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Catch-22

1 stagioni - 6 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Catch-22

di mck
8 stelle

“È un'ottima idea vantarci di qualcosa di cui dovremmo vergognarci.” Comma, Paradosso, Tranello, Garbuglio, Inghippo, Gnommero. «Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.» La Guerra è _già_ Ricostruzione. Rassegnati a sopravvivere, YoYo.

 

 

Iniziamo dal contesto. Didascalia sul primo atterraggio, dopo la prima missione (in realtà la 19ª) di bombardamento del suolo e delle genti stanziali italiche e ospitate crucche, ben lontani da casa e dalla comodità delle solenni parate in gara tra loro e dal conforto dell'alcova di Mrs. Scheisskopf. “Pianosa”. No. Pianosa non è certo pianeggiante, ma, nomen omen, è più piatta di Tavolara, che è tutto meno che una tavola, e somiglia piuttosto ad un tepui amazzonico pucciato nel Mar Tirreno: quella non è Pianosa, tant'è che, tipo, sullo sfondo, credo s'intraveda coso... il Gennargentu, o un suo compare... Detto ciò: “Pianosa è un’isola del Mediterraneo otto miglia a sud dell’Elba. È molto piccola e ovviamente non poteva contenere tutti gli eventi descritti.” Dalla nota introduttiva di Joseph Heller a “Catch-22” (traduzione appropriata: “Lo Gnommero N. 22”), 1961. Spero sia chiaro. Punto. Proseguiamo col contesto...

 


- Stai sprecando un sacco di energie.
- A quanto pare, sì.
- A me sembra che tu stia spendendo tante energie per lottare contro cose che non puoi controllare.
- E chi dice che non posso farlo?
- Siamo in guerra! Per la legge della giungla la guerra concentra il potere nelle mani di quelli più propensi ad abusarne. Non si può ribaltare questo potere in guerra. Devi sperare che finisca.
- Oh, finirà presto. Ma voglio essere vivo quando succederà.
- O, magari, invece di sperare soltanto che finisca, potresti fare le tue missioni, provare a finirla da solo...

 


Catch-22” è una mini-serie basata sul romanzo omonimo sopracitato, interamente scritta da Luke Davies (“Candy”, dal suo omonimo romanzo, tre biografie, “Life”, “Lion” e “Beautiful Boy”, e il prossimo “Angel of Mine”) e David Michôd (“Animal Kingdom”, “the Rover”, “War Machine” e “the King”, dall'Henriade del Bardo) e strutturata lungo 6 episodi diretti da Grant Heslov (il 1° e il 5°; attore, produttore, co-sceneggiatore per il Clooney di “Good Night, and Good Luck”, “the Ides of March”, “the Monuments Men” e “Suburbicon”, e anche regista di “the Men Who Stare at Goats”), Ellen Kuras (il 2° e il 3°; direttrice della fotografia per molti Spike Lee, tra cui “Summer of Sam” e Michel Gondry, tra cui “Eternal SunShine of the SpotLess Mind”, e regista di alcuni episodi di “Ozark” e “Legion”) e George Clooney (il 4° e il 6°), che interpreta anche il mitico coetaneo dei generali Buck Turgidson e Jack D. Ripper e predecessore del Sergente Hartman, il tenente-colonnello-generale Scheisskopf.

 


- Non è bellissimo?! A te cosa sembra?
- L'Apocalisse.
- Si chiama Ricostruzione! Parti di ricambio... L'esercito deve pur prenderle da qualche parte, giusto? E chi ha accesso a tutto quello che può servire?
- Tu.
- No, Yossarian... Il consorzio! Sai che anche tu sei un azionista, vero?
- Non fai che ripetermelo.
- Vorrei che diventassi mio socio a pieno titolo!
- Ma che significa?
- Dividendi settimanali, bonus trimestrali e annuali battute di pesca! Tutto questo... finirà un bel giorno, ma la M&M Enterprises sopravvivrà, e provvederà al tuo piano pensionistico!

 


C'è la HollyWood delle major (MiraMax, Warner, Universal, Columbia, Sony, Paramount: tutte società distributrici del Clooney regista), e c'è quella delle minor (qui: Anonymous Content e HuLu). E qui fanno entrambe un buon lavoro.

 


Ci sono "Dr. StrangeLove, or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb" (Stanley Kubrick, Terry Southern, Peter George, Peter Sellers, Sterling Hayden, George C. Scott, Slim Pickens..., 1964), “Catch-22” (Mike Nichols, Buck Henry, Alan Arkin, Orson Welles, Martin Balsam, John Voight, Art Garfunkel, Richard Benjamin, Anthony Perkins, Bob Balaban, Paula Prentiss..., 1970), “M*A*S*H” (Robert Altman, 1970), “Going After Cacciato” (Tim O'Brien, 1978), “Mediterraneo” (Gabriele Salvatores, 1988) e “the Thin Red Line” (James Jones, 1962; Terrence Malick, 1998).

 


Ci sono Christopher Abbott (“Martha Marcy May Marlene”, “A Most Violent Year”, “Girls”, “It Comes at Night”, “First Man”, “Vox Lux”), Kyle Chandler, Daniel David Stewart (Milo), Jon Rudnitsky (McWatt), Rafi Gavron (Aarfy), Tessa Ferrer, George Clooney, Hugh Laurie, Grant Heslov, Giancarlo Giannini... Fotografia di Martin Ruhe, montaggio di Michael Ruscio e Tanya M. Swerling e musiche di Harry e Rupert Gregson-Williams.

 


E c'è la contraerea (le sequenze composite – studio, CGI, riprese aeree – durante le missioni di bombardamento sull'Italia centrale e settentrionale nelle quali i bombardieri bimotori monoplani North American B-25C Mitchell volano tra una caterva pulviscolare di esplosioni in cielo dei proiettili sparati dai cannoni dei semoventi antiaerei sono a loro modo riprese innovative e mai viste, del tutto immersive). E ci sono le persiane alle finestre. E ci sono Pianosa, Roma, Palermo, Bologna, Malta e l'Algeria (nulla che la Sardegna e Viterbo non possano riprodurre).

 


“È un'ottima idea vantarci di qualcosa di cui dovremmo vergognarci.”

 


Difficile pensare, ora, se, quando e come (l'eventuale perché è presto detto: perché sì!) “Catch-22” possa avere una seconda stagione. Le possibilità sono molteplici:
- nessun'altra stagione, la mini-serie rimarrà tale, un unicum / una tantum
- una seconda stagione scritta ex-novo, che riprenda la narrazione esattamente là dove è terminata, o poco più in là
- una seconda stagione che assuma come contesto il cronosismaticoClosing Time” (Yossarian, Milo & C. a Manhattan, 50 anni - contratti a 40 - dopo), il romanzo del 1994 di Joseph Heller ch'è il seguito ufficiale di “Catch-22” 
- una seconda stagione totalmente sganciata dalla prima, che renda in tal mondo “Catch-22” una serie antologica, come “Fargo” (Uno-Due-Tre), o, meglio, “the Terror” (io la butto lì: “SlaughterHouse-Five” di Kurt Vonnegut, Jr.)

 


E pace. 

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