Regia di Mario Costa vedi scheda film
La bella Rosina è contesa fra l’avido don Bartolo e il conte D’Almaviva; il barbiere tuttofare Figaro aiuta quest’ultimo a spuntarla, con una serie di scaltri escamotage.
Né più e né meno che la ripresa video dell’omonima opera di Gioacchino Rossini, una sorta di trasposizione sullo schermo del Barbiere di Siviglia, senza particolari fronzoli e con i reali interpreti: questa è la terza regia di Mario Costa, cineasta melomane che pian piano si specializzerà in tale tipo di lavori. Dopo aver diretto un film a soggetto (La sua strada) e una versione su pellicola de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, il Nostro mette in scena un Barbiere di Siviglia che vede la partecipazione in primo piano del tenore Ferruccio Tagliavini, della soprano Nelly Corradi, del baritono Tito Gobbi e dei bassi Italo Tajo e Vito De Taranto; con una riduzione orientata allo schermo – ma decisamente fedele al testo originale, tanto che non compaiono battute al di fuori del cantato – firmata da Costa stesso insieme a Paolo Salviucci e Carlo Castelli, prende vita per l’ennesima volta la storia di Figaro, Rosina e del conte D’Almaviva. In realtà per il cinema si tratta di una delle primissime trasposizioni e in particolare in Italia risulta essere la seconda dopo quella operata in piena epoca del muto (1913) da Luigi Maggi. Nel complesso un prodotto sufficientemente rifinito, ma destinato per forza di cose ai soli appassionati del genere. 4/10.
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