Taglio alla maschietta, negligé rosa ed enormi pantofole pelose fucsia: sullo schermo compare «introducing Goldie Hawn» (era il suo primo vero ruolo al cinema) e siamo già innamorati. Sembra un cartone animato, buffa e colorata, mentre col broncio attraversa la strada per spedire la lettera d’addio: ha intenzione di suicidarsi, per colpa del suo amato, più maturo e “sposato”, un Walter Matthau con faccia da schiaffi.

A cui Goldie (non un nome d’arte, bensì della prozia) ruba la scena, come alla pur meravigliosa Ingrid Bergman versione screwball: con quegli occhi più grandi dello schermo, il fisico minuto da ballerina infilato nei costumi Sixties, Hawn fa il suo ingresso nel cinema con la prima (e forse la migliore) delle tante adorabili svitate che interpreterà in una carriera tutt’altro che bulimica (si è ritirata nel 2002, dopo una trentina di titoli, ed è tornata solo, ahinoi, per Fottute!).

Elastica e buffa, con una fisicità che pareva uscita da una striscia a fumetti (gli occhi enormi e il collo allungato, la testolina arruffata e il corpo da ragazzina), Goldie era stata emblema di un flower power giocoso e sexy: come un mix tra le nostre Rita Pavone e Raffaella Carrà. La sua Toni fu così folgorante da portarla all’Oscar, a soli 24 anni e perdipiù in un ruolo brillante: lo merita anche solo per quel primo piano in cui, commossa dalla donna cui crede di aver rubato il marito, piange una sola lacrima e, come una bimba, se la mangia.
Il film
Fiore di cactus
Commedia - USA 1969 - durata 103’
Titolo originale: Cactus Flower
Regia: Gene Saks
Con Ingrid Bergman, Walter Matthau, Goldie Hawn
in streaming: su Google Play Movies Amazon Video Apple TV


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