Il primo episodio della serie The Twisted Tale of Amanda Knox arriva su Disney+ il 20 agosto. Non è un true crime tradizionale. Non è un dramma giudiziario qualunque. È un’operazione chirurgica sulla macchina della percezione pubblica, sui meccanismi mediatici e sul devastante costo umano degli errori giudiziari.


La miniserie in otto episodi, coprodotta da Amanda Knox e Monica Lewinsky, prende un caso che il mondo credeva di conoscere e lo decostruisce pezzo per pezzo. Non punta a scandalizzare. Non cerca colpevoli facili. Indaga il modo in cui narrazioni distorte, pregiudizi culturali e dinamiche di potere possono travolgere vite vere.

Grace Van Patten
The Twisted Tale of Amanda Knox (2025) Grace Van Patten

Più di un caso giudiziario

La serie Disney+ The Twisted Tale of Amanda Knox ripercorre i 15 anni in cui Amanda Knox ha cercato di liberarsi dall’etichetta che le era stata cucita addosso: “Foxy Knoxy”, simbolo di un sensazionalismo vorace che ha trasformato il dolore in spettacolo.


Il racconto parte dalla notte del 1° novembre 2007, quando Meredith Kercher, studentessa britannica, viene trovata uccisa a Perugia. Amanda, americana di 20 anni, è la coinquilina. Nel giro di pochi giorni, il suo nome passa dalle indagini locali alle prime pagine globali. Ma ciò che davvero racconta la serie non è il “chi l’ha fatto”, ma come è stato detto chi l’ha fatto.


Ogni episodio svela un tassello: le lacune investigative, l’interrogatorio cruciale, le interpretazioni forensi, i due processi, la prigione, l’assoluzione. Ma il vero asse narrativo è l’erosione dell’identità di Amanda, da ragazza ingenua a figura pubblica polarizzante, e la sua graduale riconquista della voce e del controllo sulla propria storia.

Personaggi: più che archetipi

Amanda Knox (Grace Van Patten) è il cuore del racconto della serie Disney+ The Twisted Tale of Amanda Knox. Non un’eroina perfetta, ma una giovane donna con sfumature, che passa dall’ingenuità alla consapevolezza, dal trauma alla determinazione. Van Patten, in dialogo costante con la vera Knox, interpreta ogni stadio di questa trasformazione, inclusa la difficoltà di muoversi in un contesto culturale e linguistico alieno.


Raffaele Sollecito (Giuseppe Domenico, già rivelazione di Vermiglio) è il fidanzato italiano di Amanda al momento dell’arresto. Più che un comprimario, è uno specchio emotivo: anch’egli travolto da un sistema che non lo comprende e che lo usa come pedina.


Edda Mellas e Curt Knox (Sharon Horgan, John Hoogenakker) sono i genitori di Amanda. La serie mostra anche il loro tentativo, disperato e ostinato, di proteggere la figlia dentro un sistema che la stava inghiottendo.


Giuliano Mignini e Monica Napoleoni (Francesco Acquaroli e Roberta Mattei) sono, invece, le figure chiave dell’accusa. Non vengono rappresentati come caricature antagoniste, ma come persone convinte (e forse vittime) delle loro stesse certezze.


La presenza di Meredith Kercher aleggia, infine, come costante memento. Gli autori hanno scelto di rappresentarla con rispetto e cautela, evitando di ridurla a vittima funzionale alla narrazione.

Roberta Mattei, Grace Van Patten
The Twisted Tale of Amanda Knox (2025) Roberta Mattei, Grace Van Patten

Oltre il true crime

La serie Disney+ The Twisted Tale of Amanda Knox affronta senza sconti il modo in cui i media italiani e internazionali hanno costruito un personaggio pubblico attorno ad Amanda, ignorando i fatti a favore di un copione seducente. “Foxy Knoxy” era più redditizia di Amanda Knox. La narrazione ha preso il sopravvento sulla realtà.


Dalla barriera linguistica alla differenza tra i sistemi giuridici, la serie espone come le incomprensioni culturali abbiano alimentato errori e sospetti. Il comportamento di Amanda, ritenuto “strano”, fu letto attraverso una lente etnocentrica.


Uno degli episodi più forti è quello incentrato sull’interrogatorio. Ricostruito con precisione, mostra come pressioni psicologiche e confusione possano generare false confessioni. La serie qui solleva una domanda: quante altre persone si trovano nella stessa situazione senza che nessuno se ne accorga?


La showrunner K.J. Steinberg non racconta un mistero irrisolto. Racconta l’esigenza collettiva di risolverlo a ogni costo. La tendenza a etichettare, a cercare il colpevole “perfetto”, a credere che l’apparenza dica tutto. Ma, come dice Steinberg, “la certezza può essere nemica della verità”.


La serie non si chiude con l’assoluzione. Prosegue nella fase forse più importante: la rinascita. Knox da oggetto passivo diventa soggetto attivo. L’ultimo episodio, scritto anche da lei, è un manifesto di resistenza personale e riscatto narrativo.

Una serie costruita per disturbare certezze

La serie Disney+ The Twisted Tale of Amanda Knox non chiede al pubblico di “credere” ad Amanda. Lo sfida piuttosto a interrogarsi su quanto poco conosciamo delle persone che giudichiamo. Non offre verità semplici, né colpevoli rassicuranti. Mostra un sistema (mediatico, giudiziario e sociale) pronto a sacrificare la complessità umana per compiacere l’opinione pubblica.


Amanda Knox non viene santificata. Ma nemmeno condannata. Viene mostrata, con tutti i suoi sbagli, limiti, traumi e desideri. In questo senso, la serie ha ambizioni molto più alte del semplice intrattenimento. Cerca di restituire umanità dove era stata cancellata.


In un’epoca in cui tutto è opinione, The Twisted Tale of Amanda Knox compie un gesto raro: invita al dubbio. Non quello paralizzante, ma quello utile. Quello che, nel rumore del mondo, riesce ancora a chiedere: e se non fosse andata come pensavamo?. Senza scordare mai che è fiction e non verità assoluta.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina The Twisted Tale of Amanda Knox

The Twisted Tale of Amanda Knox

Drammatico - USA 2025 - durata 52’

Titolo originale: The Twisted Tale of Amanda Knox

Con Michael Uppendahl, Rebecca Hazlewood, Corinna Locastro, Natalia Leite, Rebecca Wisocky, Francesca Alice Antonini

in streaming: su Disney Plus