Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Un altro di quei titoli del cinema italiano segnatamente degli anni sessanta scritti da Ugo Pirro, che come si suol dire "andrebbe proiettato nelle scuole", per fare capire cosa è realmente la Storia italiana al di là delle ricostruzioni agiografiche per salme e cariatidi, ed è stato veramente il Risorgimento nella fattispecie nelle arretrate regioni del più profondo meridione d'Italia, ovvero soltanto un cambio di padroni e avvicendamento di sfruttatori, e loro protettori che li garantiscono, magari parlando piemontese e non più spagnolo.
Molto bravo Volontè nemmeno molto sopra le righe nonostante il personaggio pieno di virulenta furia vendicativa, apertamente dialettale, e parecchio studiato sulle pagine della stessa novella, per chi la ha letta. Decorativa nel suo ruolo e scelta più che altro per questo, la Sandrelli/Gemma/"Peppa" che in una sequenza un pò da "sculto", mostra pure le sue tettine e il suo lussureggiante lato b sodo rotondo e ritto, tipicamente molto giovanile oltre che una bella schiena e delle belle braccia e polpacci, un pò da cameriera allenata, quale ella era pochi anni prima nella nota familiare trattoria viareggina.
Strano invece trovare Luigi Pistilli doppiato da Paolo Ferrari, mentre Ivo Garrani/Barone Nardò in un ruolo da possidente fazendero, che potrebbe benissimo essere uscito da uno dei western di ambientazione messicana del periodo, il quale tutto padroneggia, tutto mercanteggia e raggira, truffa, requisisce nel povero pueblo siculo di "peones" contadini verghiani, ma che la pagherà cara anche lui, è al solito eccellente.
Strana ma che non si nota molto, la locazione delle riprese in Bulgaria della produzione Dino De Laurentiis per la ricostruzione della Sicilia più profonda e retriva, appena post-unitaria del 1865.
Uno degli ultimi titoli del prolifico Lizzani di quegli anni, a non essere mai stato distribuito in forma decente dopo il cinema, e che ancora oggi sopravvive in un rip della vecchissima vhs CineLux di 40 anni fa, scannatissima pure, nel formato 4:3.
Come si fa a non aggiungere i manifesti e le locandine italiane di questo film (distribuzione addirittura Paramount), che furono dipinti dall'eccezionale pittore e cartellonista Mario De Berardinis? Io non riesco a capire la mancanza nel sito per troppi troppi film, delle immagini e delle locandine, manifesti, quando penZo che ci siano persone pagate per questo. E' farsi superare da siti con molti meno mezzi, sponsor e pubblicità, personale, che per l'aggiunta dei manifesti e locandine, sono però molto più integralisticamente maniacali. E se ci sono poi, non sono italiani ma tedeschi. Mah.
John Nada
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