Destinata a inaugurare la piattaforma HBO in Italia, la serie Portobello, diretta da Marco Bellocchio, verrà presentata a Venezia 2025 e al TIFF. Al centro della narrazione c’è la figura di Enzo Tortora, noto volto televisivo italiano, e il periodo controverso della sua vita legato all’accusa di appartenenza a un’organizzazione criminale.

Il contesto e la figura di Tortora
Per anni, il volto di Tortora è stato una presenza fissa nelle case italiane: rassicurante, familiare, incrollabile. Ogni venerdì sera, con la sua voce inconfondibile, apriva le porte di Portobello, un varietà atipico che mescolava ironia, inventiva e partecipazione popolare in diretta. Il pubblico non si limitava a guardare: telefonava, proponeva, interagiva. E quel pappagallo verde che si rifiutava puntualmente di dire “Portobello” era diventato un simbolo nazionale.
Poi, all’improvviso, tutto si rompe. Un volto amico viene strappato dallo schermo, ammanettato davanti alle telecamere, e accusato di essere un trafficante di droga legato alla Camorra.
Pubblico e privato
La serie Portobello si concentra sulla sovrapposizione tra dimensione pubblica e privata, seguendo Tortora nel crollo della sua reputazione e nella battaglia legale che ne seguì. Interpretato da Fabrizio Gifuni, il personaggio viene raccontato come figura complessa, inserita in una rete di relazioni che coinvolge media, giustizia, e opinione pubblica.
Il progetto non si propone di formulare sentenze o riscrivere la storia. L’intento è semmai quello di esplorare i meccanismi di potere e rappresentazione che hanno trasformato una vicenda giudiziaria in un evento nazionale.

Personaggi e prospettive
Tra i personaggi chiave della serie Portobello figura Giovanni Pandico, interpretato da Lino Musella, pentito le cui dichiarazioni avviarono l’inchiesta. La serie lo rappresenta come un soggetto ambiguo, le cui motivazioni restano incerte, a metà tra strategia e convinzione personale.
Il sistema giudiziario, l’informazione e la politica sono mostrati come attori interconnessi. La serie mette in scena il modo in cui il caso fu trattato non solo nelle aule dei tribunali, ma anche nei palinsesti televisivi, nei giornali e nell’opinione pubblica. La giustizia, più che un processo tecnico, appare come un campo di confronto tra narrazioni e percezioni.
Il ruolo della televisione
La serie Portobello include una riflessione sul ruolo dei media nell’Italia degli anni ’80, un periodo di transizione dal modello pedagogico a quello dell’intrattenimento commerciale. Il programma originario condotto da Tortora viene ricordato per aver dato spazio alla creatività e al coinvolgimento diretto del pubblico, ma il contesto televisivo che ne accompagna la caduta è parte integrante della vicenda.
Le zone grigie
La serie Portobello non mira a fornire risposte definitive, ma a mettere in scena le zone grigie tra legalità e giustizia, tra verità e percezione, tra individuo e immagine pubblica. L’approccio scelto è quello dell’indagine narrativa, aperta e non conclusiva.
La storia di Portobello viene proposta come un racconto emblematico di un’epoca, in cui le istituzioni, i media e l’opinione pubblica si sono confrontati in modo simultaneo e a volte contraddittorio. Il pubblico è invitato a osservare, ascoltare e riflettere, senza ricevere indicazioni univoche o risolutive.
L’uscita della serie è prevista in concomitanza con il debutto della piattaforma HBO sul mercato italiano.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Portobello può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
Portobello
Drammatico - Italia, Francia 2026 - durata 0’
Titolo originale: Portobello
Con Marco Bellocchio, Alessandro Preziosi, Romana Maggiora Vergano, Lino Musella, Daniele Natali, Federico Torre
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