Regia di Elise McCredie vedi scheda film
Dalle parti di Melbourne come a Seattle o a Parigi o in qualche college americano. I tormenti e le catastrofi amorose, sullo schermo, si somigliano e si sovrappongono con una frequenza che sfiora ormai la monotonia e costituiscono un vero filone sull’impossibilità di essere normali, almeno dal punto di vista sentimentale. L’australiana Elise McCredie, attrice e scrittrice, al suo debutto come regista, delega alla sua simpatica e spiritosa protagonista un’interdetta, confusa e ansiosa ricerca emotiva che ha come obiettivo principale la perdita della verginità. Lei - è il nome del personaggio- vive in una casa arruffata con altri squinternati amici (il musicista decolorato, la studentessa con una serie di amanti, una coppia gay), è commessa in un negozio di libri usati, legge soprattutto poesia, si lancia in imbarazzanti approcci e il suo migliore amico - stereotipo obbligatorio - è un omosessuale, il sensibile Jimmy. Il film visita tutti i passi falsi, gli equivoci, le situazioni, le caratterizzazioni e i bozzetti della neocommedia romantica. Voce off, sguardi in macchina, ellissi di montaggio confermano che la regista ha visto e studiato molto cinema contemporaneo. Esordio fresco, ma poco verginale.
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