Lui era uscito, si era letteralmente tagliato via da quel mondo ma l’inferno non dimentica nessuno: la serie Mercy for None, in arrivo il 6 giugno su Netflix, è il ritorno potente e senza compromessi di So Ji-sub al noir d’azione, a tredici anni dalla sua ultima prova muscolare sullo schermo. Ma questa non è solo una serie d’azione. È un’indagine fredda su cosa resta di un uomo quando l’unico motore è la vendetta.

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Mercy for None (2025) scena

Una ferita non si chiude mai

Nam Ki-jun (So Ji-sub), il protagonista della serie Netflix Mercy for None, era un nome temuto nel sottobosco criminale. Poi, undici anni fa, ha deciso di sparire. Si è reciso il tendine d’Achille per chiudere ogni possibilità di tornare a combattere. Ma quando suo fratello minore, Ki-seok (Lee Jun-hyuk), ex braccio destro della loro organizzazione, viene ritrovato morto, Ki-jun capisce che la fuga è finita.


Il funerale è solo il primo passo di un viaggio violento e ossessivo. Armato di una mazza da baseball e di una determinazione che non contempla ostacoli, Ki-jun si fa largo in un mondo che conosce troppo bene, deciso a scoprire chi ha ucciso suo fratello e perché. Ogni pista è un vicolo cieco pieno di cadaveri. Ogni volto amico può rivelarsi un traditore. E la legge non è mai dalla parte di chi cerca giustizia con le proprie mani.

Tutti hanno qualcosa da perdere

Nella serie Netflix Mercy for None, ogni personaggio è una mina pronta a esplodere. Non esistono comparse di contorno: ognuno ha un ruolo preciso in questo gioco al massacro, e nessuno si tira indietro.


Al centro c’è Nam Ki-jun, interpretato da un So Ji-sub in stato di grazia. È un uomo spezzato, non solo nel corpo, ma anche nell’anima. Il suo silenzio non è solo dolore: è calcolo, soppressione, e rabbia incanalata. È tornato da un inferno che aveva giurato di non rivedere, e adesso non fa prigionieri. La sua arma, una semplice mazza da baseball, diventa il simbolo di una vendetta senza orpelli né glorificazione.


Sulla sua strada incontra Koo Jun-mo, il giovane erede del clan Bong-San, interpretato da Gong Myoung. Ha il sorriso storto di chi si diverte nel caos. C’è qualcosa di profondamente disturbante nella sua calma: la follia qui non urla, sussurra.


A incarnare l’ambizione camuffata da legalità troviamo Lee Geum-son, un giovane procuratore figlio di una figura politica influente. Choo Young Woo lo dipinge come un serpente in abito elegante: preciso, freddo, e pronto a manipolare la legge per i propri scopi.


Nel cuore dell’organizzazione criminale pulsa ancora la furia di Koo Bong-san, capofamiglia interpretato da An Kil-kang. È un uomo in decadenza ma non ancora sconfitto, un leone ferito che ruggisce con più violenza proprio perché sa che il suo tempo sta finendo.


Accanto a lui c’è Choi Sung-chul, interpretato da Cho Han-cheul, una figura ambigua e scivolosa, il tipo di uomo che ha imparato a sopravvivere in ogni regime, cambiando maschera ogni volta che serve.


E poi c’è Cha Young-do, la vera ombra che incombe sul passato di Ki-jun. Il suo nome fa tremare anche chi non lo ha mai visto. Cha Seung Won gli dà corpo e voce con una presenza glaciale: non urla, non si agita, ma quando appare, si capisce subito che tutto sta per precipitare.


Ognuno di questi personaggi è pronto a tradire, uccidere, nascondere, e sopravvivere. Tutti, a modo loro, sono specchi deformati di Ki-jun stesso: uomini che hanno scelto una strada e che, come lui, non possono più tornare indietro.

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Mercy for None (2025) scena

Vendetta, destino, rovina

La serie Netflix Mercy for None non chiede empatia. Chiede attenzione. Ogni personaggio segue il proprio obiettivo, senza rimorsi, senza scrupoli. Nessuno cerca redenzione. Nessuno cerca perdono. Non ci sono eroi, solo sopravvissuti. Il titolo stesso, “pietà per nessuno”, è la dichiarazione di intenti della serie.


Il cuore tematico è la vendetta come eredità. Ki-jun non torna solo per vendetta, ma perché è l’unico linguaggio che conosce. Il suo gesto di fuga, quella ferita auto-inflitta, non è mai guarita. Era un’illusione di libertà. Alla fine, le radici del sangue lo richiamano. E lui risponde.


Al centro della narrazione non c’è una “morale”. C’è una spirale. Di violenza, di silenzi, di alleanze marce e destini spezzati. In un’epoca di antieroi annacquati e revenge story prefabbricati, Mercy for None rilancia un noir secco, violento e visivamente brutale. Qui, chi agisce paga. E chi aspetta, muore.

Nessuna pietà. Nessuna via d’uscita.

Il 6 giugno, la serie Mercy for None debutta su Netflix. Ma non aspettatevi un prodotto per tutti. È una serie che morde e non lascia andare. Un noir cupo e implacabile, dove ogni personaggio è pronto a uccidere o morire pur di ottenere ciò che vuole. Niente compromessi. Niente morale. Solo giustizia, a modo loro.


E forse, è proprio questo che mancava: una serie che ha il coraggio di non chiedere scusa.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Mercy for None

Mercy for None

Azione - Corea del Sud 2025 - durata 45’

Titolo originale: ??

Con So Ji-sub, Heo Joon-ho, Ahn Gil-kang, Lee Bum-soo, Gong Myoung, Choo Young-woo

in streaming: su Netflix Netflix Basic Ads