L’appartamento – Sold Out, serie in otto episodi prossimamente su RaiPlay, è una coproduzione Rai Fiction – Aporos Group, con la regia di Giulio Manfredonia e Francesco Apolloni. La storia ci porta a Centocelle, quartiere romano segnato da trasformazioni urbane e sociali, dove tre coppie si ritrovano a condividere lo stesso appartamento di edilizia popolare a causa di una truffa. È l’inizio di una coabitazione forzata che costringe i protagonisti a ridefinire le proprie dinamiche personali, relazionali e culturali.
L’impianto narrativo mette in scena la quotidianità di persone che non hanno scelto di vivere insieme ma che, per necessità, devono farlo. La storia prende corpo attraverso situazioni pratiche (la gestione degli spazi comuni, la convivenza di abitudini diverse, l’impatto di eventi imprevisti) che diventano lo spazio in cui emergono differenze, tensioni, tentativi di adattamento e forme di solidarietà.
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Da tre famiglie a un solo tetto
Nella serie Rai Play L’appartamento – Sold out, le tre coppie coinvolte rappresentano esperienze diverse: una tunisina sui trent’anni (Osama e Amina), una giovane coppia di origine indiana di seconda generazione (Kalindi e Budhil) e una famiglia composta da un padre italiano, Armando, intellettuale precario, e sua figlia adolescente, Irene.
La narrazione parte da un’occupazione involontaria dello stesso appartamento, che diventa il punto d’incontro – o di scontro – tra mondi lontani. Il confronto quotidiano, spesso non cercato, si articola attraverso gesti ordinari e momenti di frizione, in un contesto segnato da una precarietà abitativa che accomuna tutti i personaggi, indipendentemente dalla provenienza o dalla lingua parlata.
Geografie umane
Nella serie Rai Play L’appartamento – Sold out, Armando (Giorgio Pasotti) è un padre separato che si trova a gestire la crescita della figlia Irene (Nina Sciarappa) in un contesto che sfugge al suo controllo. Il loro rapporto si sviluppa tra tentativi di mantenere un ordine familiare e la difficoltà di adattarsi a una realtà condivisa, che mette in discussione ruoli e autorità.
Osama (Mohamed Zouaoui) coltiva l’ambizione di aprire un ristorante. Amina (Mimi Karbal) si muove tra il desiderio di autonomia e il bisogno di sostenere il compagno. La loro presenza introduce nella serie dinamiche legate al lavoro, alla religione e al senso di comunità, oltre che a temi affettivi e identitari.
Kalindi (Beatrice Sandri) e Budhil (Brayan Palliyagoda) sono nati in Italia da famiglie indiane. Il loro vissuto attraversa il tema dell’integrazione non più come arrivo, ma come condizione permanente. Il rapporto con le proprie origini, con le aspettative familiari e con l’ambiente circostante definisce il percorso della coppia all’interno della casa.
Spazi condivisi, limiti evidenti
Il punto focale attorno a cui ruota la narrazione della serie Rai Play L’appartamento – Sold out è la casa. L’appartamento, oltre a essere un luogo fisico, diventa simbolo di necessità, di contesa e di negoziazione. La serie esplora il concetto di abitare come costruzione di uno spazio comune, dove la divisione dei metri quadri riflette dinamiche di potere, resistenze culturali e possibilità di convivenza.
La coabitazione fa emergere contrasti legati a pratiche religiose, abitudini alimentari, ritmi quotidiani, ma anche momenti di sospensione del conflitto. L’equilibrio si modifica nel tempo, influenzato da nuove presenze, dal passato dei personaggi e da scelte individuali che impattano sull’intero gruppo.
Conflitto, routine, appartenenza
La struttura della serie Rai Play L’appartamento – Sold out si fonda sull’intreccio di micro-eventi: dalla gestione della colazione ai litigi per il bagno, dalle liti familiari agli incontri casuali, fino alla nascita di legami tra personaggi che, all’inizio, sembravano incapaci di comunicare. Ogni episodio introduce un elemento di rottura o di trasformazione, che mette alla prova gli equilibri faticosamente costruiti.
Tra i temi affrontati emergono il rapporto con la burocrazia, la precarietà del lavoro, le seconde generazioni, le tensioni intergenerazionali e l’uso dello spazio urbano. Tutti elementi che si intrecciano con il vissuto dei personaggi e che contribuiscono a delineare un panorama composito, fatto di tensioni ma anche di ridefinizioni identitarie.

Il contesto come scelta narrativa
La regia della serie Rai Play L’appartamento – Sold out punta su uno stile che richiama il realismo: macchina a spalla, location reale in un edificio fatiscente di Centocelle, casting basato sulla corrispondenza culturale tra attori e personaggi. Le lingue d’origine trovano spazio nei dialoghi, contribuendo a costruire un ambiente narrativo in cui l’identità linguistica è parte integrante delle relazioni.
L’uso di tecniche di ripresa fluide accompagna i movimenti degli attori, senza distacco. L’effetto complessivo richiama un tono che unisce elementi di leggerezza a una rappresentazione più aderente al quotidiano, con l’obiettivo di restituire un’idea di vita vissuta, non costruita.
Verso una forma di comunità
Nell’ultimo episodio, un ospite imprevisto interviene a sconvolgere il precario equilibrio raggiunto dai protagonisti. La coabitazione, inizialmente subita, si è trasformata in qualcosa di diverso: un’esperienza di prossimità che ha lasciato tracce.
L’appartamento – Sold Out propone una riflessione sul concetto di comunità non come punto di partenza, ma come possibilità in divenire. L’incontro tra individui e culture differenti non è presentato come un processo lineare né come qualcosa di risolto, ma come una condizione complessa, spesso instabile, dentro cui si muovono persone reali, con esigenze e limiti concreti.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto la serie. In alcun modo, quindi, questa presentazione di L’appartamento - Sold out può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
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