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Sorry We Missed You

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Regia di Ken Loach

Con Kris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone, Katie Proctor, Ross Brewster, Alfie Dobson, Linda E Greenwood, Harriet Ghost Vedi cast completo

In streaming Fonte: JustWatch VEDI TUTTI (8)

Trama

Ricky e la sua famiglia combattono contro i debiti dopo il tracollo finanziario del 2008. Una nuova opportunità appare all'orizzonte grazie a un furgone nuovo che offre a Ricky la possibilità di lavorare come corriere per una ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro ma quello della moglie come badante non è da meno. L'unità familiare è forte ma quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso un inevitabile punto di rottura.

Approfondimento

SORRY WE MISSED YOU: LAVORI MODERNI MA VECCHI PROBLEMI

Diretto da Ken Loach e sceneggiato da Paul Laverty, Sorry We Missed You racconta la storia delle difficoltà socioeconomiche che incontra la famiglia di Ricky, un uomo che vive con la moglie Abby e i due figli piccoli a Newcastle. La famiglia è abbastanza unita e i due genitori lavorano sodo per sbarcare il lunario. Mentre Abby si prende cura delle persone anziane a domicilio, Ricky continua a svolgere lavori sotto pagati. Così facendo si rendono presto conto che non diventeranno mai indipendenti o proprietari della loro casa. Una nuova prospettiva si presenta ai due grazie alla rivoluzione digitale: Abby vende allora la sua auto in modo che Ricky possa acquistare un furgone per svolgere l'attività di corriere per conto proprio. Gli eccessi del nuovo mondo moderno finiranno però per avere ripercussioni su tutta la famiglia.

Con la direzione della fotografia di Robbie Ryan, le scenografie di Fergus Clegg, i costumi di Jo Slater e le musiche di George Fenton, Sorry We Missed You viene così raccontato dal regista in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2019: "Dopo Io, Daniel Blake, mi ero ripromesso di fermarmi. Ma, durante le ricerche per quel film, mi ero imbattuto in tutta una serie di lavori moderni, autonomi o temporanei, che mi hanno portato a intavolare diverse discussioni con Paul Laverty, il mio sceneggiatore di fiducia. L'economia moderna inglese si basa si contratti spesso part-time o a zero ore, che rappresentano una nuova forma di sfruttamento. Partendo da ciò, a poco a poco è venuta fuori l'idea di un film strettamente connesso a Io, Daniel Blake, una sorta di sua costola.  Con Paul ci siamo concentrati sullo sfruttamento ma anche sulle conseguenze che il lavoro ha nella vita familiare e sulle relazioni personali. La classe media spesso parla di equilibrio tra lavoro e vita privata mentre la classe operaia è messa all'angolo dalla necessità, dal bisogno".

"Nonostante i grandi progressi della tecnologia, quelli che un operaio deve affrontare sono problemi di vecchia data", ha proseguito Loach. "La tecnologia più avanzata entra nelle cabine di un autista di furgoni per le consegne, gli detta gli itinerari, permette al cliente di sapere dove si trova un pacco che sta attendendo o di sapere quando gli verrà consegnato. Il cliente può persino seguire il percorso del corriere per tutto il quartiere grazie ai segnali che vengono diffusi via satellite. Nessuno però si preoccupa della persona che sta alla guida del furgone, che passa da una strada all'altra per soddisfare le esigenze della tecnologia. Come si capisce da subito, la tecnologia è sì nuova ma i problemi di sfruttamento del lavoratore sono vecchi come il mondo".

"Con Laverty abbiamo fatto molte ricerche sul campo - ha concluso i regista - e abbiamo incontrato diversi corrieri, non sempre disposti a parlare per paura di perdere il loro posto di lavoro. Dalle ricerche sono emersi diversi dati preoccupanti, a partire dal numero di ore che i corrieri devono fare per guadagnarsi uno stipendio decente e dai problemi di sicurezza (la responsabilità su tutto ciò che accade pesa sulle loro spalle). Quello delle ore è un problema che riguarda anche chi come Abby fornisce assistenza a domicilio: nonostante lavorino anche 12 ore al giorno, vengono pagati come se lavorassero sei o sette ore al minimo salariale".

Il cast

A dirigere Sorry We Missed You è Ken Loach, regista e attore britannico. Nato nel 1936, Loach ha studiato Legge a Oxford e, interessandosi sin da giovane alla recitazione, ha mosso i primi passi come attore prima di diventare assistente alla regia nel 1961. Negli anni Sessanta, ha lavorato nella produzione… Vedi tutto

Trailer

Commenti (25) vedi tutti

  • Ken Loach compie 83 anni ma continua ad ergersi a paladino degli ultimi. Questa volta ci offre uno spaccato di vita di famiglia lavorativamente precaria, come ve ne sono sempre di più. E lo fa da par suo, senza cioè far sconti a nessuno. Grazie Ken! VOTO: 8½

    leggi la recensione completa di marcopolo30
  • Classico film di Loach sul mondo del lavoro - meno appassionante di altri suoi predecessori - è soprattutto una riflessione sulla difficoltà di oggi di conciliare lavoro e famiglia. Un po' irrisolto, soprattutto il finale, porta una morale indiscutibile: se ti voti ai soldi, perdi tutto il resto. Voto: 3 stelle (2024)

    commento di robynesta
  • Ken, non sono edulcorati artificialmente, i tuoi lavori, e fai bene! La testarda dignità di Ricky e di Abbie sono già una vittoria sullo sfruttamento. Voto: 7,5 (sette e mezzo).

    commento di Roberto Morotti
  • La working class, la schiavitù del terzo millennio

    commento di Paol1
  • Il ritorno in sala di Ken Loach è l'ennesimo, durissimo viaggio nella vita di una famiglia proletaria britannica, la tragedia comune della working class contemporanea apparentemente incapace di reagire ai continui soprusi subiti nel mondo del lavoro e al di fuori di esso.

    leggi la recensione completa di George Smiley
  • Film durissimo del grande Ken Loach. Per me questo è vero cinema.

    commento di corradop
  • Per capire come fanno i grandi ventori online a diventare migliardari sfruttando il mondo e impoverendolo. Interessante anche la parte relativa agli assistenti domiciliari, che non di rado rappresentano un'altra categoria sfruttata con lavori pesanti e sottopagati. DIECI

    commento di Brady
  • Per fortuna è un film. Troppe verità, dal disagio sociale ad una schiavitù lavorativa, da un figlio difficile a disgrazie in sequenza, troppo, e stroppia. Peccato, perchè poteva esserci almeno uno spiraglio, o meno disgrazie, o meno stupidità, o meno protervia. Non va.

    commento di Piero
  • Cinéma Vérité all'ennesima potenza, uno sguardo lucido, pedagogico e realista su un nucleo famigliare della working class impoverita dalle élites conservatrici del Regno Unito dopo decenni di tagli al Welfare State. Ken Loach confeziona un'opera magistrale e spietata contro il neoliberismo rampante facendoci riflettere sulla nostra contemporaneità.

    leggi la recensione completa di CineNihilist
  • L'ennesimo pugno nello stomaco di Loach... ma stavolta poco coinvolgente. Dopo il magnifico "Io, Daniel Blake" forse urgeva un cambio di rotta. Drammaticità quasi noiosa e un po' ruffiana alla ricerca di un'empatia che ormai si vorrebbe a comando (?) Notevole comunque il cast.

    commento di la criticona
  • Un bel po' di pugni nello stomaco. Man mano che procede vorremmo che finisse al più presto per poter prender fiato e respirare. Ma rimaniamo lì inchiodati sino alla fine. E ogni volta che vedremo uno di quei furgoni sotto casa ci sentiremo anche noi un po' prigionieri di un meccanismo globale senza possibile via d'uscita.

    commento di giammaz
  • I problemi del lavoro e della famiglia esposti in maniera sincera e realistica....promosso by Ken Loach.

    commento di ezio
  • Bel film, molto realista, che mostra una realtà ai più sconosciuta. L'ambientazione è quella dell'Inghilterra del nord (almeno così è sembrato a mio figlio che ha vissuto la un paio di anni). Giudizio senz'altro positivo e consiglio la visione.

    commento di paolofm
  • La trappola per topi della gig economy e' solo l'ultimo capitolo della crociata antiliberista del Nostro. Una loi du marche' in terra d'Albione con qualche eccesso melodrammatico di troppo.

    commento di maurizio73
  • Decisamente duro, questo film di Ken Loach,ma tremendamente realistico.

    leggi la recensione completa di Furetto60
  • non bisogna confondere il messaggio con il "mezzo" con cui viene portato. Loach è uno dei Maestri del cinema moderno, ma non è certo con questo film che sarà ricordato. piano piano lo spettatore viene schiacciato da una sorta di empatia forzata verso la discesa all'inferno dei protagonisti. la scenggiatura deborda, l'interesse scema...

    commento di giovenosta
  • Il film sarebbe stato perlomeno guardabile se solo si fossero degnati di costruirgli un finale degno di questo nome. Evitabilissimo.

    commento di Valek
  • Film documentario sui nuovi schiavi moderni.

    commento di gruvieraz
  • Bello e drammaticamente attuale.

    commento di Artemisia1593
  • C’è qualcuno oltre questo grande cronista dell’uomo comune che ci parla ancora dei problemi essenziali della vita? capace di farci commuovere senza raccontare storie strappalacrime? No, c’è solo lui, il maestro rosso che prossimamente compirà 84 anni. Che Dio ce lo conservi in salute.

    leggi la recensione completa di michemar
  • Come nei suoi film precedenti, il grande Ken Loach, schierato dalla parte giusta, torna a commuoverci con i suoi eroi, uomini che come noi subiscono ribellandosi, se possono, le ingiustizie del mondo.

    leggi la recensione completa di laulilla
  • Un film duro e crudo, ma è esattamente la rappresentazione della realtà di oggi... è un grande film denuncia! Imperdibile.

    commento di mike53
  • Il cinema di Ken Loach fa dimenticare di essere al cinema, ti prende alla gola e ti costringe a guardare dove non vuoi guardare. In faccia al corriere dei pacchi.

    leggi la recensione completa di yume
  • Un film commovente, reale, devastante, autentico, drammatico, insofferente alla società odierna, alle sue ingiustizie, ai suoi contratti capestro e al nuovo schiavismo imperante, dove i piccoli medi lavoratori claudicano e si rovinano tra stipendi da fame, perdita di sonno, mancanza di condivisione di vita in famiglia e altri dolori e danni irrepar

    leggi la recensione completa di gaiart
  • Loach, ricalcando per l'ennesima volta una formula collaudata, quella della difficoltà delle condizioni dei lavoratori, riesce a far parteggiare per le difficoltà della famiglia protagonista, in una pellicola ben fatta che però non rappresenta nulla di particolarmente innovativo od appassionante

    leggi la recensione completa di port cros
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Recensioni

La recensione più votata è positiva

George Smiley di George Smiley
9 stelle

Dopo il magnifico e commovente "Io, Daniel Blake", Ken Loach e il fidato sceneggiatore Paul Laverty tornano ancora sul "luogo del delitto", spostando l'obiettivo dalle inefficienze e dalla disumanità della burocrazia statale al mondo del lavoro privato e in particolare dei corrieri, mantenendo tuttavia il focus su un sistema che stritola i più deboli togliendo loro non solo ogni… leggi tutto

21 recensioni positive

Recensioni

La recensione più votata delle sufficienti

alan smithee di alan smithee
5 stelle

FESTIVAL DI CANNES 2019 - CONCORSO Le pietre continuano a piovere... sette giorni su sette, sulla classe operaia... Ken Loach, instancabile testimone di questa indiscutibile iniquità, figlia di un capitalismo imperante e a briglie sciolte, senza adeguate spie di controllo e tutela, questa volta si concentra sul tentativo di riscatto di un padre di famiglia che, per tentare di… leggi tutto

4 recensioni sufficienti

Recensioni

La recensione più votata delle negative

karugnin di karugnin
4 stelle

O: se potrà andare peggio, lo farà. La sfiga proletaria da undici decimi per occhio continua a carburare il cinema di Loach. Ripetutamente. Stancamente. Se il furgone glielo ruberanno, o ci si schianterà, o ci investirà una vecchia, magari una di quelle accudite dalla moglie, l’ultima badante europea occidentale rimasta al mondo, è la curiosità che… leggi tutto

3 recensioni negative

2024
2024

Recensione

marcopolo30 di marcopolo30
9 stelle

Indebitati a causa dell'effetto domino del crollo finanziario del 2008, Ricky (Kris Hitchen), Abbie Turner (Debbie Honeywood) e figli si vedono improvvisamente costretti a una vita di precarietà senza apparente via di uscita. Ricky sembra però avere una nuova chance quando gli viene offerto di lavorare come corriere autonomo per una grande azienda di distribuzione pacchi.…

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Recensione
Utile per 4 utenti
2023
2023
Trasmesso il 24 dicembre 2023 su Rai 5
Trasmesso il 19 dicembre 2023 su Rai 5

Recensione

penelope68 di penelope68
7 stelle

Ken Loach non sbaglia un colpo , e narra ancora una volta la storia di una famiglia del proletariato inglese. Ricky non riesce a trovare un lavoro stabile , mentre la moglie è una assistente domiciliare. L' opportunità si presenta quando una ditta di spedizioni lo ingaggia per consegnare pacchi. È costretto a comprare un camion , ma ciò implica che la moglie rinunci…

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2022
2022

Recensione

Tex Murphy di Tex Murphy
4 stelle

Boh questo è cinema o una sorta di telenovela moderna in salsa british?  Sicuramente il messaggio è chiaro e scontato ma tutto finisce lì...i nuovi schiavi sono i corrieri di qualunque genere e tipo, nell'era di Amazon e degli ordini online di qualunque cosa, il trasportatore, il "padroncino" come si chiamava una volta è quello stritolato dagli ingranaggi del…

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lamettrie di lamettrie
8 stelle

Un gran bel film sul precariato. La “flessibilità” è il termine recente per indicare l’assenza di certezza contrattuale: che rende quasi tutti incerti sul proprio futuro in termini di sicurezza economica; ma rende solo pochi ricchi quindi al riparo da incertezze, ma senza permettere di evitare che costoro, i ricchi e quindi tranquilli, siano anche dei criminali.…

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Dany9007 di Dany9007
9 stelle

L'ultima opera (per ora) di Ken Loach dimostra ancora una volta una vicinanza da parte del regista ai temi contemporanei della classe lavoratrice. Dalle prime opere sull'Inghilterra post industriale, depressa dai drastici cambiamenti imposti dai governi di Margaret Tatcher (Piovono pietre), piuttosto che dalle privatizzazioni degli anni '90 (Paul, Mick e gli altri), sino ad arrivare…

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2021
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Mulligan71 di Mulligan71
8 stelle

Erano più di dieci anni, almeno da "Il mio amico Eric", comunque non trascendentale, che non vedevo un bel film di Ken The Red. Anzi, un grande film. Loach fa centro riuscendo ad equilibrare molto bene la critica sociale, del mondo del lavoro, con l'aspetto umano, con la vita reale delle persone. Ultimamente non gli veniva bene, c'era sempre qualcosa di didascalico, di artefatto. Non…

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2020
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Una stagione in sala (2019/20)

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È andata com'è andata. Non ci sarebbe altro da aggiungere. Le sale sono state chiuse per un'emergenza mai vista prima e da febbraio il cinema ha scelto altre vie per farsi conoscere aprendo scenari di…

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obyone di obyone
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  In terra veneta quando un tizio va via per la sua strada senza fare sconti viene apostrofato dicendo che "non l'è par gniente molesin". Credo che l'epiteto si adatti a pennello all'ottuagenario Ken Loach. Non è morbido il regista britannico, anzi di una severità draconiana in questa nuova crociata contro il capitalismo che sta sgretolando la società…

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Furetto60 di Furetto60
7 stelle

Sorry we missed you” è la frase impressa sul foglietto che viene lasciato dal corriere, quando il destinatario della consegna non è reperibile ed è l’evento più catastrofico, che gli possa capitare in quanto, se non recapita la merce o ritarda, incorre in multe e penali salatissime. Il corriere in questione è Ricky, protagonista del…

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karugnin di karugnin
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O: se potrà andare peggio, lo farà. La sfiga proletaria da undici decimi per occhio continua a carburare il cinema di Loach. Ripetutamente. Stancamente. Se il furgone glielo ruberanno, o ci si schianterà, o ci investirà una vecchia, magari una di quelle accudite dalla moglie, l’ultima badante europea occidentale rimasta al mondo, è la curiosità che…

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stefanocapasso di stefanocapasso
8 stelle

Ricky e Abby hanno due figli, sono parte della working class inglese, sempre a corto di disponibilità economiche e con poche possibilità di realizzare i propri sogni di una vita migliore. Ricky però decide di tentare il salto: acquista un furgone, vendendo la macchina della moglie, e comincia a lavorare come corriere, in franchising. Ben presto il lavoro si rivela…

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CineNihilist di CineNihilist
9 stelle

  Attratto dalla tematica affrontata nel film sulla critica al precariato del XXI secolo e dunque dello sfruttamento del lavoratore contemporaneo nella gig economy, ho scoperto con grande sorpresa che il regista dietro alla macchina da presa è proprio Ken Loach.  Il famoso cineasta britannico è riconosciuto internazionalmente nell’aver creato una nuova corrente…

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mm40 di mm40
6 stelle

Un padre di famiglia si è stancato di vivere in affitto. Perciò acquista un furgone e si mette a lavorare 14 ore al giorno per una ditta di corrieri; calcola che in un paio di anni, stringendo la cinghia, arriverà a guadagnare abbastanza da comprare casa. Ma nel giro di poche settimane la situazione in famiglia collassa: la moglie, badante, è travolta dal suo lavoro…

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