Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Durante il suo anno d'oro 1951, Chiari girò ben tre pellicole dirette da Mattoli (oltre a questa, Vendetta sarda e Il padrone del vapore), per un totale complessivo di otto film; chiaramente la qualità di questo prodotto non è altissima, ma è certo meno peggio di quanto si potrebbe presupporre. Anche perchè si parte con idee stantie, sulla scia dei tanti film che in quegli anni proponevano materiale di recupero dall'avanspettacolo e dai repertori teatrali degli attori presenti nel cast; qui ad esempio abbiamo tra gli altri Billi e Riva, Carlo Croccolo, Enzo Garinei, Carlo Romano, Giuseppe Porelli, Giacomo Furia: tutti nomi provenienti dal teatro e che hanno attraversato una lunga epoca del cinema italiano, anche solo come caratteristi. Il merito del buon ritmo e della verve che anima questo Arrivano i nostri (dall'omonima canzone, qui cantata da Nilla Pizzi) è senz'altro, oltre che degli interpreti, della sceneggiatura ad otto mani, firmata dalle coppie Marchesi-Metz e Age-Scarpelli. Nel complesso si tratta di una delle tante commediole pressochè insignificanti, ma realizzate con buon mestiere in quegli anni dal nostro cinema, caratterizzata però da una spumeggiante vivacità e da qualche scenetta fra avanspettacolo e circo, comunque funzionale alla narrazione. 4/10.
Per amore di una ragazza (da cui è ricambiato, ma che è già promessa ad un altro, malgrado di lei), Walter allestisce una piccola compagnia teatrale sgangherata; la fortuna inizialmente non assiste gli improvvisati artisti, ma poi...
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