Chief of War, su Apple Tv+ dal 1° agosto, è una serie che non si accontenta di raccontare il passato. Lo affronta di petto, con la volontà chiara di riscrivere la narrazione sulle origini dell’arcipelago hawaiano. Creata da Jason Momoa insieme a Thomas Pāa Sibbett, si inserisce nel filone delle epopee storiche come Braveheart e L’ultimo dei Mohicani, ma porta sullo schermo una storia ancora poco raccontata: quella della lotta per l’unificazione delle isole Hawaii nel XVIII secolo.


La serie si compone di nove episodi, ambientati in un periodo in cui l’arcipelago era diviso in quattro regni (O’ahu, Maui, Kaua’i e Hawai’i) costantemente in guerra tra loro. Al centro della narrazione c’è Ka’iana, interpretato da Momoa, un guerriero leggendario che, in esilio su Kaua’i, viene coinvolto suo malgrado nel conflitto tra i regni. È un uomo che rifiuta le aspettative ereditarie legate alla sua nascita, ma che finisce per diventare una figura chiave nel tentativo di unificazione del popolo hawaiano.

Jason Momoa
Chief of War (2025) Jason Momoa

Eventi reali

La serie Chief of War si basa su eventi reali, poco conosciuti al di fuori delle Hawaii. Ka’iana, personaggio storico realmente esistito, fu il primo capo hawaiano a viaggiare oltre le isole, entrando in contatto con il mondo esterno e comprendendo con largo anticipo le trasformazioni politiche in atto. Quando rientra nella sua terra natale, le sue conoscenze esterne e la sua visione politica lo rendono un alleato strategico per King Kamehameha, il sovrano di Hawai’i impegnato a unificare l’arcipelago sotto un’unica bandiera.


Ka’iana, però, si trova stretto tra le ambizioni contrapposte di diversi leader: da una parte Kamehameha, dall’altra King Kahekili di Maui che lo vuole al suo fianco come comandante delle proprie truppe. A complicare tutto ci sono le rivalità familiari: il fratello Namake è innamorato segretamente della moglie di Ka’iana, Kupuohi, mentre il più giovane, Nahi, cerca il suo posto all’interno della famiglia e nutre sentimenti per la sorella di Kupuohi. La rete di alleanze e tradimenti si estende anche al campo politico, dove figure come Ka’ahumanu, moglie di Kamehameha, giocano un ruolo decisivo nella battaglia per l’unificazione.

Personaggi e relazioni

Nell’epica della serie Chief of War, è Ka’iana, interpretato da Jason Momoa, a fungere da epicentro emotivo e narrativo. Esiliato volontariamente a Kauaʻi perché riluttante a seguire le orme del padre come capo guerriero, il suo ritorno rappresenta una scelta dolorosa e inevitabile: partecipare alla lotta per l’unificazione delle isole, tra ideali personali e fedeltà ancestrale. Lungo il percorso, il suo cuore trova radici nel legame con Kupuohi (Te Ao o Hinepehinga), moglie vigorosa e determinata, che incarna la fedeltà al proprio popolo e una forte capacità di resistere al tumulto circostante.


Intorno a loro ruota una tensione sotterranea: Namake (Te Kohe Tuhaka), fratello di Ka’iana, resta intrappolato tra amore proibito e senso del dovere, mentre il più giovane, Nahi (Siua Ikale‘o), fatica a ritagliarsi un ruolo e subisce il fascino silenzioso della sorella di Kupuohi.


Sul versante opposto, emergono figure che incarnano potere e ambizione: il temibile King Kahekili (Temuera Morrison), sovrano di Maui, vede in Ka’iana non un ribelle ma un condottiero necessario per difendere le proprie truppe, alimentando una tensione fraterna–politica con l’ex compagno di esilio.

Keoua (Cliff Curtis), rivale consumato, brucia invece per ciò che crede gli sia stato sottratto: il trono di Hawai’i. La sua rivalità con Ka’iana è specchio di un conflitto interno, dove il diritto al potere si mescola a gelosia e risentimento.


Il tessuto della serie si arricchisce infine del profilo di King Kamehameha (Kaina Makua) e della sua sposa Ka’ahumanu (Luciane Buchanan), che operano dietro le quinte come stratega e anima della nuova visione politica dell’arcipelago, elementi strutturali che rendono la trama tanto una saga familiare quanto un grande affresco politico.

Cliff Curtis
Chief of War (2025) Cliff Curtis

Identità e appartenenza

Nella serie Chief of War, il conflitto non nasce solo dalla spada ma da ciò che la lama rappresenta: l’anima di un popolo in cerca della propria voce. Al centro c’è l’idea dell’identità, intesa come radici profonde (la lingua, la terra, gli antenati) ma anche come tensione verso un orizzonte più vasto. Ka’iana, guerriero che ha visto il mondo oltre le onde, incarna questa contraddizione: è al tempo stesso custode delle tradizioni e messaggero del cambiamento, sospeso tra il cuore del suo popolo e il richiamo delle novità.


La serie esplora poi il tema del potere come specchio della famiglia e della comunità: le ambizioni di un re, la lealtà di un fratello, l’amore di una moglie, non sono mai semplici ruoli, ma ingranaggi nel grande meccanismo del destino collettivo. Ed è in questo intreccio che sorgono i dilemmi morali: quando la pace diventa illusione, è meglio la spada o il dialogo? A scegliere, Ka’iana si trova davanti un bivio che ne segna la tragedia e l’eroismo.


La natura, con i suoi fuochi sacri e i vulcani respiranti, è quasi un personaggio: custode e giudice, specchio della forza dell’uomo e della fragilità della vita. L’eruzione di Mauna Loa, che si sovrappone alla narrazione in modo quasi rituale, sottolinea la connessione tra sacro, umano e geopolitico, come se la terra stessa stesse approvando la storia di un popolo che reclama la propria autonomia.


Infine, Chief of War è un atto di rivendicazione culturale: una narrazione che risuona come un remoto Braveheart hawaiano, costruito nella lingua nativa, con volti e corpi che portano sullo schermo l’eredità di un popolo spesso dimenticato. È una storia che guarda i guerrieri negli occhi, ma ancor più li ascolta dentro, tra le onde, il fuoco, le voci non sopite dell’‘Ōlelo Hawaiʻi.

Autenticità come parola chiave

La produzione della serie Chief of War ha puntato in alto anche dal punto di vista culturale e linguistico. L’uso dell’’Ōlelo Hawai’i, la lingua nativa, non è un dettaglio simbolico, ma una scelta narrativa precisa che restituisce dignità e complessità alla cultura rappresentata. La maggior parte del cast è composta da attori polinesiani, e le riprese si sono svolte tra le Hawaii e la Nuova Zelanda, rafforzando l’impatto visivo e culturale.


Cliff Curtis ha parlato di una “finestra aperta sulla vera storia delle Hawaii, non quella turistica”. La serie cerca infatti di allontanarsi da una visione edulcorata del passato hawaiano, per mostrare invece la brutalità, la bellezza e la verità di un periodo di cambiamento radicale.


Chief of War
non è solo un’opera televisiva: è un atto politico, culturale e personale. Momoa, in uno dei ruoli più complicati della sua carriera, interpreta non solo un uomo, ma un’idea: quella di una Hawaii consapevole, fiera della propria storia, pronta a rivendicarla con voce propria. La serie prova a conciliare spettacolo e rigore, intrattenimento e memoria, in un equilibrio raro nel panorama contemporaneo.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Chief of War

Chief of War

Drammatico - USA 2025 - durata 47’

Titolo originale: Chief of War

Con Justin Chon, Brian Andrew Mendoza, Temuera Morrison, Charlie Brumbly, Benjamin Hoetjes, Roimata Fox

in streaming: su Prime Video Apple TV+

locandina Braveheart

Braveheart

Drammatico - USA 1995 - durata 178’

Titolo originale: Braveheart

Regia: Mel Gibson

Con Mel Gibson, Sophie Marceau, Catherine McCormack, Patrick McGoohan

in streaming: su Now TV Infinity Selection Amazon Channel Sky Go Disney Plus Apple TV Amazon Video Google Play Movies Rakuten TV Infinity+

locandina L'ultimo dei Mohicani

L'ultimo dei Mohicani

Avventura - USA 1992 - durata 122’

Titolo originale: The Last of the Mohicans

Regia: Michael Mann

Con Daniel Day-Lewis, Madeleine Stowe, Russell Means, Wes Studi

in streaming: su Apple TV Rakuten TV Timvision Google Play Movies Amazon Video