Colpevole: Nella serie Netflix la verità è un patto da firmare col sangue

Nel panorama delle nuove produzioni Netflix, la serie Colpevole si impone come un racconto ad alta tensione dove thriller e dramma si intrecciano in una spirale di sospetti e rivelazioni. Disponibile in Italia dal 5 dicembre 2025, la serie è diretta da Lee Jung-hyo, già noto per Crash Landing on You e Doona!, e scritta da Kwon Jong-kwan. Al centro della vicenda troviamo una donna accusata dell’omicidio del marito e un’altra che si dichiara disposta a confessare il delitto. Ma ogni confessione, come suggerisce il titolo, ha un prezzo. Colpevole non offre semplicemente una narrazione investigativa: esplora il confine sfumato tra verità e menzogna, colpa e redenzione, in un mondo dove nessuno è davvero innocente.

Il filo tagliente della trama

Tutto nella serie Netflix Colpevole ha inizio con una telefonata ai servizi di emergenza: Ahn Yun-su chiama i soccorsi mentre suo marito giace a terra, in fin di vita. Le circostanze del crimine sono poco chiare, ma ciò che più sconcerta è l’atteggiamento della donna: risposte ambigue durante gli interrogatori, richieste insolite, continui riferimenti a serie crime e un sorriso apparentemente fuori luogo. È colpevole o solo sopraffatta dallo shock? L’opinione pubblica e la giustizia sembrano non avere dubbi: Yun-su finisce in carcere, con l’accusa di omicidio.

In prigione incontra Mo Eun, una detenuta dal passato oscuro e dalla reputazione inquietante. Chiamata da tutti “la strega”, Mo Eun legge nell’animo altrui con un’intuizione quasi soprannaturale. Le due donne si osservano, si scrutano, fino a che Mo Eun propone un patto: confesserà di essere lei l’assassina del marito di Yun-su, ma in cambio pretende qualcosa. Non si tratta solo di salvare una vita, ma di sovvertire il corso della giustizia con una verità fabbricata, in cui ogni parola detta o taciuta è un’arma.

Intanto, all’esterno, il pubblico ministero Baek Dong-hun e l’avvocato Jang Jung-gu si muovono su fronti opposti, cercando entrambi di far emergere la verità. Ma quando le carte in tavola sono manipolate da chi ha più da guadagnare dal silenzio che dalla giustizia, la verità rischia di diventare l’ennesima vittima.

Donne sull’orlo dell’enigma

Il motore narrativo della serie Netflix Colpevole è alimentato da due figure femminili forti, complesse, difficilmente incasellabili. Jeon Do-yeon interpreta Ahn Yun-su, donna apparentemente ordinaria, il cui desiderio di costruire una famiglia viene annientato da un’accusa che la spinge verso un abisso psicologico. Yun-su non è solo una presunta vittima del sistema giudiziario, ma anche una figura ambigua, la cui innocenza non viene mai data per scontata. Il suo comportamento sfida l’immaginario classico della “donna fragile”: è lucida, calcolatrice, a tratti disturbante, eppure resta umanamente comprensibile.

Al suo opposto c’è Mo Eun, interpretata da Kim Go-eun. Enigmatica, disturbante, carismatica, Mo Eun è una presenza magnetica che domina ogni scena. Il suo passato è avvolto nel mistero, così come le sue reali intenzioni. È davvero mossa da un senso di giustizia o da un oscuro desiderio di controllo? Conosciuta in carcere come “la strega”, riesce a penetrare le debolezze altrui con una freddezza che sfiora la crudeltà, eppure in lei si intravede anche una forma di dolore, forse di redenzione.

Giustizia e disillusione

Accanto alle due protagoniste, nella serie Colpevole si muovono due personaggi fondamentali per la dinamica morale del racconto. Baek Dong-hun, interpretato da Park Hae-soo, è un pubblico ministero inflessibile, dominato dal senso dell’onore e del dovere. Il suo compito non è solo scoprire chi è il vero colpevole, ma anche preservare l’integrità della giustizia in un sistema in cui verità e bugia si confondono.

Dall’altra parte, Jang Jung-gu, l’avvocato di Yun-su (a cui dà corpo Jin Sun-kyu), rappresenta la determinazione di chi ha scelto la verità come unico campo di battaglia. Ex pugile, Jung-gu non è solo un legale ma un combattente in senso letterale e simbolico. La sua caparbietà nel voler scagionare Yun-su lo mette di fronte a un dilemma etico: fin dove è disposto a spingersi per dimostrare l’innocenza della sua assistita, quando persino lei sembra avere dei segreti?

Colpa, verità e costruzione della realtà

La serie Netflix Colpevole scava con determinazione nei grandi temi della giustizia contemporanea, evitando semplificazioni. La serie si interroga su cosa significhi davvero essere innocenti, su quanto sia labile il confine tra verità e manipolazione, su come la percezione pubblica (alimentata da atteggiamenti, parole, stereotipi) possa determinare la colpevolezza o l’innocenza di una persona prima ancora del verdetto.

Particolarmente potente è il tema della confessione, intesa non solo come atto giuridico, ma come moneta di scambio, come atto di potere, come strumento di dominio. In un mondo dove la narrazione dei fatti conta più dei fatti stessi, anche la confessione diventa un prodotto da negoziare. La figura della “strega” Mo Eun incarna il ruolo di chi controlla la verità, decidendo quando e come rivelarla, mentre Yun-su rappresenta chi la subisce, chi ne è vittima o – forse – stratega.

La serie affronta anche, con sottigliezza, la questione della rappresentazione delle donne: donne accusate, temute, inascoltate, manipolatrici o manipolate, che si muovono dentro un sistema ancora fortemente plasmato da logiche patriarcali. Ma Colpevole non le assolve né le condanna: le osserva, lasciando allo spettatore il compito più difficile, quello di decidere da che parte stare.

Un thriller psicologico dal cuore oscuro

Colpevole è molto più di una serie su un crimine da risolvere. È un’indagine profonda sulle dinamiche della colpa, della verità e della giustizia, raccontata attraverso personaggi sfaccettati e mai prevedibili. Con una una sceneggiatura che gioca con le ambiguità, la serie diretta da Lee Jung-hyo si inserisce nel solco dei thriller giudiziari più riusciti, ma se ne distacca per l’attenzione dedicata all’introspezione psicologica e ai giochi di potere tra i personaggi.

In un sistema in cui tutto può essere messo in discussione (prove, confessioni, emozioni) la domanda resta aperta: quanto costa davvero una confessione? La risposta, forse, si nasconde nei silenzi delle protagoniste e negli sguardi che sfuggono ogni certezza. Netflix invita a scoprirlo dal 5 dicembre. Il giudizio, stavolta, però, spetta allo spettatore.

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