In Sicilia Express, la serie natalizia di Netflix firmata da Ficarra e Picone disponibile dal 5 dicembre, un cassonetto dell’immondizia si apre come una feritoia sul Paese. Non una gag, non un semplice espediente comico o elemento magico, ma un modo per trasformare un problema quotidiano in un racconto fantastico. Il Nord e il Sud, collegati da un teletrasporto che risolve in un istante quello che la politica promette da decenni e non riesce a fare.


Da qui parte una storia che parla di lavoro, radici, nostalgia, famiglie divise e una classe dirigente che balla sulle note di Maracaibo invece di governare. Una storia che si muove leggera, ma affonda le mani nella realtà, perché in mezzo al gioco di luci del Natale resta un dubbio che la serie insinua con forza: se i problemi non cambiano mai, chi ha davvero interesse che restino così?

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Salvo Ficarra e Valentino Picone nella serie Netflix 'Sicilia Express'.

Il viaggio impossibile che diventa routine

La trama della serie Netflix Sicilia Express punta dritto al cuore della vita di molti meridionali che lavorano al Nord. Salvo e Valentino, infermieri catanesi impiegati in una clinica milanese, trascorrono le settimane tra turni pesanti, un capo che li guarda dall’alto in basso e voli sempre troppo cari per poter tornare a casa quando vorrebbero. Mancano pochi giorni a Natale quando, in una sera come tante, un cassonetto della differenziata rivela un portale che collega la Sicilia a Milano. Entrano e in un istante da Noto sono nel capoluogo lombardo.


Quella che sembra una benedizione diventa presto un terremoto nella loro vita e in quella di un’intera comunità. Scoperta la scorciatoia, tutti vogliono usarla: pendolari, lavoratori, studenti, tifosi del Palermo in trasferta. L’isola si svuota e si riempie in continuazione, le compagnie aeree al tracollo e il Presidente del Consiglio dei Ministri in tilt.


Si crea così l’illusione che basti un passaggio magico per superare i nodi che il Paese trascina da decenni. Ma nessun viaggio, neppure quello più rapido, può cancellare la fatica quotidiana, le mancanze strutturali, le promesse mancate. Più il teletrasporto semplifica la vita dei siciliani, più rivela un malessere politico che il miracolo non può risolvere.

Salvo e Valentino: Due pendolari dell’anima

Il cuore della serie Netflix Sicilia Express batte nel rapporto tra Salvo e Valentino. Non si limitano a essere i protagonisti; diventano il tramite emotivo che permette allo spettatore di muoversi tra Milano e la Sicilia senza perdere il filo. Entrambi legati alla loro terra, entrambi costretti a lavorare lontano, vivono un pendolarismo che non riguarda solo il lavoro ma anche l’identità.


Salvo è più impulsivo, quello che si lascia trascinare. Vede nel portale un’occasione per rianimare una vita che gli appare stretta. Valentino è più riflessivo, più attento ai dettagli. Il portale lo affascina, ma è il primo a capire che ogni scorciatoia porta con sé un contraccolpo. Insieme funzionano come due poli dello stesso magnete: uno tira avanti, l’altro frena, e proprio in questo equilibrio si regge la loro comicità. Le loro mogli, interpretate da Katia Follesa e Barbara Tabita, raccontano la dimensione privata del distacco, quella fatta di mancanze quotidiane, di chiamate, di inizi di conversazione interrotti dal turno in ospedale o da un volo cancellato.


Attorno a loro si muove un mondo più grande: l’ospedale milanese diretto dal personaggio di Sergio Vastano, un uomo che porta con sé una diffidenza antica verso i siciliani, e la politica romana, rappresentata da Max Tortora (il Presidente del Consiglio dei Ministri) e Jerry Calà (Ministro degli Interni!). Il cast, scelto con cura, permette alla serie di muoversi tra tono surreale e osservazione della realtà, senza perdere mai il passo.

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Barbara Tabita e Katia Follesa nella serie Netflix 'Sicilia Express'.

La politica come spettacolo, lo spettacolo come specchio

Uno dei fili più evidenti della serie Netflix Sicilia Express è la rappresentazione del potere. Non c’è realismo istituzionale, c’è piuttosto un’iperbole della politica italiana: un Presidente del Consiglio che ironizza sul Ponte sullo Stretto e non crede che verrà mai costruito; un governo che invece di occuparsi dei problemi concreti organizza trenini sulle note di Maracaibo; ministri più inclini alla battuta che alla responsabilità e pronti a insabbiare i dossier di un efficiente poliziotto (Giorgio Tirabassi). Calà, nei panni del Ministro degli Interni, è la caricatura di un sistema dove l’eccesso non è più considerato eccesso ma normalità.


Ficarra e Picone non puntano il dito, non propongono soluzioni, non giudicano i personaggi. Li osservano. Li espongono. Li rendono così esagerati da risultare fin troppo vicini alla realtà. Ed è in questa sovrapposizione che nasce la satira della serie. Non serve commentare l’attualità; basta costruire un potere che sembra divertirsi mentre il Paese resta fermo. Il ponte, che nella retorica politica dovrebbe unire l’Italia, qui diventa un simbolo di immobilità delle questioni irrisolte, dalla mancanza di acqua allo stato delle “autostrade” e al caro voli, che attanagliano la Sicilia.

Sicilia e Milano: Due mondi che si guardano

Il contrasto tra Nord e Sud è la materia prima della storia, ma la serie Netflix Sicilia Express non si chiude negli stereotipi. Mostra differenze vere, frutto di esperienze vissute sugli aerei, nelle sale d’attesa degli ospedali, nelle case dove l’acqua arriva a intermittenza e costringe a riempire contenitori sempre più grandi. Il 2025 immaginato da Ficarra e Picone non è fantascienza: è un domani che assomiglia molto al presente.


La Sicilia non è folklore, è una terra dove la sanità arranca, dove la crisi idrica si trascina, dove i giovani partono perché non hanno alternative. Milano, dal canto suo, è una città dove il lavoro c’è ma non offre radici. L’una ha bisogno dell’altra e allo stesso tempo fatica ad accoglierla. In mezzo, ci sono le famiglie che tentano di tenere insieme un’esistenza tagliata in due.

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Salvo Ficarra e Valentino Picone nella serie Netflix 'Sicilia Express'.

Il teletrasporto come metafora

Il portale magico non è solo un’idea narrativa. È il modo con cui la serie chiede allo spettatore di guardare il Paese da un’altra angolatura. Se bastasse un cassonetto per collegare due estremi, perché la politica non riesce a farlo? Se un oggetto così banale può creare un ponte, perché la risoluzione della ‘questione meridionale’ resta sempre un annuncio? Il portale permette ai personaggi di accorciare le distanze fisiche, ma mette in evidenza le distanze istituzionali. Non risolve, svela.


Ogni passaggio da una città all’altra mostra quello che non funziona ma, soprattutto, generazioni che si ritrovano adulti a metà, costretta a vivere in volo più che a terra. La magia non elimina il problema: lo amplifica.

Una conclusione che apre

Sicilia Express genera domande su domande. Che cosa resta identico nel Paese anche quando tutto intorno cambia? Quanto lontano può andare un popolo che non chiede privilegi ma normalità?


La serie costruisce un racconto che gioca con la fantasia per parlare di realtà. Lo fa con ritmo, con una leggerezza che non nasconde il peso delle cose, con un’ironia che non ha paura di toccare temi complessi. Ficarra e Picone non cercano il giudizio, cercano la comprensione. E alla fine l’immagine che resta non è il cassonetto che si apre sul mondo, ma due uomini che provano a restare interi in un Paese che a volte sembra non volerlo diventare.


È in questa tensione, tra desiderio e impedimento, che Sicilia Express trova il suo perché. Un perché che non chiede miracoli, ma uno sguardo onesto su ciò che siamo.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Sicilia Express

Sicilia Express

Commedia - Australia 2025 - durata 0’

Titolo originale: Sicilia Express

Con Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Katia Follesa, Barbara Tabita