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Lawmen - La storia di Bass Reeves

1 stagioni - 8 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Lawmen - La storia di Bass Reeves

di mck
8 stelle

“Quanto può essere cattivo un brav’uomo?”

 

 

Con gli stivali levati ai morti come trofeo a guisa di moneta (merce & segno) e controvalore al posto degli scalpi viaggia a dorso di Pistol, il suo cavallo bianco, Bass Reeves, portando il nome del nonno e il cognome del padrone attraverso le brulle pianure collinose dell’Arkansas, ai confini del Texas, punteggiate di boschetti lungo il Red e lArkansas River, prima in fuga dalla schiavitù e alla ricerca del suo perduto amore (con la parentesi d’un’altra possibilità di reciproco conforto seminole lungo la strada) e poi, dopo il focolare domestico ricostituito e ampliato e dopo il Tredicesimo Emendamento (in perenne non-attesa di una controriforma restauratrice: il vero cliffhanger della serie) e la libertà consegnatagli assieme a una pistola nera e a una stella d’argento, alla caccia di ricercati dalla Legge con gli stivali levati ai morti come trofeo a guisa di moneta (merce & segno) e controvalore al posto degli scalpi viaggia a dorso di Pistol, il suo cavallo bianco, Bass Reeves, portando il nome del nonno e il cognome del padrone attraverso le brulle pianure collinose dell’Arkansas, ai confini col Texas, punteggiate di boschetti lungo il Red e l’Arkansas River…

 


“[For, lo, I raise up the Chaldeans,] that bitter and hasty nation, which shall march through the breadth of the land, to possess the dwelling places that are not theirs. They are terrible and dreadful: their judgment and their dignity shall proceed of themselves. They shall come all for violence. Their faces shall sup up the east wind, and they shall gather the captivity as the sand.” (Habakkuk, 1:6-13, King James Version.)

“[Poiché, ecco, io faccio sorgere i Caldei,] quella nazione, spietata e impetuosa, che dilaga in vaste zone della terra per impossessarsi di dimore non loro. Sono spaventosi, e tremendi. Stabiliscono da sé la propria giustizia e la propria libertà: vengono tutti a perpetrare violenze. Le loro facce sono come il vento orientale, e ammassano orde di prigionieri come sabbia.” (Abacùc, 1:6-13, Bibbia di re Giacomo.)

 


Lawmen: Bass Reeves”, pre/side-quel distaccato dal filone principale dell’universo espanso, attualmente in contrazione, di “Yellowstone” (comprendente, oltre alla serie madre, anche - quell’autentico capolavoro di - 1883, conclusasi, e 1923, attualmente in corso, oltre a “6666”, “1944” e “2024”, per ora in fase di lavorazione), tratto da “Follow the Angels, Follow the Doves” e da “Hell on the Border”, i primi due romanzi della trilogia dedicata da Sydney Thompson alla reale figura storica del primo Deputy U.S. Marshal afroamericano ad ovest del Mississippi, è creato, con la produzione esecutiva di Taylor Sheridan, da Chad Feehan (al lavoro su "Banshee" e "Ray Donovan", e qui al suo primo progetto solista), che lo sviluppa e scrive con altri 5 sceneggiatori, mentre le regìe sono affidate a Christina Alexandra Voros (già della scuderia Sheridan per "Yellowstone" e "1883" e che, alternandosi con Dino Parks, cura come al solito anche la fotografia) e a Damian Marcano. Da rimarcare, poi, leccellente utilizzo dellottima "Unholy War" di Jacob Banks.

 

 

- Siamo uomini di legge. Non vi daremo problemi.
- Nel posto da cui veniamo… la legge è il problema. Ma tutti hanno bisogno di un riparo dalla tempesta.

Cast all’altezza delle aspettative legate al progetto: David Oyelowo, Lauren E. Banks, Dennis Quaid, Donald Sutherland, Barry Pepper, Shea Whigham, Demi Singleton, Forrest Goodluck, Joaquina Kalukango, Grantham Coleman, Jessica Oyelowo (nella realtà sposata col protagonista e nella finzione con il sudista schiavista che ne è il proprietario) e Margot Bingham (“BoardWalk Empire”), la seminole, più due piccoli camei per le fantastiche Dale Dickey (“Winter’s Bone”, “Hell or High Water”, “Leave No Trace”) e Paula Malcomson (“DeadWood”, “Ray Donovan”). 

 


Musiche di Chanda Dancy che dialogano a distanza con quelle di scritte da Brian Tyler e Breton Vivian per “Yellowstone”, “1883” e “1923”, entrandovi in risonanza.

- Sai Bass, quando ho accettato che l’uomo non è né più né meno degli animali che cacciamo, catturiamo e mangiamo, al di là della razza o posizione, ho deciso che il dominio era la mia unica strada. Lo sai anche tu che è vero, ma lotti ancora contro una religione... che ti mantiene debole. Senza la religione sperimenterai la libertà.
- Dio non è mai stato così lontano da me.
- È sempre con me invece. Io arresto quelli che non mancano a nessuno, tutti ladri e assassini negri. Consegno i loro stivali, i loro corpi valgono molto più della differenza. Vedi, il mito di Mr. Sundown ha preso una piega fantasiosa oramai, e non mi dispiace.

 


Rispetto a “Yellowstone”, “1883” e “1923” questa “Lawmen: Bass Reeves” (il cui punto di contatto maggiore con la serie "capostipite" è rappresentato dai... dinosauri) rimane un passo indietro, ma ripaga comunque del tempo speso per assistervi e, pur essendo sulla carta una limited/mini-serie, una seconda stagione – a prescindere dal fatto che questa termina semi-compiutamente sfumando, con una netta cesura a nero in medias res del futuro in farsi nell’aura di luce di un sole basso all’orizzonte che verdeggia d’oro i boschi e i campi d’intorno la casa, in un’atmosfera d’idilliaco sentor d’eternità raggiunta in vita venata dalla disciolta nell’aria presenza di un (im)preciso pericolo sommessamente costante – pare logica oltre che necessaria, e del resto “the Forsaken and the Dead”, il terzo romanzo della trilogia, è giusto lì anche per quello.

 

 

Neri che inseguendo il Sogno Americano si accodano al Destino Manifesto dei bianchi per rubare la terra ai rossi.


“Quanto può essere cattivo un brav’uomo?”
 
* * * ¾ - * * * * (7.75)      

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