Cinquanta anni dopo la serie che lo rese leggenda, Sandokan torna sugli schermi di Rai 1. Ma non si tratta di un semplice remake: questa nuova produzione Lux Vide, diretta da Jan Maria Michelini e Nicola Abbatangelo, è un origin story che interroga le radici del personaggio creato da Emilio Salgari e, con lui, i fantasmi della nostra contemporaneità. Otto episodi in quattro prime serate, girati tra Italia, Thailandia e l’isola di Réunion, riportano lo spettatore nel Borneo del 1841: non come turisti dell’esotico, ma come testimoni di una battaglia che parla di libertà, identità e resistenza.

Al cuore dell’eroe
La serie di Rai 1 Sandokan si apre con un Sandokan che non è ancora la Tigre della Malesia, ma solo un pirata “che ama la libertà” e si muove tra scorribande e assalti in mare con la sua ciurma. L’incontro con un prigioniero Dayak che lo riconosce come figura profetica, e quello, ancora più decisivo, con Marianna Guillonk, figlia del console britannico di Labuan, danno inizio a un processo di trasformazione. La storia d’amore con Marianna – la “Perla di Labuan” – non è solo passione, ma collisione tra due mondi opposti: la giungla e la civiltà coloniale, la fuga e la stasi, la leggenda e l’ordine.
A contrastare questo legame è Lord James Brooke, figura carismatica e brutale, cacciatore di pirati, che incarna l’ambizione e il dominio. A bordo della Royalist, guida la caccia a Sandokan, non solo per eliminarlo come nemico, ma per occupare il suo posto nel cuore di Marianna.
La serie segue le rotte della giungla, di Singapore e del mare del Sud-Est asiatico, ma è nel cuore della foresta che Sandokan dovrà fare i conti con il proprio destino. Da fuorilegge a condottiero, la sua trasformazione diventa emblema di una scelta: “È solo la battaglia di un pirata che combatte per se stesso o per qualcosa di molto più grande?”.
Il pirata che non voleva diventare re
Can Yaman interpreta nella serie di Rai 1 un Sandokan carismatico ma segnato da un passato doloroso. Cresciuto a Singapore, sopravvissuto per strada, ha fatto della sua ciurma la sua famiglia. Lontano dall’essere un eroe perfetto, è un uomo che agisce d’istinto ma che, messo davanti alla responsabilità collettiva, scopre in sé un ruolo più grande: quello di guida per un popolo in cerca di riscatto.
Alanah Bloor dà volto a una Marianna Guillonk che è molto più di un interesse romantico. Educata secondo i codici della società vittoriana, si scopre inquieta, affamata di libertà. Il suo percorso non è di ribellione gratuita, ma di consapevolezza. “Quello tra Sandokan e Marianna è l’incontro di due mondi che non potrebbero essere più diversi”, dice la sinossi. Eppure, sono proprio questi opposti a generare cambiamento.
Lord James Brooke, interpretato da Ed Westwick, è il vero antagonista della storia. Affascinante, ambiguo, spietato, incarna il volto più moderno del colonialismo: non l’arroganza, ma il carisma, non la forza bruta, ma l’efficienza strategica. Con lui, la minaccia non è solo esterna, ma anche interiore. Brooke è “l’uomo che ha imparato a scrivere da solo il proprio destino” e non intende fermarsi davanti a nulla.
Yanez de Gomera, con il volto di Alessandro Preziosi, è la coscienza della ciurma. Ironico e lucido, ma segnato dagli orrori del colonialismo, è il compagno fedele che guarda il mondo con disillusione. Ma è proprio questa distanza emotiva a permettergli di capire, forse prima di Sandokan stesso, la posta in gioco.
Madeleine Price interpreta Sani, giovane Dayak e cameriera di Marianna. Il suo personaggio è forse il più politico: cresciuta nell’ombra, ricorda ogni sopruso, ogni silenzio imposto. Quando scopre che il fratello è ancora vivo e schiavo, inizia per lei un cammino di riscatto che attraversa, come una lama nascosta, tutta la narrazione.

Libertà, ma a quale prezzo?
La serie di Rai 1 Sandokan affonda le mani nella brutalità del dominio coloniale. I britannici non sono dipinti come caricature, ma come portatori di una visione del mondo che annienta tutto ciò che non controlla. La tensione tra potere e cultura locale emerge nel rapporto tra oppressori e oppressi, ma anche in quello, più sottile, tra Marianna e Sani: “la Lady la considera la sua migliore amica, senza rendersi conto della disparità della loro condizione”.
Il tema centrale è la libertà, ma non in forma astratta. Libertà di essere sé stessi, di scegliere, di cambiare. Una libertà che costa. Per Sandokan, è la rinuncia alla vita comoda del pirata. Per Marianna, è l’addio alle sicurezze dell’Impero. Per Sani, è il rischio di rimettersi in gioco, anche a costo di perdere tutto.
In filigrana, la serie tocca anche un tema attualissimo: lo sfruttamento della natura. Le miniere di antimonio del Sarawak, la deforestazione, la logica del profitto coloniale sono raccontati non come sfondo, ma come ferite ancora aperte. Il messaggio non è didascalico, ma chiaro: ogni battaglia per la libertà è anche una battaglia per il pianeta.
Una leggenda che guarda avanti
La serie di Rai 1 Sandokan non è un semplice omaggio alla tradizione salgariana, né una nostalgia anni ‘70 in formato 4K. È una riscrittura radicale che prende il mito e lo interroga con le domande di oggi: chi siamo davvero? A cosa siamo disposti a rinunciare per esserlo? Cosa resta di un’avventura quando tutto sembra perduto?
Come dice il regista Nicola Abbatangelo, Sandokan è prima di tutto “un viaggio emotivo, fatto di legami, ideali, e di una ricerca di senso che parla al cuore di ogni epoca”. E quando l’ultima vela scompare all’orizzonte, non resta solo la leggenda del pirata, ma qualcosa di più urgente e più umano: il desiderio di essere liberi, davvero.
Filmografia
Sandokan
Avventura - Italia, Francia 0 - durata 0’
Titolo originale: Sandokan (2025)
Con Can Yaman, Ed Westwick, John Hannah, Owen Teale, Lucy Gaskell, Alessandro Preziosi
Sandokan - La serie
Avventura - Italia, Francia, Gran Bretagna 1976 - durata 55’
Titolo originale: Sandokan
Con Sergio Sollima, Adolfo Celi, Philippe Leroy, Mohammed Azad, Carole André, Andrea Giordana
in streaming: su Rai Play


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