo pseudonimo Robert Galbraith, ed è stato adattato per la BBC da Ben Richards con la supervisione della stessa autrice. Tre episodi, proposti come film in un’unica soluzione, per raccontare la prima indagine del detective Cormoran Strike, una figura che si muove tra i cliché del noir e un’attualizzazione che lo rende, se non originale, almeno intrigante.


La trama si sviluppa attorno alla misteriosa morte della supermodella Lula Landry, precipitata dal balcone del suo lussuoso appartamento londinese in una notte d’inverno. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello adottivo di Lula, John Bristow, non ci crede. Ed è lui a bussare alla porta di Strike, ingaggiandolo per scoprire la verità. Da qui, l’ex militare mutilato, ora investigatore privato in crisi, si ritrova immerso in un mondo che conosce bene ma da cui è sempre stato respinto: lusso, fama, privilegi, e un’ipocrisia di superficie che nasconde dinamiche più torbide.

Tom Burke, Holliday Grainger
Strike - Il richiamo del cuculo (2017) Tom Burke, Holliday Grainger

Cormoran Strike: tra ferite e lucidità

Cormoran Strike è il vero cuore pulsante di Strike – Il richiamo del cuculo. Tom Burke lo interpreta con una presenza scenica che va oltre il copione. Il personaggio ha un’impostazione classica: un investigatore disilluso, burbero, solitario, reduce di guerra con una gamba amputata e un passato ingombrante, ma non cade mai nella caricatura. Burke riesce a restituire una figura credibile, che alterna momenti di ruvida ironia a silenzi pieni di peso.


Strike è uno che sa osservare, non si fa impressionare, e soprattutto non si fa comprare. Il suo sguardo sul mondo dei ricchi non è pieno di rancore, ma di disincanto. Cresciuto come figlio illegittimo di una rockstar e di una madre dall’esistenza travagliata, Strike è un outsider che conosce le regole del gioco, ma sceglie di restarne fuori. È questo che lo rende efficace: la sua indipendenza morale, la sua capacità di vedere oltre il luccichio, anche se la sua stessa vita è a pezzi.


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Robin Ellacott: la segretaria che non ci sta a fare da sfondo

Holliday Grainger in Strike – Il richiamo del cuculo dà volto a Robin Ellacott, segretaria temporanea destinata a diventare partner investigativa. Anche se in questa prima miniserie lo spazio a lei dedicato è più ridotto rispetto al romanzo, Grainger riesce a suggerire un personaggio con una volontà autonoma e un’intelligenza viva. Robin non è solo un supporto, ma un elemento di equilibrio e, a tratti, di contrasto. È curiosa, empatica e non si limita a eseguire ordini: entra nei casi, si affeziona, rischia.


Il rapporto tra lei e Strike è uno dei motori sommersi della serie. Non è una dinamica romantica immediata, ma un legame che cresce nella stima e nella complementarità. Se Strike è il disincanto, Robin è la speranza di trovare un senso anche dove tutto sembra marcio. Il suo fidanzato Matthew, invece, resta sullo sfondo: una figura che funziona più come controcampo narrativo che come presenza attiva.

Holliday Grainger, Tom Burke
Strike - Il richiamo del cuculo (2017) Holliday Grainger, Tom Burke

Un mondo patinato che puzza di bruciato

La Londra che fa da sfondo all’indagine di Strike – Il richiamo del cuculo è un personaggio a sé. Non quella turistica, ma quella delle retrovie eleganti, degli appartamenti troppo silenziosi, dei locali esclusivi che odorano di marketing e vuoto. Lula Landry, la vittima, è assente fisicamente ma centrale narrativamente: la sua figura si costruisce attraverso lo sguardo degli altri. Amici, parenti, manager, ex fidanzati – tutti la raccontano a modo loro, e nessuno sembra davvero conoscerla.


Il contesto sociale è volutamente esasperato: una sfilata di maschere ben vestite che sorridono davanti ai riflettori e si azzannano nell’ombra. C’è un cinismo diffuso, un’ambiguità morale che avvolge tutto. È qui che Strike si muove con passo claudicante ma deciso, scavando tra versioni contraddittorie, dettagli trascurati e verità sepolte sotto l’apparenza.

Oltre il giallo

Sebbene Strike - Il richiamo del cuculo sia, formalmente, un giallo ben costruito con un mistero che tiene, la serie affronta anche temi più sotterranei. La disabilità di Strike è trattata con sobrietà: non è il focus, ma un dato di realtà che modella la sua esperienza. Non c’è pietismo né eroismo forzato. Strike è competente, efficace, e anche vulnerabile. È una rappresentazione della disabilità non come limite, ma come parte dell’identità.


Anche Lula, pur nella sua brevità di apparizione, incarna un altro tema: l’identità negata. Adottata in una famiglia benestante, ragazza nera in un ambiente bianco e ovattato, famosa per il suo aspetto e inseguita dai paparazzi, Lula sembra non aver mai trovato un posto dove essere sé stessa. La sua morte (che forse non è un suicidio) diventa il pretesto per indagare su quanto sia difficile mantenere la propria integrità in un mondo che ti trasforma in un’immagine.


Robin, dal canto suo, rappresenta una terza via. È una donna che cerca una nuova definizione di sé, attratta da un mondo oscuro ma reale, dove ciò che conta non è l’apparenza, ma la sostanza. Inizia come assistente temporanea e finisce per diventare un’alleata fondamentale, anche se il percorso è appena cominciato.

Un classico moderno, senza pretese di rivoluzione

Strike – Il richiamo del cuculo non rivoluziona il genere, né prova a farlo. Non è visivamente innovativo, non cerca virtuosismi, eppure riesce a costruire un’atmosfera coerente e un racconto solido. Si appoggia su archetipi conosciuti (il detective caduto, la città ostile, il mistero borghese) ma li tratta con consapevolezza. La regia è funzionale, la sceneggiatura fa il suo dovere, e la colonna sonora sa accompagnare i momenti chiave senza sovraccaricarli.


Non è uno show che urla per farsi notare, ma uno che costruisce un’identità con pazienza. E la presenza carismatica di Tom Burke è il collante che tiene tutto insieme.


Il richiamo del cuculo
segna l’inizio di una serie che ha il potenziale per ritagliarsi un posto tra i detective narrativi contemporanei. Non è “Sherlock”, né vuole esserlo. Non cerca il colpo di scena a effetto, ma una continuità narrativa costruita sui personaggi, più che sulla trama.


Questa prima indagine ci introduce a un mondo dove le verità si nascondono nei dettagli e i protagonisti non sono eroi infallibili, ma persone con i propri vuoti e le proprie ferite. La serie non è perfetta, ma è sincera. E in un panorama saturo di prodotti che gridano “innovazione” senza sostanza, questa normalità ambiziosa può essere, paradossalmente, un elemento distintivo.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Strike - Il richiamo del cuculo

Strike - Il richiamo del cuculo

Giallo - Regno Unito 2017 - durata 180’

Titolo originale: Strike: The Cuckoo's Calling

Regia: Michael Keillor

Con Tom Burke, Holliday Grainger, Kerr Logan, Jack Greenlees, Ruth Sheen, Natasha O'Keeffe

in TV: 12/09/2025 - Warner Tv - Ore 21.30