C’è una linea sottile tra il soprannaturale e il sistemico, tra il mostro sotto il letto e quello dietro una scrivania: The Institute, la serie in otto episodi che adatta il romanzo di Stephen King diretta da Jack Bender, cammina su questo confine con passo deciso. In apparenza una storia di bambini con poteri paranormali, in realtà un racconto disturbante di controllo istituzionale, violenza giustificata e resistenza emotiva. Un thriller psicologico con radici nella fantascienza e ramificazioni nella politica contemporanea.

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L'istituto (2025) scena

Dentro l’istituto

Nella serie The Institute, Luke Ellis, dodici anni, genio precoce di Minneapolis, viene rapito nel cuore della notte. Si risveglia all’interno di una struttura anonima nel Maine: l’Istituto. Un luogo che sembra clinico ma è carico di inquietudine, dove altri bambini come lui (dotati di poteri telepatici o telecinetici) sono detenuti, studiati, usati. Non per il bene comune, ma per un bene “superiore”, secondo la direttrice dell’Istituto, Julia Sigsby (interpretata da Mary-Louise Parker). L’obiettivo? Sfruttare le abilità di questi giovani per prevenire eventi futuri considerati catastrofici.


Parallelamente, seguiamo Tim Jamieson (Ben Barnes), ex poliziotto con un passato traumatico e un presente segnato dall’apatia, che lentamente si avvicina all’Istituto e al mistero che lo circonda. Le due linee narrative corrono separate fino al punto d’impatto, dove la lotta personale di Tim si intreccia con la lotta collettiva dei bambini.

Tra bene e male

Nella serie The Institute, ogni interprete contribuisce al mosaico emotivo con una singolarità che va oltre il semplice buonismo o l’ostilità plateale. Luke Ellis (Joe Freeman) emerge come un ragazzo di straordinaria intelligenza e delicatezza, la cui vera forza non sta nei poteri ma nella sua fermezza morale: vuole fare ciò che è giusto e protegge chi ha intorno.


Al suo fianco, Avery Dixon (Viggo Hanvelt) incarna la fragilità che si rivela coraggio; spesso timido e insicuro, Avery scopre nella solidarietà verso Luke la scintilla per uscire dall’ombra.


La figura centrale dello scontro psicologico è però Julia Sigsby, interpretata da Mary-Louise Parker: non è la solita villain crudele, ma una donna convinta di agire per un “bene superiore”. La sua sicurezza è tanto ordinata quanto inquietante, perché mostra quanto una persona apparentemente razionale possa difendere l’indifendibile.


Infine, c’è Tim Jamieson (Ben Barnes), un ex poliziotto sul punto di cedere al cinismo fino a quando il suo percorso non si intreccia con quello dei bambini: la sua umanità, inizialmente spenta, si riaccende lentamente grazie al confronto con Luke e Avery, trasformandosi in un faro di speranza.


Insieme, i quattro personaggi rendono The Institute un labirinto psicologico in cui empatia, colpa, fede e redenzione si confrontano senza retorica.

Ben Barnes
L'istituto (2025) Ben Barnes

Potere e infanzia negata

La serie The Institute non è una semplice storia horror. È un’indagine sul potere, sull’infanzia negata, sulla complicità delle strutture. Come gran parte delle opere di King, il vero terrore non arriva da creature soprannaturali, ma da persone convinte di avere ragione. Bender insiste su questo punto: “I veri mostri sono dentro gli adulti”.


Il paragone con eventi reali è esplicito. King stesso ha paragonato l’Istituto alla politica di separazione familiare adottata durante l’amministrazione Trump: bambini strappati dai genitori con motivazioni burocratiche o ideologiche. Un orrore che non ha bisogno di poteri paranormali per esistere. Bender raccoglie questo spunto e lo rilancia: The Institute è una metafora potente del controllo istituzionale travestito da salvezza.


Allo stesso tempo, la serie esplora temi di solidarietà, sacrificio e resilienza. I bambini non sono solo vittime: sono agenti di cambiamento, capaci di ribellarsi e di costruire legami indissolubili. In questo senso, il titolo potrebbe anche riferirsi a un altro tipo di istituto: quello dei valori umani condivisi, che sopravvivono persino nella prigionia.

Universo King

Girata tra agosto e novembre 2024 in Nova Scotia, la serie The Institute è una fusione di atmosfere claustrofobiche, visioni distopiche e tensione emotiva crescente. Lo stile narrativo oscilla tra il minimalismo delle scene iniziali, quasi intime, e l’escalation degli ultimi atti, dove l’azione esplode ma non sacrifica mai l’introspezione.


Jack Bender, veterano di Lost, Il trono di spade e Mr. Mercedes, porta con sé la capacità di costruire mondi chiusi che sembrano vivi. Ogni inquadratura suggerisce una minaccia, ogni silenzio è carico. La regia punta sul non detto, sull’ambiguità. E proprio lì si annida la paura.


The Institute
è una storia di bambini rapiti, sì. Ma soprattutto è una storia su come gli adulti giustificano l’indifendibile. È un racconto sull’empatia come forza rivoluzionaria. Sulla paura usata come strumento di controllo. E sulla possibilità, ancora viva, che i più piccoli possano cambiare il mondo, se prima riescono a salvare sé stessi.


Su MGM+ dal 13 luglio.

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Redazione

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Filmografia

locandina L'istituto

L'istituto

Horror - USA 2025 - durata 46’

Titolo originale: The Institute

Con Ben Barnes, Trina Corkum, Jeff Fahey, Jack Bender, Mary-Louise Parker, Julian Richings

in streaming: su Prime Video Mediaset Infinity