Regia di Joseph Kuo vedi scheda film
Conosciuto anche come THE 18 BRONZEMEN PART 2, il ritorno dei 18 bronzi è il sequel del film precedente con lo stesso regista e gli stessi attori. Cambiano però le gerarchie dei ruoli, Carter Wong diventa il protagonista assoluto, mentre Tian Peng passa da personaggio pronciale a una comparsata di pochi minuti, non cambia molto invece per Polly Kuan, lei e Shungguan Linfeng sono la stessa persona, che compare sempre poco ma nel finale ha un ottimo combattimento con Wong. In verità la storia non ha nessun collegamento col primo film e anche i personaggi cambiano tutti. Resta invece la prova dei 18 bronzi che questa volta ha un ruolo ancora più centrale mentre la trama circostante viene molto semplificata. La storia vede Carter Wong nelle vesti di Ai Sung-chueh, ovvero il quarto erede al trono in via di successione. Con un complotto riesce a eliminate i rivali e slalire al potere, determinato a voler eccellere nelle arti guerriere per aumentare la sua fama, decide di entrare sotto falsa identità in un monastero Shaolin per imparare le loro arti marziali. Con entusiasmo, assieme agli altri monaci si sottopone al duro addestramento che terminerà solo quando sarà riuscito a portare a termine tutti i livelli dell' ardua prova dei 18 bronzi. Proprio quando, dopo numerosi tentativi, sta per superare l' ultimo livello della prova, la sua vera indentità viene scoperta e i monaci lo espellano dal tempio. Sung è disperato, ma gli insegnamenti appresi gli cosentiranno di avere la meglio sui nemici che volgiono eliminarlo. Il risultato è molto positivo e migliore rispetto al primo film grazie anche al cambio del protagonista, Carter Wong è infatti molto più carismatico. Anche questa volta la spettaccolarità delle pellicole di Liu Chia-Liang non viene raggiunta e film come MARTIAL CLUB, EIGHT DIAGRAM POLE FIGHTER o LA 36° CAMERA DELLO SHAOLIN restano su un livello superiore. Tuttavia il film non è affatto da buttare e mostra numerosi momento di buona spettacolarità e veramente tanto Kung-fu. Ovviamente gli allenamenti sono esagerati e a volte quasi umoristici, ma i movimenti delle arti marziali sono veritieri e molto ben eseguiti con un uso minimale degli effetti speciali. Peccato per l' altro sequel, THE BLAZING TEMPLE, che si discosta troppo dai due precedenti e risulta meno riuscito. Per gli appassionati è certamente da riscoprire come il capostipite
Ottima
è sempre la Shangguan Linfeng de IL BOXER DALLE DITA D' ACCIAIO, si appare poco ma lascia il segno
Si vede poco
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