Il secondo capitolo delle indagini di Cormoran Strike, Il baco da seta, in onda su Warner Tv la sera del 19 settembre, si apre con un’apparenza familiare: un cliente qualunque entra nel suo ufficio con una richiesta tutto sommato ordinaria. Ma il tono cambia presto.


La donna, Leonora Quine, è la moglie di Owen Quine, un romanziere svanito nel nulla da dieci giorni. L’uomo non è nuovo a sparizioni improvvise, ma questa volta, qualcosa non torna. La pista porta a un manoscritto inedito, il Bombyx Mori, una satira feroce che ritrae con crudeltà i volti noti dell’ambiente editoriale londinese. Quando il cadavere mutilato dello scrittore viene ritrovato in una messa in scena identica alla scena finale del suo libro, il confine tra finzione e realtà si spezza.


Il mistero di Strike - Il baco da seta è più stratificato rispetto al primo episodio della saga, Il richiamo del cuculo. Il numero dei sospettati è maggiore, le motivazioni più ambigue, e il contesto è meno glamour ma molto più velenoso. È un mondo fatto di agenti letterari rancorosi, scrittori falliti, pettegolezzi trasformati in vendette, e faide nate nei margini dei libri. La posta in gioco, stavolta, non è la fama, ma il potere corrosivo della parola.

Tom Burke
Strike - Il baco da seta (2017) Tom Burke

Cormoran e Robin: l’intesa si rafforza, il passato bussa

In Strike - Il baco da seta, Tom Burke e Holliday Grainger tornano nei panni, ormai ben calzati, di Strike ed Ellacott. La loro dinamica cresce e si approfondisce. Non c’è bisogno di ammiccamenti o flirt dichiarati: è una relazione costruita su rispetto reciproco, fiducia crescente e una compatibilità silenziosa che emerge nel lavoro quotidiano. Se nella prima stagione Robin sembrava in fase di osservazione, qui prende l’iniziativa. Offre idee, guida interviste, si muove da sola sul campo. E nei momenti decisivi, è lei a tenere il timone.


Al contempo, i nodi personali iniziano a tirare. Robin nasconde al fidanzato Matthew il coinvolgimento emotivo che prova per il suo lavoro investigativo. La sua partecipazione non è più solo professionale: è un bisogno, una vocazione. Strike, invece, affronta il peso di un passato che continua a graffiare: flashback di guerra, dolore fisico, il fantasma irrisolto della sua ex Charlotte. Questi elementi non sovrastano la trama, ma la accompagnano come vene sotterranee di tensione.


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Satira, sadismo e il veleno della scrittura

Il fulcro del mistero di Strike - Il baco da seta è Bombyx Mori, il romanzo al vetriolo che ha condannato Owen Quine. Ogni personaggio è una caricatura riconoscibile di una figura reale nel suo ambiente: editori, colleghi, persino l’amico-rivale Andrew Fancourt, la cui moglie si è suicidata anni prima in seguito a una parodia che si presume firmata da Quine. Il manoscritto è violento, disturbante, sessualmente esplicito. Ma è anche un’arma. Chi lo ha letto? Chi si è sentito esposto? E chi aveva abbastanza rabbia da replicare con un omicidio rituale?


La narrazione diventa una spirale di citazioni incrociate, lettere modificate, errori grammaticali come indizi. La scena del delitto (un’orrenda rappresentazione delle ultime pagine del libro) è brutale e visivamente scioccante, ma non gratuita. È lì per mettere in discussione i limiti dell’arte, della satira e della vendetta mascherata da letteratura.

Holliday Grainger
Strike - Il baco da seta (2017) Holliday Grainger

Un giallo troppo stretto in due atti

Se da un lato la messa in scena è più audace e il mistero più stimolante rispetto al primo capitolo, la struttura in due episodi, anche se proposto come unico film, gioca contro Strike - Il baco da seta.

L’introduzione è solida, l’atmosfera ben costruita, ma il finale arriva troppo in fretta. Le rivelazioni si susseguono in modo quasi meccanico, e alcuni sottotesti (in particolare quelli emotivi) vengono lasciati a metà. Un’ora in più avrebbe permesso di respirare, di dare corpo ai personaggi secondari e di concludere in modo più coerente alcune linee narrative, come quella di Leonora e della figlia disabile Orlando, interpretata con delicatezza da Sarah Gordy.


Anche il cast di contorno soffre una certa discontinuità. Alcune interpretazioni risultano sopra le righe, come se il tono della satira letteraria avesse contagiato anche i volti degli attori. Ma nonostante qualche sbavatura, il centro emotivo regge, grazie soprattutto a Monica Dolan nei panni della moglie dell’autore scomparso: il suo dolore, il suo candore e la sua testardaggine conferiscono umanità a un racconto che rischiava di perdersi tra simboli e sarcasmo.

Estetica ritrovata e atmosfere più dense

Dal punto di vista visivo, Strike - Il baco da seta segna un netto passo avanti. Il regista Kieron Hawkes abbandona la patina televisiva del primo capitolo e costruisce una messinscena più cinematografica, claustrofobica e variegata. Flashback allucinati, inquadrature oblique, dettagli insistiti: l’angoscia cresce anche grazie alla forma. La Londra di Il baco da seta è più opaca, meno centrale, ma più stratificata. Non è più il set di una tragedia urbana, ma lo sfondo inacidito di un circolo culturale che si mangia da solo.


La colonna sonora accompagna con discrezione, ma sa premere sull’acceleratore nei momenti cruciali, soprattutto nel confronto finale, durante una cena del mondo letterario in cui Strike, come da tradizione, raduna i sospetti e svela la verità.

Il giallo intellettuale che taglia (e non sempre cuce)

Strike - Il baco da seta riesce a distinguersi dal suo predecessore non tentando la strada della replica, ma quella della variazione. È più cupo, più disturbante, più intellettuale. Meno glamour, più carne viva. La scrittura è centrale, nel bene e nel male, e non solo come tema, ma anche come tecnica: il mistero è costruito su parole, stili, simboli. A volte tutto questo rende la narrazione troppo cerebrale, altre volte funziona come un meccanismo a orologeria.


Se qualcosa manca, è il tempo. Due ore, a dispetto delle tre della prima storia, non bastano per far maturare tutte le componenti del racconto. Ma la serie continua a reggersi su due pilastri solidi: la scrittura (quella vera, non quella dentro il libro maledetto) e la coppia Strike-Robin, sempre più affiatata e capace di tenere acceso l’interesse anche quando l’intrigo si attorciglia troppo.


Strike – Il baco da seta
non è un passo falso, ma una scommessa più ambiziosa. Forse troppo compressa, forse troppo letteraria, ma indubbiamente più coraggiosa. E soprattutto, è la conferma che la saga ha ancora molto da dire.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Strike - Il baco da seta

Strike - Il baco da seta

Giallo - Regno Unito, USA 2017 - durata 120’

Titolo originale: C.B. Strike: The Silkworm

Regia: Kieron Hawkes

Con Tom Burke, Holliday Grainger, Monica Dolan, Tamsin Topolski, Natasha O'Keeffe, Dominic Mafham

in TV: 19/09/2025 - Warner Tv - Ore 21.30

locandina Strike - Il richiamo del cuculo

Strike - Il richiamo del cuculo

Giallo - Regno Unito 2017 - durata 180’

Titolo originale: Strike: The Cuckoo's Calling

Regia: Michael Keillor

Con Tom Burke, Holliday Grainger, Kerr Logan, Jack Greenlees, Ruth Sheen, Natasha O'Keeffe

in TV: 19/09/2025 - Warner Tv - Ore 23.55