1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie
“Volevano i mostri, e li avranno.”
Verso la Singolarità, e oltre: la Trascendenza.
- Cyborg: umani ciberneticamente potenziati.
- Sintetici: androidi dotati di AI.
- Ibridi: sintetici ibridati con una coscienza umana scaricata in loro.
Gente, è Noah Hawley, mica Damon Lindelof (che, “a parte” tutti i difetti “artistici”, sarà senz’altro una brava persona: ma non è Noah Hawley), e quindi “Alien: Earth”, pur con tutti i suoi difett...ucci, che la rendono un passo dietro a “Fargo” e mezzo passo dietro a “Legion”, è una figata, punto, che innesta una solida mitopoiesi ex post (lo scenario terrestre sarebbe già stato dovuto essere esplorato – però alla fine del XXIV secolo, non all’inizio del XXII, e quindi con tutta un’altra valenza – da Joss Whedon post-Resurrection) nel corpo di una saga dalle potenzialità “infinite” (a principiare dalla possibilità di creare un universo condiviso tra il mondo governato dalle Weyland-Yutani, Prodigy & C. di “Alien” e quello governato dalle Tyrell Corporation & C. di “Blade Runner”) e che spesso, invece (o per l’appunto), è stata svenduta e svilita (e in buona sostanza mi sto riferendo quasi solo agli anderson-struseschi crossover apocrifi di metà anni zero con l’altrimenti quasi altrettanto almeno in parte validissima saga di “Predator”), e lo è anche per il seguente motivo: premesso che la questione (che qualche anno fa ho provato a sviscerare in un raccontino) non è stata ancora chiarita e risolta del tutto, con buone, forse ottime, probabilità la serie mette in scena con cognizione di causa IL problema legato al trasferimento…
- Infrange le regole, corre rischi. Forse è per questo che è così avanti.
- Sì, ma non è scienza. Non importa quanto diventi ricco: qualcosa lo è o non lo è.
- Meccanica quantistica.
- Ok, questo…
- La luce è una particela e un’onda.
- Sì, teoreticamente, sì. Ma mettere le menti dei bambini in corpi sintetici non è teoretico. Cioè, se abbiamo sbagliato, nel caso migliore delle IA si credono umane, nel peggiore… abbiamo ucciso sei ragazzini.
- Avete davvero scaricato la coscienza di mia sorella in quel corpo? È lei?
- Sono due domande diverse. Una è pratica e l’altra, beh, è il vero dilemma esistenziale; e, aggiungerei, la differenza tra un affare da un trilione di dollari e una coperta con le maniche.
- Una… cosa?
- Un’invenzione che nessuno voleva.
…di coscienza (Varley, Vinge, Kurzweil), ovvero quella di trasmigrarla da un supporto (cervello biologico) all’altro (cervello “positronico”: elettro-meccanico-quantistico) senza soluzione di continuità, mantenendo cioè attiva (anche in fase onirica, non per forza di veglia) una scintilla di coscienza (e ciò può realizzarsi solo implementando una protesica porzione alla volta il nuovo nel vecchio), e lo fa (quasi proprio come nel raccontino di cui sopra) rappresentando il suo inverso, la sua nemesi: l’originale viene copiato, non trasferito, ma poi muore, vuoi a causa del processo stesso (con un metodo più raffinato e complesso di quello presente in “the Prestige, ma ancora dozzinale), quale danno collaterale, vuoi per diretta scelta aziendale slegata da esso, quale omicidio premeditato (come in “the Prestige”).
Cronologia interna.
2093 - Prometheus (2012; Scott, Lindelof, Spaihts);
2104 - Alien: Covenant (2017; Scott, Logan, Harper, Green, Paglen);
2120 - Alien: Earth (2025; Hawley);
2122 - Alien (1979; Scott, O’Bannon, Shusett);
2142 - Alien: Romulus (Álvarez, Sayagues);
2179 - Aliens (1986; Cameron, Hill, Giler) & Alien³ (1992; Fincher, Hill, Giler, Ferguson, Ward);
2381 - Alien: Resurrection (1997; Jeunet, Whedon);
Noah Hawley, creatore, showrunner, sceneggiatore di tutti 8 gli episodi (3 da solo e 5 con altri) e regista di 2 (gli altri sono diretti da: Dana Gonzales, 4, e Ugla Hauksdóttir, 2), chiama a sé un eterogeneo cast senza nomi altisonanti (il più quotato è l’ottimo Timothy Olyphant di “DeadWood”, “Justified”, “Santa Clarita Diet”, “Once Upon a Time in... Hollywood”, “Amsterdam” e della prossima “Lucky”, e che già aveva lavorato con Noah Hawley per “Fargo 4”) capitanato dalla brava figlia d’arte Sydney Chandler (“Don’t Worry Darling”, “Pistol”, “Sugar”) e completato da Alex Lawther (“The Last Duel”, “Earwig”), Essie Davis (“The Babadook”), Samuel Blenkin (“Black Mirror: Loch Henry”), Babou Ceesay (“Wolfe”), David Rysdahl (“Fargo 5”), Adrian Edmondson (“3 Body Problem”), Richa Moorjani (“Fargo 5”) e i bambini (non più bambini) perduti (non più perduti) Lily Newmark (“Pin Cushion”, “Juliet, Naked”, “Sex Education”), Adarsh Gourav, Erana James, Jonathan Ajayi e Kit Young, e vince dal PdV dell’empatia.
Musiche originali di Jeff Russo: una garanzia. Musiche preesistenti, a chiosa d’ogni episodio, che vengono pescate dall’universo metal (una per tutte: “Keep Away” dei Godsmack), per lo meno fino a quando, cioè alla “fine” – prodromo ad un’imprescindibile seconda stagione e vieppiù –, arrivano i Pearl Jam con “Animal”.
Note sparse, ovvero: “viva” il mostrocchio!
Un glitch in una subrutine = gravidanza isterica.
“Quando una specie aliena ostile decide di parlare, bisogna chiedersi perché.”
E vai di clicl xhosa: Marcy / Wendy / Sydney come Ellie / Bella.
Voglio credere, anzi: pensare, che la celeberrima, miliare citazione “Una tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”, fatta pronunciare all’omuncolo e sbagliata perché erroneamente da lui attribuita ad Asimov invece che a Clarke, sia stata resa tale volutamente: chi nota l’errore ha un dettaglio in più per classificare come coglione il tipo in questione, chi non ha le conoscenze per farlo... beh: poco male.
Ah, e fra fra un secolo pare che “Ice Age 4: Continental Drift” sarà più cult dell’1, del 2 e del 3 o s’è per questo anche del del 5, del 6 (e del 7?) e dello (o degli?) spin-off.
“Volevano i mostri, e li avranno.”
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