In un panorama televisivo affollato di racconti spesso ripetitivi, Se fossi te, la serie in onda in prima visione su Rai 1 il 28 e 29 dicembre, propone una variazione intelligente sul tema della commedia natalizia, con una struttura da favola e una messa in scena che rifugge i toni farseschi per abbracciare il realismo emotivo. Diretto da Luca Lucini e Simona Ruggeri, scritto da Andrea Valagussa e Valerio D’Annunzio, il progetto si gioca tutto su un assunto tanto semplice quanto dirompente: che cosa succede quando due persone profondamente diverse si ritrovano l’una nel corpo dell’altra?

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Marco Bocci nella serie di Rai 1 'Se fossi te'.

Due mondi, un solo specchio

Nella serie di Rai 1 Se fossi te, Massimo Mancuso (Marco Bocci) e Valentina Sangiorgi (Laura Chiatti) vivono nella stessa città e lavorano nella stessa azienda, ma potrebbero appartenere a universi opposti. Lui è un operaio vedovo, padre di due figli e figlio di un ex dipendente con cui condivide una casa modesta. Lei è la figlia del fondatore della ditta, cresciuta tra agi, scuole prestigiose e progetti tracciati da altri. Non si conoscono, non si stimano, e anzi finiscono per scontrarsi aspramente quando la crisi aziendale porta lei a dover licenziare lui.


Ma proprio nel momento in cui, esasperati, si augurano a vicenda di trovarsi nei panni dell’altro, il desiderio prende forma. Il giorno dopo si svegliano, letteralmente, l’uno nel corpo dell’altra. Comincia così una doppia odissea tragicomica in cui entrambi dovranno non solo interpretare una vita che non gli appartiene, ma anche fare i conti con verità che prima non vedevano.

Valentina: la ferita sotto l’abito su misura

Laura Chiatti interpreta serie di Rai 1 Se fossi te una Valentina tutt’altro che monolitica. Dietro l’immagine di donna realizzata e impeccabile, si cela una figlia non riconosciuta dal padre e una madre distante dal figlio. La perdita dell’amato fratello, a cui era destinata l’eredità dell’azienda, ha lasciato in lei un vuoto che la spinge a cercare affermazione dove non trova amore. L’imprevisto scambio con Massimo la costringe a confrontarsi con una realtà che non ha mai conosciuto: turni operai, dialoghi diretti, una famiglia che si regge sull’affetto più che sull’apparenza. È attraverso lo sguardo della figlia Anna e l’innocenza di Pietro che Valentina – ora nei panni di un padre – riscopre una forma di empatia che sembrava perduta.

Massimo: il padre che impara a guardare

Marco Bocci restituisce un Massimo credibile e stratificato. Ex calciatore, vedovo, e padre presente, vive schiacciato dal peso delle responsabilità e dalla malattia del figlio più piccolo. Quando si ritrova a vivere la quotidianità di Valentina con docce intelligenti, vestiti costosi e un marito infedele, la prima reazione è lo smarrimento. Ma l’esperienza lo porta anche ad ascoltare con orecchie nuove, in particolare il silenzio sofferente di Filippo, un adolescente fragile dietro la maschera da studente modello. E se Anna, la figlia, aveva smesso di parlargli, è proprio Valentina nel suo corpo a farle da ponte, mostrando che si può essere genitori anche con la tenerezza, non solo con il rigore.

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Laura Chiatti nella serie di Rai 1 'Se fossi te'.

Famiglie imperfette, verità scomode

Il racconto della serie di Rai 1 Se fossi te si sviluppa su due fronti speculari: la famiglia Mancuso e quella Sangiorgi. Nella prima, c’è un nonno (Nino Frassica) ruvido ma lucido, che annusa per primo che qualcosa non quadra nello strano comportamento del figlio. Nella seconda, un padre-padrone (Bebo Storti) incapace di cedere il controllo e una madre (Mariella Valentini) apparentemente marginale che si rivelerà determinante. Entrambe le famiglie affrontano crisi profonde: economiche, sanitarie, ma soprattutto relazionali. Se fossi te evita le soluzioni facili e sceglie di raccontare come il cambiamento, anche quello più assurdo, può rivelare la verità che si nasconde dietro i ruoli.

Il gioco serio dello scambio

Al centro della serie di Rai 1 Se fossi te c’è lo “scambio di corpi”, elemento narrativo che ha precedenti celebri ma che qui viene trattato con misura. Non c’è spazio per la caricatura: le situazioni comiche esistono, ma sono sempre radicate in una credibilità quotidiana. L’obiettivo, come affermano i registi, non è ridere dei personaggi, ma con loro. Ed è proprio questa delicatezza che permette al pubblico di immedesimarsi, di vedere in Valentina e Massimo due archetipi che si contaminano, si confondono, si umanizzano. L’assunto surreale si trasforma così in una metafora potente sul giudizio, sull’ascolto e sulla possibilità di cambiare idea quando si cambia prospettiva.

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Nino Frassica e Luca Lucini sul set della serie di Rai 1 'Se fossi te'.

Un racconto di Natale che non addolcisce tutto

La serie di Rai 1 Se fossi te si presenta come una favola di Natale, e lo è. Ma non nel senso di una storia zuccherosa che ignora i problemi. Al contrario, li affronta tutti: la precarietà del lavoro, il disincanto delle relazioni, la fragilità emotiva degli adolescenti, il peso delle aspettative familiari. E lo fa attraverso una narrazione che alterna toni leggeri e momenti di forte impatto emotivo, con una regia attenta alle sfumature e una scrittura capace di evitare semplificazioni.


È anche un racconto su cosa voglia dire essere madre o padre, al di là del genere. Su come si impara ad amare meglio quando si impara ad ascoltare. E su come, a volte, basta cambiare posto o corpo per cambiare sguardo.

Quando il cinema televisivo fa centro

Se fossi te riesce in un’impresa tutt’altro che semplice: intrattenere, emozionare e far riflettere allo stesso tempo, restando accessibile a un pubblico ampio. Merito di una struttura narrativa ben calibrata, di due interpreti in stato di grazia e di una regia che sa dove fermarsi. Non è solo una storia di Natale. È una storia che ricorda, con delicatezza e ironia, che la comprensione nasce spesso dal mettersi, letteralmente, nei panni dell’altro.


E, se è vero che lo sguardo è tutto, allora guardarsi con occhi nuovi può essere il regalo più importante.

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Redazione

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