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Paradise Beach

Regia di Xavier Durringer vedi scheda film

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Nocturno_1977

Nocturno_1977

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La recensione su Paradise Beach

di Nocturno_1977
6 stelle
PARADISE BEACH (2016) USA JAUMEE COLLET-SERRA.
 
Siamo in Mexico e l’indigeno pacato Carlos scorta con la sua jeep d’occasione l’americana Nancy in un baia paradisiaca non lontano da Tijuana. Luogo incantevole per fare surf per l’ex studentessa di medicina costretta ad abbandonare gli studi per un brusco calo psicologico dovuto alla prematura perdita della madre.
Ha con se solo la tavola da surf, uno zainetto con una bottiglia d’acqua ed un cellulare…gli ha dato buca l’amica in questa escursione ancora malconcia a letto in albergo dopo una notte di alcool ma Nancy è ostinata a voler cavalcare quelle onde che sognava fin dalla sua stanza nel Texas. Nessuno o pochi conoscono quel paradiso marino con un’incantevole barriera corallina color rubino, una sabbia vellutata e un mare da specchiarsi.
Buon shark-movie dello spagnolo Collet-Serra per diversi aspetti.
La protagonista è praticamente anche l’unica attrice del film (La Lively del precedente buon The Town)
E' quasi credibile con la sua ferita alla gamba ed il suo stato di delirio in quanto confinata sopra una roccia e preda di uno squalo bianco…poi perde di credibilità quando con solo qualche corso alla facoltà di medicina si mette i punti a freddo con un ago filo d’occasione…scena splatter per stomaci forti ma evitabile.
Notevole anche l’angoscia per la disidratazione e la cancrena. Poi c’è l’alta marea che incombe una volta al giorno e alza il livello dell’acqua sulla roccia e quindi l’appetito del padrone dell’insenatura.
Ottima la tensione…il film non ha annoianti prologhi ma entra subito in azione. La povera Nancy prima deve gestire il pensiero negativo di un improbabile stupro dei due serfisti nella baia isolata dal mondo…poi lo squalo bianco con il suo istinto primordiale alle calcagna.
Le scene horror si sprecano come quella del turista di colore con la telecamera sul casco che corre in aiuto di Nancy ma non c’è nulla da fare in quanto viene divorato dallo squalo che con la pinna fuori dall’acqua ogni tanto ricorda la sua presenza.
Insomma c’è tutto per un buon horror sulla scia di Open Water e ovviamente omaggia/strizza l’occhio a tutta la categoria animali assassini acquatici ma il regista poi certe volte si perde in quei rallenty per rafforzare certe scene e rovina la messinscena di suspense apparecchiata alla perfezione. Inoltre sembra che sta girando un videoclip in certe sequenze…ci manca solo che esce il rapper i colore dall’acqua con rime baciate.
Effetti speciali moderni nella norma e buona rappresentazione zoomata dell’area di caccia dl predatore. Finale da dimenticare ma buon primo tempo.
Voto 7
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